SISTI, Gennaro
Nacque a Melfi nel 1700.
Studiò presso il seminario arcivescovile della città natale sotto la guida del canonico Alessio Simmaco Mazzocchi. Attorno al 1742 ottenne la cattedra di ebraico all’università di Napoli rimanendovi, pare, per otto anni. Stando alle notizie riportate sui frontespizi dei suoi libri, fu anche scriptor hebraicus alla Biblioteca apostolica Vaticana, custode della Biblioteca Innocenziana di Palazzo Pamphili a Roma, socio corrispondente dell’Académie des Inscription et Belles-Lettres: tuttavia, queste notizie non trovano conferma, pur venendo più o meno registrate, evidentemente in maniera acritica, nei brevi tratteggi biografici di Sisti.
Fu autore di nove monografie, in massima parte dedicate allo studio delle lingue ebraica e greca.
La Epitome Hebraicae linguae (1741) risente di una conformità sin troppo stretta alla Epitome grammaticae Hebraeae di Johannes Buxtorf pubblicata a Basilea nel 1658 (a titolo d’esempio, si possono mettere a confronto le pagine dei rispettivi terzi capitoli a partire dalla pagina 9 per la prima Epitome e dalla 5 per la seconda). Nella successiva Lingua santa da apprendersi anche in quattro lezioni (1747) Sisti definì l’opera del 1741 «rattoppata alla meglio, camminando sul sistema volgare, ma con un tantino più di chiarezza» (p. XLIII) e giustificò l’essersi risoluto a una nuova prova allorché gli riuscì accessibile la grammatica di Giuseppe Luca Pasini del quale loda la chiarezza espositiva soprattutto in relazione alla questione dei segni vocalici ebraici (Pasini viene di volta in volta definito “dotto”, “degnissimo”, “celebre”, “lodato”), riconoscimento che non verra ripetuto nell’edizione del 1777 della Lingua santa.
Le opere sulla lingua greca sono in particolare ispirate, per il metodo espositivo, ai dettami dei monaci linguisti di Port-Royal des Champs. L’ispirazione fu dovuta chiaramente alla traduzione della Nouvelle méthode pour apprendre facilement et en peu de temps la langue espagnole (Paris 1660), approntata dallo stesso Sisti: Traduzione dal francese in italiano del nuovo metodo di Porto Reale con cui agevolmente s’insegna la Lingua Spagnola. Coll’aggiunzione di due Dialoghi ed un copioso Nomenclatore in fine…, Napoli 1742, ove, nella dedica al cardinale Luis Belluga y Moncada, viene detto che «di preggio avanza il Portoreale, e nel metodo, e nella chiarezza, nella facilità, nella brevità, e nella erudizione; con assignarne le salde ragioni, e ‘l rapporto alle altre Lingue; con rintracciarne i primi principj, e ‘l vario suo procedere» (c. *3r). I successivi lavori di Sisti sulle dentali e gutturali ebraiche risentiranno parimenti di un ulteriore tratto metodologico di Port-Royal, ossia la descrizione dei suoni, così come nei lavori sulla lingua greca fu accolto l’espediente mnemonico di accompagnare le regole con compendi riassuntivi in versi poetici.
Due esempi ulteriori illustrano la perizia linguistica di Sisti. L’uno è l’Officium pentaglotton B. Mariae Virginis, Napoli 1741, ossia l’ufficio divino per la Vergine Maria – da recitare in corrispondenza della liturgia delle ore – esposto nelle lingue ebraica, greca, latina, italiana, francese. L’altra prova è costituita dalla pubblicazione di nove iscrizioni funerarie ebraiche dell’VIII-IX sec. d.C. provenienti da Lavello (Potenza), in Domenico Tata, Lettera sul Monte Vulture, Napoli 1778, pp. 11-19.
Sisti morì nel 1782. Si ignora giorno e mese.
Opere. Epitome Hebraicae linguae ..., Napoli 1741; Lingua santa da apprendersi anche in quattro lezioni. Messovi da capo il Proemio per piena intelligenza ed istruzione di chi apprende, e nella fine un Indice assai comodo per tutti i precetti grammaticali …, Venezia 1747; Indirizzo per sapere in meno di un mese la gramatica greca distribuito in quattro lezioni con un indice in fine molto copioso …, Napoli 1752; Ragionamento preliminare alla gramatica greca con un indice in fine …, Napoli 1753; Indirizzo per la lettura greca dalle sue oscurità rischiarata nella seguente lettera ai lettori sta intieramente esibita la idea dell’Opera, Napoli 1758; Trattato delle quattro dentali o siano sibillanti. Stà nella seguente prefazione esibito l’intero disegno, ed i punti vari che questo trattato contiene, e con pruove difende, Venezia 1766; Trattato delle quattro nomate gutturali lettere e della sola vera in tutte le lingue aspirazione H. La seguente lettera contiene il disegno di questo trattato negli argomenti de’ suoi XX. capi. Con darsi ragione avanti del metodo tenuto. E della necessità di cognizioni fisico-anatomiche richieste dalla presente materia, Venezia 1768; Lingua santa da apprendersi anche in quattro lezioni divisa in tre parti. Nella Prima si rinchiudono i semplici grammaticali precetti; nella Seconda le cognizioni ulteriori, e pratica di que’ precetti; nella Terza, taluni passi Ebr. confermanti i Dogmi di nostra Religione; e copiosa Sintassi della Gram. Ebr... Seconda edizione più corretta, con ordine assai più chiaro, e con notabili aggiunzioni, Napoli 1777.
Fonti e Bibl.: A. di Meo, Annali critico-diplomatici del Regno di Napoli della mezzana età, IV, Napoli 1798, p. 390; G. Araneo, Notizie storiche sulla città di Melfi nell’antico reame di Napoli, Firenze 1866, pp. 474 s.; G.I. Ascoli, Iscrizioni inedite o mal note, greche, latine, ebraiche, di antichi sepolcri giudaici del Napoletano, Torino 1880, pp. 77-79; A. Bozza, La Lucania: studii storico-archeologici, II, Rionero 1889, p. 349; G. Crudo, La SS. Trinità di Venosa: memorie storiche, diplomatiche, archeologiche, Trani 1899, pp. 42 s.; G. Gattini, Saggio di biblioteca basilicatese, Matera 1908, pp. 42-43, 49 (n° 423); M. Schipa, Il secolo decimottavo, in F. Torraca et al., Storia dell’Università di Napoli, Napoli 1924, 433-466, in partic. pp. 450 s.; G. Petraglione, Ancora degli studi orientali in Puglia, in Japigia, II (1931), pp. 477-479, in partic. pp. 477 ss.; T. Pedio, Gli studi di storia patria in Basilicata dal sec. XV alla fine del sec. XVIII, in Archivio storico per la Calabria e la Lucania, XXXI (1962), pp. 150-205, in partic. pp. 192 s. nota 4; C. Colafemmina, Iscrizione ebraica inedita di Lavello, inPuglia paleocristiana e altomedievale, a cura di G. Volpe, VI, Bari 1991, pp. 17-22; C. Colafemmina, Una nuova epigrafe ebraica altomedievale a Lavello, in Vetera Christianorum, XXIX (1992), pp. 411-421; G. Del Mastro, Una lettera di padre Piaggio a G. S. e altre trouvailles sui papiri ercolanesi, in Rendiconti della Accademia di archeologia, lettere e belle arti, n.s., LXXV (2008-11), pp. 479-491; F. San Vicente, Hugo E. Lombardini, Dos obras publicadas e inmediatamente olvidadas: las gramáticas de español para italianos de G. S. (1742) y de José Martínez de Valdepeñas (¿1785?), in Estudios de Lingüística del Español, XXXVI (2015), pp. 235-275.