GENGIVA (lat. gingiva; fr. gencive; sp. encía; ted. Zahnfleisch; ingl. gum)
È quella parte della mucosa della bocca applicata sui processi alveolari delle mascelle, nelle quali sono impiantati i denti. Prima dell'eruzione dei denti, venendo dalle labbra e dalle guancie, ricopre d'avanti indietro regolarmente i margini alveolari. Spuntati i denti, la gengiva della superficie esterna e quella della superficie interna dei processi alveolari rimangono fra loro in continuità per mezzo di sottili dentellature che stanno fra dente e dente. Intorno a ciascun dente forma una specie di cercine, che scende fino al colletto del dente e, oltre questo, su quel tratto di radice che sporge dall'alveolo. La mucosa gengivale è normalmente rosea o biancastra, grossa e resistente; aderisce intimamente al periostio dei processi alveolari e al colletto del dente. È coperta, come il resto della mucosa boccale, da un epitelio pavimentoso a più strati. Il sottostante connettivo, povero di fibre elastiche, s'ingrana con l'epitelio per mezzo di papille numerose e alte. Manca di ghiandole. È riccamente fornita di sangue. I suoi linfatici fanno capo a linfoghiandole poste nella loggia sottomascellare e sotto la parte superiore del muscolo sternocleidomastoideo. È innervata dal nervo trigemino.
Emorragie gengivali. - Sintomo abbastanza frequente e spesso d'importanza diagnostica. Si possono avere con grande facilità in certi individui nei quali queste mucose hanno spiccata disposizione a sanguinare per minime cause traumatiche, come quelle derivanti dalle comuni cure igieniche della bocca. In qualche soggetto la semplice suzione, esercitata a bocca chiusa, può dar luogo a stravasi di sangue dalle gengive, e quindi a emissioni di saliva emorragica dalla bocca, le quali possono entrare in causa nelle simulazioni d'emorragie d'altra origine, p. es. di un'emottisi. Il sangue deglutito può anche, attraverso l'esame delle feci, condurre a conclusioni erronee intorno all'evenienza di una lesione emorragipara d'altri organi del canale digerente, p. es. di un'ulcera gastrica. Emorragie gengivali hanno luogo in malattie infiammatorie del cavo orale (v. stomatite) e nei rari casi di carcinoma delle gengive. Nelle stomatiti ulcerose spesso l'infiammazione a carattere emorragico predilige le gengive, come avviene nello scorbuto, in cui il tessuto gengivale sanguinante cade in preda allo sfacelo, scoprendo la superficie ossea e determinando l'espulsione dei denti: la gengivite emorragica si manifesta nello scorbuto soltanto nei tratti nei quali la dentatura è conservata, manca invece dove mancano i denti. Altre condizioni morbose che possono produrre emorragie delle gengive sono gli avvelenamenti da mercurio, piombo, rame, fosforo, certe malattie generali dell'organismo, specie quelle dove esiste un'eccezionale tendenza agli stravasi sanguigni in ogni regione del corpo per abnorme fragilità vasale e per alterazioni della composizione del sangue (v. diaresi; XII, p. 752). Fra le malattie del sangue e degli organi formatori del sangue, la policitemia o eritremia essenziale e alcune forme di leucemia possono dare emorragie gengivali.