Sasso, Gennaro
Filosofo e storico del pensiero, nato a Roma nel 1928. Allievo di Carlo Antoni e di Federico Chabod, ha insegnato nelle università di Urbino (storia delle dottrine politiche, dal 1962) e di Roma (dal 1966, storia delle dottrine politiche; dal 1968, storia della filosofia; dal 1994, filosofia teoretica). Socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, direttore dell’Istituto italiano per gli studi storici dal 1986 al 2010, direttore della rivista «La cultura»; membro del Comitato scientifico per l’Edizione nazionale delle Opere di Benedetto Croce (in corso di pubblicazione presso l’editrice Bibliopolis di Napoli), ne ha assunto la presidenza nel 2008. Ideatore e direttore di questa Enciclopedia machiavelliana.
Gli studi machiavelliani di S. si imperniano sulla monografia Niccolò Machiavelli. Storia del suo pensiero politico, uscita nel 1958 presso l’Istituto italiano per gli studi storici di Napoli; ripubblicata con approfondimenti e ampliamenti a Bologna nel 1980 e ancora nel 1993 in due volumi: Niccolò Machiavelli, 1° vol., Il pensiero politico, 2° vol., La storiografia (trattazione del tutto nuova, dedicata alle Istorie fiorentine, quali «grandiosa verifica» della riflessione machiavelliana sulle conseguenze del declino e caduta di Roma antica, negative per il mondo e fatali per Firenze e l’Italia). Un gran numero di saggi e contributi sono apparsi su riviste e miscellanee, poi in raccolte, fra le quali ha speciale rilievo quella intitolata Machiavelli e gli antichi e altri saggi (4 voll.), pubblicata da Ricciardi negli 1987-1997. Essa comprende, fra i molteplici temi di ricerca, studi su: M. e Polibio (dove si chiarisce la differenza tra la necessità naturalistica dell’anakỳklosis e l’idea machiavelliana di ‘corruzione’ dei corpi politici); M. e Romolo; l’eternità del mondo, per l’interpretazione di Discorsi ll v (in effetti, una storia del tema, da Platone a Girolamo Savonarola e oltre); i ‘detrattori’ di Roma cui allude Discorsi I iv, individuati lungo una linea che da Plutarco mena a Bernardo Rucellai (1° vol.); Cesare Borgia e M.; i tempi di composizione del Principe (discussioni con Carlo Dionisotti e Mario Martelli); principato civile e tirannide (2° vol.); la Mandragola, riconsiderata come opera di amara autoparodia; il ‘sogno’ di M. (3° vol.); l’Asino, letto come satira antidantesca; l’uso del Petrarca nel cap. xxvi del Principe (4° vol.).
Il lavoro di S. ha innovato e segnato in profondità la ricerca su M., di cui ha realizzato un’inedita ‘storicizzazione del pensiero’. Nei saggi di S. la rigorosa disamina concettuale non è diretta alla ricostruzione di un inesistente ‘sistema’, ma applicata ai singoli testi, prima nella loro determinatezza storica (le pagine di S. hanno sempre una dimensione storico-filologica, che le mette in dialogo con quelle dei grandi biografi, da Oreste Tommasini a Roberto Ridolfi, e, soprattutto, di Chabod), poi nella loro specifica tessitura teorica, sempre complessa e talora aporetica, infine nella connessione che li lega l’uno all’altro in una vicenda tutt’altro che lineare o ‘progressiva’. La polemica di S. si indirizza perciò sia alle astratte definizioni ‘politologiche’ del pensiero machiavelliano, sia alle svalutazioni dello stesso, rispetto agli ‘scopi pratici’ di M. o alla sua vocazione di letterato, svalutazioni reiteratamente proposte nell’ultimo cinquantennio, non di rado sotto le insegne della ‘filologia’ (cfr. In margine al V centenario di Machiavelli, 1972; ristampato nel 4° vol. di Machiavelli e gli antichi). L’asse dell’interpretazione sassiana, che ha restituito ai Discorsi la centralità che loro spetta nell’opera di M., è un’idea di ‘assolutezza’ o ‘totalità’ della politica: pensata nell’orizzonte della ruina, che sempre minaccia l’esistenza degli Stati, la politica mostra di avere regole che sono irriducibili alle norme dell’etica, tanto quanto queste sono irriducibili a quelle; sì che l’uomo di Stato è «necessitato» a percorrere la via di tale insuperabile, e perciò tragico, dissidio.
Ecco perché, a chi parli di moralità, Machiavelli oppone non già la tracotanza dei Trasimaco, dei Polo, dei Càllicle, immortalati da Platone [...] e nemmeno quella degli Ateniesi, immortalati da Tucidide nel celebre dialogo con i Meli [...], ma [...] soltanto argomenti volti a constatare il primato della vita e dell’esistenza su quanto, se perseguito con coerenza, potrebbe metterle in forse e dissolverle (Niccolò Machiavelli, 1° vol., Il pensiero politico, cit., pp. 472-77; è una Appendice scritta per discutere le tesi di Isaiah Berlin su M. costruttore di un nuovo universo etico paganeggiante, opposto a quello cristiano).
Oltre che su M., S. ha scritto su Lucrezio (Il progresso e la morte. Saggi su Lucrezio, 1979), Dante (Dante. L’imperatore e Aristotele, 2002; Ulisse e il desiderio. Il canto XXVI dell’Inferno, 2011), l’idealismo italiano (Benedetto Croce. La ricerca della dialettica, 1975; Per invigilare me stesso. I Taccuini di lavoro di Benedetto Croce, 1989; Filosofia e idealismo, 6 voll., 1994-2012; Le due Italie di Giovanni Gentile, 1998). Inoltre: Per Francesco Guicciardini. Quattro studi (1984); Tramonto di un mito. L’idea di ‘progresso’ fra Ottocento e Novecento (1984, 1988); Il guardiano della storiografia. Profilo di Federico Chabod e altri saggi (1985, 2002); Ernesto De Martino fra religione e filosofia (2001); Delio Cantimori. Filosofia e storiografia (2005). La sua elaborazione teoretica (che Mauro Visentin, 2010, colloca nella prospettiva di un «neoparmenidismo») è affidata soprattutto a: Essere e negazione (1987); L’essere e le differenze. Sul “Sofista” di Platone (1991); Tempo, evento, divenire (1996); La verità, l’opinione (1999); Il logo, la morte (2010).
Bibliografia: Una bibliografia degli scritti di S. dal 1950 al 1998, curata da Cristina Farnetti e Maurizio Tarantino, si trova in Storia, filosofia e letteratura. Studi in onore di Gennaro Sasso, a cura di M. Herling, M. Reale, Napoli 1999, pp. 901-19.
Per gli studi critici si vedano: G. Inglese, Machiavelli: una storia del suo pensiero politico, «Bullettino dell’Istituto storico italiano per il Medioevo e Archivio muratoriano», 1984 [ma 1985], 91, pp. 453-66; G. Sasso, La fedeltà e l’esperimento. Filippo Scarpelli, Francesco Saverio Trincia e Mauro Visentin interrogano Gennaro Sasso, Bologna 1993; M. Capati, Gennaro Sasso, «Paragone letteratura», 1996, 47, pp. 3-26; G. Arnaldi, Gennaro Sasso. Uno specialista di più specialità, in Id., Conoscenza storica e mestiere di storico, Bologna 2010, pp. 593-606; M. Visentin, Il neoparmenidismo italiano, 2° vol., Dal neoidealismo al neoparmenidismo, Napoli 2010, pp. 429-81.