generatore (generatrice)
Entrambe le forme compaiono nel Convivio, in funzione aggettivale: in IV XI 12 Nostro Segnore inique le chiamò [le ricchezze] … invitando e confortando li uomini a liber[ali]tade di benefici, che sono generatori d'amici, in un passo di morale speculazione, il valore della parola si avvicina a un moderno " fonte ", " origine ": e si tratta di luogo comune della casistica filosofica dell'epoca (cfr. Tomm. Sum. theol. II II 117 3; Comm. Ethic. IX lect. VII).
In II IV 5 E volsero che sì come le Intelligenze de li cieli sono generatrici di quelli, ciascuna del suo, così queste fossero generatrici de l'altre cose, il termine vale " produttrici ", con riferimento alle teorie sul rapporto tra cieli e intelligenze che il poeta poteva leggere in Tomm. Sum. theol. I 110 I ad 3 (ad es. " Plato ponebat quod formae horum sensibilium derivantur a substantiis immaterialibus... Avicenna... posuit... substantiam immaterialem praesidentem omnibus corporibus inferioribus, quam vocavit Intelligentiam agentem ").