D'AFFLITTO, Gennaro Maria
Nacque in Napoli nel 1618 da Alessandro ed Eleonora Vespoli; le notizie sulla sua vita sono scarse e poco documentate. Il 16 sett. 1633 venne ammesso, come novizio, nel convento di S. Maria della Sanità, dei padri domenicani (cfr. E. D'Afflitto, 1782); al 1634 risale la "Rinunzia di fra' Gennaro d'Afflitto in beneficio del monastero della Sanità in Napoli" (Arch. di Stato di Napoli: Monasteri soppressi, fascio 1036 bis, ff. 54-59). Secondo le fonti (Toppi, 1678; Quetif-Echard, 1721; Milante, 1745), ebbe interessi per la poesia, la musica, la filosofia, la storia e la matematica.
Non sono note le motivazioni che lo spinsero verso l'architettura militare e la balistica. Dalle opere da lui scritte risulta come, avesse operato, quale ingegnere militare, al seguito degli eserciti spagnoli e, in qualità di insegnante di matematica, nel palazzo reale di Madrid. Poiché su di lui tacciono anche gli archivi di Simancas, si può ragionevolmente ipotizzare, in accordo con quanto scritto dal suo biografò, E. D'Afflitto, che egli abbia incontrato in Napoli il suo protettore, il figlio naturale di Filippo IV, don Giovanni Giuseppe d'Austria. Questi fu a Napoli tra il 1647 e il 1648, per la repressione della rivolta di Masaniello (episodio, quest'ultimo ricordato dal D. a p. 247 del suo Il breve trattato delle moderne fortificazioni, Firenze 1664). In seguito don Giovanni Giuseppe lo condusse seco nella campagna di riconquista di Orbetello e Porto Longone (1650). come lo stesso D. ricorda (ibid., p. 208).
Tra il 1650 e il 1663 don Giovanni Giuseppe fu il braccio armato della Spagna e il D., che lo seguì, ricorda i luoghi in cui operò ne Il breve trattato: Ostenda e la marea crescente ogni sei ore, il forte di Peniscola a Valenza, l'assedio di Tortosa e il grande bombardamento sulla città, il forte di Santa Caterina a Cadice e quello di San Lucar de Baramede sul Guadalquivir. Fu pure ad Aronces in Portogallo.
Oltre che ingegnere il D. fu docente: nel titolo del De igne et ignivomis del 1661 si qualificava quale professore di matematica nel palazzo reale di Madrid, e più oltre nell'indirizzo dedicatorio ai membri del Supremo Consiglio di guerra, segnalava il suo insegnamento pubblico della "nobilissima" matematica (v. anche Aparici y Garcia, 1849). È probabile che la caduta (1663) del suo protettore don Giovanni Giuseppe lo abbia indotto a mettersi al servizio del granduca Ferdinando. Anche in Toscana il D. "fu nelle pubbliche scuole insegnando le matematiche, come negli Eserciti del re Cattolico, sperimentando le difese" (G. B. Sergiuliani, prefaz. al Breve trattato). Non vi rimase a lungo: dall'unica sua lettera nota, scritta al Magliabechi il 7 dic. 1669, da S. Domenico in Genova (Firenze, Bibl. naz., Fondo Magliabechiano, cl. VIII, 109, c. 57), risulta una sua presenza in Roma alla fine del 1667.
A Genova il D. era giunto dopo Roma, forse su raccomandazione a quella Repubblica del domenicano e ingegnere militare, cardinale V. Maculano (Marchese, 1878). A documentato il parere dato dal D. sulle opere di difesa della rada di Vado Ligure (Arch. di Stato di Genova, Archivio Segreto, Militarium, n. g. 1218, filza "Pro Arce Vadi et Portus Mauritii", anni 1611-1681, in Rossini, 1980). Fu due volte in Savona, con i funzionari del Minor Consiglio della Repubblica genovese, il 12 marzo e il 21 aprile 1669. La seconda volta diede voto favorevole per il progetto di G. Beretta del forte da costruire in Vado a difesa del porto di Savona. Gli sono attribuiti (Histoire, 1859; Maggiorotti, 1939) lavori di fortificazione, tuttavia non docuinentati, in Cuneo e Nizza Marittima (al servizio dei Savoia), oltre che in Guastalla (ma per quest'ultima città si tratta di un errore, in quanto le opere vennero effettuate nel 1689). Si ha una segnalazione indiretta (D'Afflitto, 1782) di un suo passaggio per Ventimiglia (da o per Nizza ?).
Opere: dal Toppi (1678) e dal Nicodemo (1683) gli è stato attribuito un De munitione et fortificatione, lib. II, Matriti s. d., in 4° che avrebbe avuto la dedica a don Giovanni Giuseppe, ma che il D'Afflitto (1782) dichiara di non aver rintracciato. In Spagna esiste, presso la Biblioteca nacional madrilena il Compendio defortificaciones modernas del P. Fr. Genaro Maria de Afflitto di B. Siscara, Madrid 1675: il libro potrebbe essere la versione a stampa, in lingua spagnola, del ma noscritto latino Muniendarum urbium, methodus modernus (oggi in Firenze, Bibl. nazionale, Fondo Magliabethiano, cl. XIX, 1) dal D'Ayala (1854) datato al 1650; ma questa data e poco probabile, perché in quell'anno il D. era agli inizi della carriera militare.
De igne et ignivomis (Cesaraugustae 1661), il cui manoscritto è conservato presso la Bibl. nazionale di Firenze (Palatina 1063). è diviso in due parti: la prima tratta della natura del fuoco e di come alimentarlo, con diversi materiali; la seconda descrive i vari tipi di artifici bellici (polvere da sparo, fuochi artificiali, bombe).
Il breve trattato delle moderne fortificazioni (Firenze 1664) è eminentemente frutto dell'esperienza diretta del D. sui vari campi di battaglia. Nulla è dimenticato, si parla persino degli ospedali militari.
Nell'Introdvzione alla moderna fortificazione (Firenze 1667), di carattere teorico, è espressa una buona conoscenza della geometria applicata all'arte del fortificatore. Reca all'inizio un epigramma in latino del p. Antonio Tarsia, relativo alle vicende del D'Afflitto.
Il Trattato della moderna fortificazione all'uso de' Spagnoli, Francesi, Olandesi ed Italiani al serenissimo granduca di Toscana, letto dal Targioni Tozzetti nel 1780 nella Bibl. Palatina di Firenze, non risulta oggi reperibile. Nella dedica sarebbe stato scritto: "Comincia la mia penna per la terza volta a trattar di fortificazione".
Il Toppi (1678) ricorda "De Miscellanei teologici, Filosofici e predicabili" e "molte cose di Poesia che originariamente si conservavano nel Monastero di S. Maria della Sanità" a Napoli; è probabile che queste opere siano andate distrutte e disperse all'epoca della so ppressione del convento, così come le opere di carattere sacro stampate a Genova ricordate dal Marchese (1878) o il Terra seu quadripartites orbis del quale il D. ricordava di aver terminato il primo tomo e di cercare un finanziatore per la stampa nella sua lettera già cit. del 1669.
Il D. morì a Napoli, nel monastero della Sanità, nel 1673.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Napoli, Monasteri soppressi, fascio 1036 bis, ff. 54-107 (documenti provenienti dall'antico archivio del monastero di S. Maria della Sanità); N. Toppi, Biblioteca napol. et apparato agli uomini ill. in lettere, Napoli 1678, p. 105;, Addizioni copiose di Lionardo Micodemo alla Bibl. napoletana del dottor Niccolò Toppi, Napoli 1683, p. 85; I. Quetif- I. Echard, Scriptores Ordinis Predicat. recensiti, II, Lutetiae Paris. 1721, p. 646; P. T. Milante, De viris inlustribus S. Maria Sanitat., Napoli 1745, p. 202; G. Mazzucchelli, Gli scrittori d'Italia, Brescia 1753, I, 1, pp. 171 s.; G. Targioni Tozzetti, Notizie degli aggrandimenti delle scienze fisiche in Toscana, I, Firenze 1780, pp. 341, 358; E. D'Afflitto, Memorie degli scrittori del Regno di Napoli, I, Napoli 1782, pp. 107-113; P. E. Guarnieri, Breve biblioteca dell'archit. militare compilata da un padre a un suo figliolo, Milano 1801, p. 1; J. Aparici y Garcia, Continuación del informe sobre los adelantados de la comisión de historia en el Archivo de Simancas, in Memorial de ingenieros, IV, Madrid 1849, p. 29; M. d'Ayala, Bibliogr. militare ital. antica e moderna, Torino 1854, pp. 81 s.; A. Saluces, Histoire milit. du Piémont, Torino 1859, I, pp. 429 s.; IV, pp. 393 s.; V. Marchese, Mem. dei più insigni pittori, scultori e archit. domenicani, Bologna 1878-79, pp. 475-80; G. V. Verzellino, Delle memorie particolari e specialmente degli uomini illustri della città di Savona, a cura di A. Astengo, II, Savona 1891, pp. 436 s.; L. A. Maggiorotti, Architetti e archit. militari, III, Roma 1939, pp. 190, 195, 365; Index bio-bibliogr. notorium hominum, Osnabruck 1975, pars C, I, p. 1010; G. Rossini, Le fortif. genovesi a Vado, in Atti e mem. della Società savonese di storia patria, XIV (1980), p. 119; L. Caetani, Saggio di un Diz. biobibliogr. ital., Roma 1924. coll. 417 s.; Enciclopedia militare, III, pp. 364 s.