FIORE, Gennaro
Nacque a Salerno, da Enrico e da Clotilde Ajello, il 2 genn. 1882. Trasferitosi all'età di 7 anni a Firenze, dopo aver frequentato il locale liceo "Dante", s'iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia. Allievo interno della clinica pediatrica fin dal 1904, studiò con G. Chiarugi per l'anatomia umana normale, G. Banti per l'anatomia patologica, P. Grocco per la clinica medica, e poi per la pediatria G. Mya e C. Comba presso l'ospedale "Meyer". Conseguitala laurea nel 1907, divenne assistente volontario e poi effettivo; dal 1915 aiuto; nel 1916 conseguì la libera docenza in clinica pediatrica. Durante la prima guerra mondiale, dall'agosto del 1916 al luglio del 1918 fece parte come ufficiale medico del corpo di spedizione in Macedonia, raggiungendo i gradi di maggiore e di tenente colonnello, e guadagnando la croce al merito di guerra.
Il F. proseguì, poi, la carriera universitaria: vincitore del concorso per la cattedra di clinica pediatrica dell'università di Cagliari nel 1921, nell'ottobre del 1923 fu chiamato dalla facoltà di medicina e chirurgia di Pisa alla direzione della cattedra di clinica pediatrica. Qui avviò la fondazione dell'istituto di clinica pediatrica (inaugurato il 28 ott. 1936) e dette un valido impulso all'attività didattica: nel 1926 istituì la scuola di specializzazione in clinica pediatrica dell'università di Pisa, alla quale procurò due posti di studio da ottenersi per concorso nazionale presso il collegio medico annesso alla Scuola normale superiore. Tra i primi in Italia intuì l'importanza degli studi di nipiologia e paidologia, e di queste discipline nel 1951 organizzò il primo corso di perfezionamento; preparò anche uno studio completo per la realizzazione di un istituto nipiologico e paidologico in grado di svolgere compiti di un vero e proprio istituto provinciale di assistenza all'infanzia.
L'attività scientifica del F. presenta un notevole interesse teorico e pratico. Fu uno dei primi in Italia a interessarsi dei meccanismi che presiedono alla funzione e all'involuzione del timo, dimostrando che l'abiazione della ghiandola o la sua inibizione provocata dall'iniezione di siero di sangue di animali adulti in animali molto giovani è causa di deficienza dell'accrescimento somatico e dello sviluppo scheletrico (Ricerche sperimentali sul timo; contributo allo studio dell'involuzione del timo, in Riv. di clinica pediatr., IX [1911], pp. 823-826, in coll. con U. Franchetti; Su di una particolare proprietà del siero di sangue studiata in rapporto all'accrescimento dell'organismo e all'evoluzione del timo, in Atti d. Acc. medico-fisica fiorentina 1913, 1914, pp. 87-93, in coll. con U. Franchetti); individuò inoltre una sindrome asfittica del bambino, talora mortale, da ipertrofia del timo e dei linfonodi mediastinici (Asma timo-ganglionare; morte per asfissia timo-ganglionare, in Riv. di clinica pediatr., XIII [1915], pp. 787-812).
Recò un importante contributo alla conoscenza della corea, individuandone la base anatomopatologica in un complesso di lesioni di cellule e fibre nervose soprattutto a livello del talamo, del corpo striato e della corteccia cerebrale motrice, che chiamò "encefalite miliarica disseminata" (Corea del Sydenham e sifilide ereditaria; il salvarsan nella cura della corea del Sydenham, in Atti d. Acc. medico-fisica fiorentina 1913, 1914, pp. 40-46, e in Lo Sperimentale, LXVII [1913], pp. 310-316; Contributo allo studio dell'anatomia patologica e della patogenesi della corea del Sydenham, in Riv. di clinica pediatr., XX [1922], pp. 193-226).
Eseguì ricerche microbiologiche sui militari, individuando l'esistenza di importanti forme streptococciche in casi di dissenteria amebica (Criteri pratici per la diagnosi microscopica della dissenteria amebica, in Giorn. di medicina militare, LXVI [1918], pp. 301-309).
Una particolare attenzione il F. rivolse allo studio delle miopatie, delle quali distinse alcune forme costituenti ben precisi complessi sindromici: le distrofie muscolari fetali miopatiche, le mielopatiche e le miste, nonché la varietà sistemica a lento decorso delle distrofie muscolari infantili precoci. Inquadrò, inoltre, le forme regressive delle miopatie, come la mioatonia congenita di Oppenheim, e le forme progressive, come le distrofie muscolari fetali e quelle infantili precoci o tardive, nel grande gruppo delle displasie mielomuscolari, indicandone la patogenesi in un difetto funzionale degli elementi nervosi o muscolari, o di entrambi, in coincidenza dei primissimi stadi dello sviluppo embrionale (Contributo allo studio delle miopatie della prima infanzia; miopatia atrofica cervico-scapolo-deltoidea in soggetto con ipotonia muscolare generalizzata; estesa degenerazione grassa del mioplasma, in Riv. di clinica pediattica, XXII [1924], pp. 606-636; Atonia muscolare congenita e distrofie muscolari fetali, ibid., XXV [1927], pp. 102-108).
Al F. si debbono anche importanti osservazioni cliniche ed epidemiologiche sulla tubercolosi (La tubercolosi negli emigranti, una grave minaccia, in Giorri. della R. Soc. ital. d'igiene, XXXI [1909], pp. 420 ss.; Un caso di tubercoli cerebrali clinicamente ed anatomicamente guariti, in Riv. di clinica pediatr., IX [1911], pp. 885-891; La tubercolosi dei centri nervosi anatomicamente dimostrata guaribile..., ibid., XI [1913], pp. 321-346; Sulla tubercolosi guaribile dei centri nervosi …, ibid., XIV [1916], pp. 181-190; La pretubercolosi, ibid., XXXII [1934], pp. 641-653; Pretubercolosi e talassoterapia, in Riv. di idroclimatologia, talassologia e terapia fisica, XLV [1934], pp. 403-420; Il "granulo-virus" e la "linfopatia fondamentale follicoligena", in Riv. di clinica Pediatr., XXXV [1937], pp. 961-979).
Degni di menzione sono inoltre gli studi del F. su quella che chiamò "malattia da virus poliomielitico", che riteneva fosse assai più diffusa della forma paralitica e in grado di conferire un'immunità naturalmente acquisita (La malattia da virus poliomielitico (malattia di Heine-Medin), in La Riforma medica, XLIX [1933], I, pp. 395-400), e sulla clinica neurologica infantile (Un importante caso di ascesso cerebrale traumatico, in La Clinica medica ital., I [1911], pp. 97-118; Valore della percussione del cranio nei bambini, in Riv. di clinica pediatr., X [1912], pp. 32-55; Un nuovo riflesso: il riflesso trigemino-facciale; studio preliminare nell'infanzia, ibid., XIII [1915], pp. 720-735).
Il F. scrisse anche importanti capitoli in alcuni trattati: Malattie del sistema nervoso centrale e dei muscoli, in Trattato dipediatria, diretto da C. Comba - R. Jemma, II, Milano 1934, pp. 403-584; Endocrinopatie e Malattie del sistema nervoso centrale, in Manuale di pediatria..., diretto da G. Frontali, II, Torino 1954, pp. 259-330, 331-500; Malattie del sistema nervoso e muscolare, in Trattato di nipiologia..., coordinato da B. Mussa, II, Torino 1959, pp. 870-937.
Impegnato in campo sociale, nel 1928 il F. fondò un centro di studi talassologici a Viareggio, contribuì alla fondazione di un dispensario antitubercolare, del quale fu direttore; presidente della federazione dell'Opera nazionale maternità e infanzia, organizzò consultori in Pisa e nella provincia.
Lasciato l'insegnamento per raggiunti limiti di età nel 1953, il F. morì a Pisa il 1° sett. 1959.
Fonti e Bibl.: Necr. in La Clinica pediatr., XLI (1959), suppl. al fasc. 10, p. 11; Riv. di terapia moderna e di medicina pratica, XXI (1928), II, pp. 26 s.; A. Gentili, Commemor. del prof G. F., in La Nipiologia, XLVI-XLVII (1960-61), pp. 151-160, e in Boll. della Soc. medico-chirurgica di Pisa, XXVIII (1960), pp. 97-106; Riv. ital. di pediatria, XVII (1991), suppl. al n. 3, pp. 30-33; e XIX (1993), suppl. al n. 2, p. 13.