BUCCERONI, Gennaro
Nato a Napoli il 21 apr. 1841, Compì i primi studi nel collegio dei gesuiti a S. Sebastiano; nel 1856 entrò nella Compagnia di Gesù e, dopo il noviziato, studiò per due anni retorica a Napoli. Nel 1860, a motivo dei rivolgimenti politici, dovette proseguire all'estero i suoi studi: di filosofia e scienze a Balaguer in Spagna, di teologia a Laval in Francia, dove venne ordinato sacerdote nel 1870.
La sua attività fu rivolta esclusivamente all'insegnamento. Prima nelle isole Canarie, dove insegnò filosofia, storia della filosofia, storia naturale ed ebraico fra il 1864 e il 1868; in seguito a Laval, dove fu incaricato di "teologia vespertina" per il biennio 1873-75, poi di Sacra Scrittura nel 1875 e di teologia morale nel 1878. Continuò questi due insegnamenti nell'isola di Jersey nel 1881 e '82. Nel 1883 venne chiamato a Lovanio per la teologia dogmatica e nel 1884 alla Gregoriana di Roma per la teologia morale. Tenne questa cattedra per trentatré anni ininterrottamente e morì a Roma il 18 febbr. 1918.
Il B. fu apprezzato soprattutto per le sue qualità didattiche; ma l'accoglienza riservata alle sue opere e i numerosi incarichi che gli vennero affidati testimoniano anche delle sue doti giuridico-pastorali. Venne nominato teologo della Dataria apostolica e consultore di varie congregazioni romane (concistoriale, dei sacramenti, dei religiosi); furono in gran parte opera sua le Norme del 1901, che fino alla promulgazione del codice di diritto canonico (1917) servirono di riferimento per le costituzioni dei nuovi istituti religiosi ed ebbe parte come consultore nella codificazione del diritto canonico.
Alle lodi già espresse da Leone XIII e Pio X, nel 1916 Benedetto XV aggiunse un breve elogiativo delle Institutiones theologiae moralis (Romae 1892), l'opera fondamentale del Bucceroni. D'impostazione tradizionale, essa si muove sulla scia scolastico-alfonsiana - con particolare difesa del probabilismo - nella linea dei compendi Gury-Ballerini-Palmieri, che fecero scuola in Europa e in America. Si cercherebbero invano tracce della impostazione morale-teologica più moderna, sulla linea del Sailer e dello Hirsch; non si coglie neppure l'eco di talune istanze riformistiche, avanzate dalla cultura modernista contemporanea; il trattato sulla giustizia non risente della problematica, che lo sviluppo della questione sociale andava ponendo. Oltre a quest'opera, che conobbe la sesta edizione (Romae 1914-15) tuttora diffusa, ebbero notevole fortuna altre due, di morale piuttosto positiva e casuistica, l'Enchiridion morale et supplementum..., Romae 1887, che illustra le più recenti istruzioni della S. Sede e delle Congregazioni e raccoglie alcuni commentarii intorno a questioni speciali, e i Casusconscientiae..., Romae 1895. Trattazioni ascetiche e spirituali, edite più volte, completano la sua produzione.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. della Civiltà Cattolica, busta 1833 (carte personali relative a incarichi e onorificenze pontificie e curiali; un foglio con notizie autobiografiche); b. 1836 (esortazioni e casi di coscienza; una relazione sul riordinamento degli studi ecclesiastici); bb. 1837-1840 (carte riguardanti la stampa del diario di S. Veronica Giuliani). Necrologi, in La Civiltà cattolica, 5 genn. 1918, p. 459, e in Collegium Germanicum Hungaricum, 1918, pp. 62-63; L'università gregoriana del Collegio Romano nel primo secolo dalla Restaurazione, Roma 1924, pp. 149-150. Vedi inoltre: G. Celi, Le nuove edizioni delle opere morali del r. p. B. G. S. I., in La Civiltà cattolica, 6 genn. 1917, pp. 604-607; Encicl. catt., III, col. 165; Lexicon für Theologii und Kirche, II, p. 737.