D'AMATO (Amato), Gennaro
Nacque a Napoli il 1° apr. 1857 da Ferdinando e da Maria Raiola. Amico ed allievo di Morelli, Mancini e Gemito, fu illustratore e saggista, oltre che pittore. Nel 1878 egli esordì sul giornale satirico napoletano Bello Gasparre con grandi tavole caricaturali che denunciavano ancora l'influenza del segno di G. Ansaldi (Dalsani) e M. Buonsallazzi (Solatium). Nel 1881 si trasferì a Genova dove iniziò a collaborare a L'Epoca, lavorando poi, nel 1884, al torinese Giornale per ridere, al numero unico Bononia docet del 1888, al Mondo piccino e Giornale dei fanciulli, ma soprattutto al più famoso settimanale di Treves, L'Illustrazione italiana, per il quale illustrò tra l'altro molti numeri di Natale e Capodanno e il famoso numero unico verdiano pubblicato nel 1893 in occasione della prima del Falstaff.
Nella copertina allegorica a colori e nelle puntuali cronáche delle scene, è riassunta la sua vocazione all'illustrazione di genere, di cronaca e di avventura, profusa in oltre una sessantina di libri - per gli editori Treves, Donath, Sonzogno, Aliprandi, Bemporad - degli scrittori Cordelia, De Amicis, Petrocchi, Ximenes, D'Annunzio, Motta e soprattutto Salgari. Dell'universo di questo autore egli diventerà uno dei principali punti di riferimento iconografico, insieme a Pipein Gamba e Alberto Della Valle, ai quali contrappone "una violenta e aggressiva resa tonale, basata anche su una ricerca molto acuta e profonda, del significato complessivo che incombe sull'opera dello scrittore veronese, ricca di sadismo, di rabbia, di sottaciuta follia", alla cui interpretazione egli "presta la sintetica violenza di un pregevole e abilissimo segno che, nell'uso continuo delle macchie, nella sintesi deformante che tende a cogliere i risvolti più cupi e misteriosi, allude quasi allo stile di Gustave Moreau". Considerato il vero creatore dell'immagine di Sandokan, "le sue figure appaiono più decise, rilevate e incattiVite, rispetto a quelle di qualunque altro illustratore salgariano" (Faeti, 1972).
Frutto di una instancabile osservazione della realtà, come documenta la nutrita serie di schizzi dal vero conservati al Museo della Villetta Negro a Genova, la sua vocazione al disegno di reportage lo avrebbe condotto a lavorare per sette anni, dal 1894 al 1901, fuori d'Italia, collaborando a L'Illustration, francese, e a The Illustrated London News, a TheGraphic nel 1901, risiedendo a Parigi dove illustrò opere di M. Masson e A. Theuriet, e viaggiando come inviato speciale dell'Illustration e dell'Illustrated in Russia nel 1894, a Creta nel 1896 e a Roma nel 1901.
Con la sua matita documentò i principali avvenimenti a cavallo del secolo tra cui l'assassinio del presidente francese Camot a Lione nel 1894; fu inoltre l'unico illustratore ammesso al cospetto della salma di Umberto I, di cui ritrasse anche l'assassino Passanante.
Tornato in Italia, si stabilì a Genova, estendendo la collaborazione a Musica e musicisti (1900), IlSecolo XX (1905-12), Ars etLabor, La Lettura e il Corriere dei piccoli (1909), e continuando la sua collaborazione a L'Illustrazione ital., Illustration e The Illustrated London News. Pubblicò una serie di saggi per l'editore Spotti di Genova: AVMPrincipio fondamentale originario delle arti umane, 1913; Idocumenti archeologici dell'Atlantide, 1924; L'inizio del sapere e della civiltà, 1925; Il processo all'Atlantide di Platone, Milano 1930. Opere destinate a venire s viluppate in Origini delle lettere, dei linguaggi, delle scienze, delle arti e delle civiltà, quando, ormai libero dai pesanti impegni editoriali, si ritirò a Pieve Ligure (Genova) dove morì novantenne il 18 nov. 1947.
Accademico di merito alla Ligustica di Genova dal 1936, della sua opera pittorica ricordiamo due grandi dipinti raffiguranti il Giubileo della regina Vittoria, eseguiti a Parigi, poi esposti a Londra, e numerosi ritratti fra i quali quelli di Clemenceau, di Matilde Serao e di Sarah Bernhardt. Sue opere sono conservate al Museo del Risorgimento di Genova.
Fonti e Bibl.: Emporium, XXXVIII (1913), p. 393; Il Lavoro (Genova), 25 marzo 1916; Rizzoli, Maestro nell'arte del disegno..., in Corriere mercantile (Genova), 31 ott. 1942; Gec [E. Gianeri], La donna, la moda e l'amore, Milano 1942, p. 59; M. Morini, Albo Salgari, Milano 1951, passim; A. Faeti, Guardare le figure, Torino 1972, p. 150 e passim; G. V. Paolozzi, Letter. giovanile, Palermo 1974, p. 199; Gec [E. Gianeri], Cento anni di satira polit. in Italia, Firenze 1976, p. 18; M. Horn-L. Secchi, Enc. mondiale del fumetto, Milano 1978, p. 71; Salgari le immagini dell'avventura (cat.), a cura di P. Zanotto, Trento 1980, p. 39 e passim; S. Hotife, Dict. of British Book Illustrators and Caricaturists 1800-1914, Woodbridge 1981, p. 219; G. Turcato, Le immagini degli eroi, in G. Arpinor. Antonetto, Vita, tempeste, sciagure di Salgari il padre degli eroi, Milano 1982, p. 164 e passim; M. Faustinelli, L'avventura e l'immagine, in L'isola non trovata, atti a cura di G. Cusatelli, Milano 1982, p. 178 e passim, e tav. VII; M. Giordano, La stampa illustrata in Italia, Milano 1983, p. 134; M. Osterwalder, Dict. des illustrateurs 1800-1914, Paris 1983, p. 47; Due isole in capo al mondo. Verne e Salgari (catal.), a cura di A. Faeti, Montepulciano 1984, p. 9 e passim.