DE TURA, Gennaro
Figlio di Gennaro e di Angelina Ranieri, nacque a Napoli il 18 sett. 1875. Per volere del padre, avvocato, il D. e il fratello Michele frequentarono il liceo classico e, all'università, studiarono giurisprudenza. Il D., però, ben presto trascurò gli studi per dedicarsi al canto, dapprima con vari maestri, poi con il tenore P. Panzetta, che lo introdusse alle opere del suo repertorio: Cavalleria rusticana di P. Mascagni, Forza del destino, Ernani, Luisa Miller, Traviata e Aida di G. Verdi, Lucia di Lammermoor di G. Donizetti e Bohème di G. Puccini. Questi studi, pur disordinati, costituirono un punto fondamentale nella sua formazione, sia perché segnarono, in parte, i suoi ruoli di maggior successo, sia perché impostarono la sua voce, di estensione, timbro e robustezza non comuni, contemporaneamente nei due ruoli di tenore lirico e drammatico. Ricoprì sempre e soltanto il ruolo di protagonista anche nel debutto, che avvenne con la Traviata al teatro dei Fiorentini di Napoli nel ruolo di Alfredo. Fu poi a Brindisi per l'inaugurazione del teatro Verdi con la Traviata, Bohème e Rigoletto, di Verdi, quindi ad Avellino in Lucia di Lammermoor, L'Arlesiana di F. Cilea e La Favorita di Donizetti, che imparò "in soli quattro giorni", sotto la direzione di F. del Cupolo. Nel 1908 sposò Lucia Pennisi da cui ebbe otto figli.
Nel 1900 ebbe la sua prima scrittura all'estero, a Cefalonia, dove cantò Ernani, Rigoletto, Bohème; fu poi al teatro Mercadante di Napoli per La forza del destino e Lucia, infine a Reggio Calabria per Fedora di U. Giordano, Trovatore, Un ballo in maschera, Lucia, Traviata, Ernani, Luisa Miller, sempre con F. del Cupolo. I successi ottenuti, le critiche lusinghiere lo spinsero nel 1903 a raggiungere Milano e i più importanti teatri italiani e stranieri. A Milano ottenne un'audizione da Casa Ricordi e Giulio Ricordi, entusiasta, lo impose al teatro Comunale dell'Aquila per La Figlia di Jorio di A. Franchetti nel ruolo di Aligi, con la direzione di R. Moranzoni. Nel 1906 cantò con grande successo al teatro Massimo di Salerno, al Regio di Torino, al teatro Sociale di Este in Pagliacci di R. Leoncavallo, Cavalleria rusticana, L'amico Fritz di Mascagni e Adriana Lecouvreur di F. Cilea, a Verona per Lucia con la Finzi-Magrini, al teatro Carlo Felice di Genova per inaugurare la stagione con La figlia di Jorio sotto la direzione di E. Panizza.
Grazie al successo ottenuto, venne riconfermato per cinque recite straordinarie a Genova (1907) e per sei recite al Regio di Torino. Nell'ottobre 1907 iniziò il suo rapporto col teatro Lirico di Milano, in cui riscosse successo di pubblico e di critica nella Forza del destino e un vero trionfo nel ruolo di Rimuèl nella prima assoluta della Nave rossa di A. Seppilli. In questa occasione, rivelando una resistenza eccezionale, cantò per sei recite in quattro giorni, alternando l'opera del Seppilli alla Cavalleria rusticana di Mascagni, diretta dall'autore. Il Seppilli lo impose poi al Regio di Torino nel maggio 1908 e volle dirigerlo nella seconda edizione della Nave rossa il 19 e il 20 dicembre al teatro Dal Verme di Milano. Il 1908 fu un anno ricco di altri successi con La dannazione di Faust di H. Berlioz al teatro Donizetti di Bergamo, al teatro Biondo di Palermo e al Petruzzelli di Bari.
Gli anni dal 1909 al 1916 segnarono l'acme della sua carriera artistica, anche se fino al 1925 la critica concordò nel giudicare la sua voce limpida, squillante e robusta grazie ad un organo vocale invidiabile e ad eccezionali capacità interpretative. Nel 1909 fu a Piacenza in Fedora con un successo che si ripeté a Reggio Emilia (teatro Municipale), con la Gioconda di A. Ponchielli e continuò a Montecarlo (teatro del Casinò) con il Cristoforo Colombo di A. Franchetti, di cui cantò anche La Germania, il 20 ottobre, al teatro Dal Verme con C. Galeffi, sotto la direzione di G. Marinuzzi.
Nel periodo giugno-settembre dello stesso anno fece la sua prima tournée in Sudamerica, esibendosi a Buenos Aires, Rio de Janeiro, Rosario, Santiago del Cile e dando origine a quell'entusiasmo di pubblico che giunse quasi al fanatismo negli anni successivi. Nel 1910, ancora con la compagnia La Teatral e la direzione di G. Baroni, inaugurò la stagione al teatro Coliseo di Buenos Aires (14 maggio) con Pagliacci, seguita da Aida, Il Trovatore, Norma, di V. Bellini, Traviata e Gioconda, con la quale chiuse la stagione d'opera italiana a Santiago. La terza tournée, ancora con la stessa compagnia e direttore P. Mascagni, a Buenos Aires, fu inaugurata con Aida, che poi cantò in tutte le città della tournée, seguita da Ernani e, sempre con la direzione di Mascagni, Guglielmo Ratcliff, Cavalleria, Pagliacci. Concluse l'esperienza americana con la trionfale stagione al teatro Payet di Avana (aprile-maggio 1914), durante la quale apparve in ruoli verdiani e del teatro verista, che furono oggetto di critiche entusiastiche.
Nella stagione 1909-10 il D. fu in tournée nella penisola iberica: al teatro S. Carlo di Lisbona fu quasi ininterrottamente, dal 10 dic. 1909 al 15 marzo 1910, per le seguenti opere: Africana e Ugonotti di G. Meyerbeer, Carmen di G. Bizet, Aida, Gioconda, Traviata, La dannazione di Faust, La Wally di Catalani (nuova per Lisbona), Cavalleria rusticana, Pagliacci. Cantò a Valencia al teatro Municipal (ottobre e dicembre) tra le altre opere anche I Lombardi alla prima crociata e l'Otello verdiani. Fu poi, sempre nella stagione 1909-1910, un Radames eccezionale al teatro Corso di Bologna, successivamente Pollione in Norma al Regio di Parma, ancora Radames a Bruxelles al théâtre de la Monnaie. Chiuse l'anno al Dal Verme di Milano con Trovatore. Nel 1912 cantò al teatro Carlo Felice di Genova, al Goldoni di Livorno e al S. Ferdinando di Siviglia. Quindi fu a Londra per incidere con la Gramophone parte del suo repertorio e fece contemporaneamente nove recite di Trovatore all'Opera House per l'impresa Hammerstein e concerti in varie città che chiudeva, dopo i bis, con canzoni napoletane destando l'entusiasmo della critica inglese. A Londra ritornò nel marzo 1913 per alcune recite e ultimare le incisioni che proseguì, dopo l'incendio della Gramophone, a Venezia con La Voce del padrone. Il 1913 fu l'anno degli Ugonotti di Meyerbeer al teatro Malibran di Venezia; in dicembre e nel gennaio 1914 fu al Carlo Felice di Genova, sempre negli Ugonotti, ove poté fare sfoggio dei suoi acuti squillanti e potenti.
Fu poi per una serie di concerti ad Ostenda e quindi alla Scala in Aida diretto da T. Serafin per la serata di gala per il primo centenario della nascita di G. Verdi, accolto con consensi unanimi da tutta la critica.
Fu ancora alla Scala nel gennaio successivo, quale eccellente protagonista nella prima rappresentazione assoluta dei Mori di Valenza di A. Ponchielli con la direzione di A. Guarnieri all'Arena di Verona il 19 luglio, poi replicata a Cremona al teatro Ponchielli (15 dic. 1915). Partecipò al grande concerto verdiano all'Arena di Milano organizzato e diretto da A. Toscanini con un'orchestra di cinquecento elementi e un coro di mille voci. Nella seconda parte del programma con dieci tenori cantò la parte del Bardo nell'Innoalle nazioni. Fu ancora Radames al Costanzi di Roma, al Regio di Torino e al Verdi di Firenze e poi nuovamente alla Scala nel gennaio del 1916 con G. Marinuzzi, poi ancora a Valencia, dove cantò anche Cavalleria, Pagliacci e Isabeau di Mascagni.
Fu poi a Lisbona, in Otello e La Fanciulla del West di Puccini al teatro S. Carlos e al teatro Coliseo in ruoli del repertorio romantico. Nel giugno 1916 fu a Zurigo (teatro Municipale) per Tosca, Cavalleria, Pagliacci, Lucia; fu anche a Cremona, a Messina; nel febbraio 1920 cantò ancora a Barcellona, al Politeama di Genova, al teatro alla Pergola di Firenze, in cui ripropose con esito felicissimo i suoi ruoli più congeniali. Nel giugno del 1915 era stato eletto nel consiglio direttivo del teatro Carcano di Milano, istituito per superare la crisi nel settore spettacolo. Offrì sempre la sua prestazione gratuita per moltissimi concerti di beneficenza e nel settembre 1917 fece ventisei spettacoli nel teatro del Soldato.
Nel 1925 con un grande concerto al conservatorio "G. Verdi" di Milano chiuse deliberatamente la sua carriera di tenore per diventare agente e impresario teatrale. Come tale, organizzò spettacoli in Italia e all'estero e regolarmente fino alla morte tutti gli anni le stagioni d'opera al teatro Puccini di Milano. In questa sua attività si impegnò ad aiutare e lanciare al Puccini giovani cantanti: fra i molti basti ricordare i tenori M. Filippeschi e M. Del Monaco.
Il D. morì a Milano il 7 febbraio del 1939.
Numerose furono le opere interpretate in prima assoluta, tra cui: Fausta di R. Bianchi, Gloria di F. Cilea (1908); La festa del grano di G. Fino, Il principe Zilah di F. Alfano (1909); Gli zingari di R. Leoncavallo (1912); Il filtro di M. Allen (1913); Alba eroica di D. Monleone (1919); Il musico nero di G. Casadò (1920); Kathai di G. Moniuszko (1905); L'albatros di U. Pacchierotti (incisione).
Fonti e Bibl.: Notizie fornite dalla famiglia; Il Tirso, (Roma), 1904, n. 1; 1911, n. 4; 1915, n. 29; Rassegna melodrammatica, 1905, n. 280; 1906, nn. 2948, 309, 311, 316, 318-22, 324, 329, 330; 1907, nn. 336, 347, 352, 356-59, 365, 376 s.; 1908, nn. 383 s., 393, 400, 404, 413, 417, 422, 428 s.; 1909, nn. 431, 433, 435 ss., 443, 448-51, 455, 459, 466 s., 469, 471, 474 s., 477 s.; 1910, nn. 481 ss., 487 s., 492, 497, 502, 504, 508, 514, 523, 527; 1911, nn. 528, 531, 534 s., 538, 542, 545, 551, 553, 555, 560, 565 s., 568-70; 1912, nn. 574-578 ss., 581 s., 585 s., 590, 603, 610; 1913: nn. 614, 617, 619, 620, 622-25, 627 s., 630, 638, 640 s., 643, 646, 648; 1914, nn.649, 651 s., 655, 659, 662 s., 668, 669, 678 s.; 1915, nn. 682, 686, 691 s., 695, 698, 700, 702, 704 ss., 710 s.; 1916, nn. 712 s., 716, 718, 724, 733, 738, 740 ss.; 1917, nn. 743, 745 ss., 752 ss., 758, 764, 770-74, 776; 1918, nn. 1 s.; 1919, nn. 27 ss., 31, 34, 36, 38, 40, 83; 1920, nn. 841 ss.; Il Teatro illustrato (Milano) XXVIII (1908), 14/15, 18, 21/22; XXIX (1909), 1, 4, 6, 10, 17-21/22; XXX (1910), 2/3, 6 ss., 10, 11/12, 13 ss., 17 ss., 21; XXX (1911), 2 s., 7 ss., 11 ss., ss., 20; XXXII (1912), 3, 7, II, 22; XXXIV (1914), 13; Gazzetta dei teatri (Milano), 1908, n. 48, p. 2; La Difesa (Venezia), gennaio-febbraio 1913; La Provincia diVicenza, Vicenza, 22 ag. 1907; La Lombardia (Milano), 11 ott. 1913; Il Corriere della sera, 20 dic. 1908; 21 ott., 11 e 15 nov. 1909; 11 e 21 ott. 1910; 19 e 20 luglio 1914; 16 genn., 26 luglio, 8 ott. 1915; 6 genn. 1916; 13 nov. 1919; 8 febbr. 1939; Il SecoloXIX, 27 dic. 1906; 4 genn. 1912; 27 dic. 1913; 8 nov. 1914; 16 maggio 1920; Il Corriere mercantile (Genova), 5 maggio 1919; Il teatro Regio di Torino, in Torino metropoli d'Europa, Torino 1907, p. 241; G. P. Tintori. Cronologia completa degli spettacoli diMilano, Milano 1964, pp. 59 s.; A. Marchetti, C. Galeffi: unavita per il teatro, Roma 1973, pp. 25-28, 33; R. Celletti, C. Galeffi e la Scala, Milano 1977, pp. 6-10; E. Frassoni, Duesecoli di lirica a Genova, II, Genova 1980, pp. 56, 92, 103, 108, 132, 136; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, Roma 1928, p. 184; Enc. d. spett., IV, col. 583.