BENTINI, Genuzio
Nacque a Forlì il 27 giugno 1874 da Bernardo, repubblicano di ideali e canapino di mestiere, e Geltrude Gamberini. Fin da giovanissimo, conosciuto come "il Romagnolo" (pseudonimo con cui si finnava), fu segnalato dalla polizia come oratore e propagandista anarchico, seguace di Ludovico Nabruzzi e di Pietro Gori. A Ravenna dal 1890, collaborò al settimanale anarcosocialista Rivendicazione (1891-92) e fu più volte preso di mira dall'autorità giudiziaria.
Nel 1892 si stabilì a Bologna dove seguì i corsi della facoltà di giurisprudenza. Nel 1893 collaborò a La Propaganda, giornale anarchico di Imola. Denunciato per le manifestazioni del 1° maggio 1892 a Ravenna, scontò quattro mesi di carcere nel 1896, anno in cui si laureò con una tesi contestativa del reato di sciopero. Tra il 1897 e il 1899 adempì agli obblighi di leva.
Avvocato penalista a Bologna, rapidamente noto per la felice facondia, si spostò su posizioni socialiste. Collaboratore e legale dalla fondazione (igoi) dei settimanale socialista La Squilla, fu membro del comitato federale socialista e acquisì una posizione di rilievo tra i dirigenti del partito tanto da venire eletto nel novembre 1904, a soli trent'anni, deputato nella circoscrizione di Castelmaggiore. Militante nella corrente "integralista", nel IX congresso dei partito (Roma, dicembre 1906) fu relatore sul suffragio universale e venne eletto nella direzione, nella quale restò fino al 1908. Rieletto alla Camera, sempre a Castelmaggiore, nelle elezioni dei marzo 1909, fu confermato in quelle dell'ottobre 1913.
Il movimento socialista bolognese in quegli anni era impegnato in una complessa operazione di ricucitura delle alleanze e di radicamento sociale allo scopo di conquistare gli enti locali. Questa linea, che aveva in Francesco Zanardi il leader più prestigioso, veniva anche dal B. - che talora, forse anche in virtù dell'affiliazione alla massoneria, funse da tramite con l'ambiente radicale - condivisa e sostenuta.Il B. venne eletto consigliere comunale a Bologna nel giugno 1914, allorché la lista socialista risultò maggioritaria e si inaugurò la svolta amministrativa della gestione socialista del Comune. Fu anche consigliere provinciale dal luglio dello stesso anno (nelle elezioni fu confermata la tendenza all'egemonia socialista) e presidente dell'assemblea.
Alla vigilia della guerra, su posizioni neutraliste, non giunse a dare fiducia alle iniziative di sciopero generale (che a Bologna peraltro fallì) e durante il conflitto espresse anche alla Camera la linea socialista di opposizione al nazionalismo (attaccando in particolar modo gli effetti della politica bellica, la politica tributaria, la giustizia militare, ecc.); puntò dunque all'assunzione da parte socialista di nuove responsabilità amministrative e alla raccolta di fondi in solidarietà delle vittime.
Rieletto deputato nelle elezioni politiche del 1919 nello stesso collegio, nel dicembre 1920 (poche settimane dopo i fatti di piazzale d'Accursio) subì un'aggressione da parte dei fascisti. Nel maggio 1921 fu rieletto alla Camera e nel 1923 si battè contro la legge elettorale Acerbo.
Passato alle posizioni dei Partito socialista unitario (nelle cui liste fu candidato alla Camera, senza successo, nel 1924), l'anno stesso (i fascisti lo avevano ripetutamente minacciato) si trasferì a Milano. Da questo periodo il B. si astenne dalla politica attiva (anche se nel giugno 1925, a Lugano, commemorò Giacomo Matteotti e nel luglio 1927 dichiarò che occorresse resistere "alla raffica travolgente, che ha distrutto tutto un paziente lavoro di un trentennio" e difendere "quel poco che è rimasto") e si dedicò all'attività forense. Nel 1934 venne radiato dall'elenco dei sovversivi da controllare.
Il B., che in altri tempi aveva difeso in celebri processi noti rivoluzionari come N. Bombacci, M. Rygier e B. Mussolini, e che doveva all'eccezionale forza oratoria la precoce carriera politica, privato della piazza, naturale teatro dei suoi esordi, e dei Parlamento, riversò il suo talento nelle aule dei tribunali e delle corti d'assise. La sua suggestiva retorica - nella quale è stato rinvenuto un inconfondibile affiato romagnolo (Graziani) e che lo portò ai fasti di una solidissima fama - fu spesso impegnata nel patrocinio delle difese di imputati per delitti d'onore. Le sue arringhe, edite su riviste di eloquenza (soprattutto L'Eloquenza e La Toga) e raccolte in volumi, costituiscono testimonianza di un certo umanitarismo talora a sfondo sociale e populistico incline a suscitare nei giurati e nel pubblico una partecipazione emotiva non priva di moralismo.
"Esprimere con parole di brace, com'egli sa - scriveva A. De Marsico - le urgenze e le deficatezze profonde dei sentimenti umani, esprimerle così che si usciva dall'aula mortificati di non aver visto ciò ch'egli aveva indicato, ebbri di luce come per uno schermo finalmente caduto, questo è essere sacerdoti dell'arte nell'agone forense".
Il B. morì a Lodi il 15 ag. 1943, colpito da trombosi.
Volumi di arringhe: Ladri, amanti, omicidi. Difese penali, Catania 1927; Le macchie sulla toga. Psicologia dell'avvocato, Napoli 1927; Arringhe penali, Milano 1927; Giovanni Episcopo. Le tragedie della paternità, Napoli 1928; Ceneri d'udienza, ibid. 1929; Eccellenze, signori della Cortel, ibid. 1936; Nuove arringhe, ibid. 1939; In corte di Assise (Difese-confessioni), ibid. 1939; Folli, vindici e pirati, ibid. 1941; A. Scabelloni. Chi uccide per amore, ibid. 1941 (con L. Fera). Si veda anche Consigli ad un giovane avvocato, ibid. 1935.
Fonti e Bibl.: Una biografia è C. Nardi, G. B. L'uomo. La sua arteforense, Genova 1958, con ulteriore bibliografia. Per gli scritti politici (per lo più arringhe di difesa) e gli interventi parlamentari, vedi Ente per la storia del socialismo e del movimento operaio italiano, Bibliografia del socialismo e del movimento operaio italiano, II (Libri), IIV, Roma-Torino 1962-1968, ad nomen, ad Indicem; Id., Attività parlamentare dei socialisti italiani, III-V, Roma 1973-1982, ad Indices. Per una Nografia politica si vedano: Roma, Archivio centrale dello Stato, Casellario politico centrale, b. 504, ad nomen; Camera dei deputati, Atti parlamentari, legislature XXII-XXVI, ad Indices; L. Arbizzani, B. G., in Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico, I, Roma 1976, s. v.; F. Pedone, Novant'anni di pensiero e azione socialista attraverso i congressi del PSI, I-V, [Venezia] 1983-1985, ad Indicem; P. P. D'Attorre, La politica, in R. Zangheri, Bologna, Roma-Bari 1986, ad Indicem. Sull'attività forense vedi L'Eloquenza, XXXVII (1947), n. 7-8 ("Fascicolo straordinario dedicato alla memoria di G. B.", con scritti di A. R. Russo, A. Lasagna, A. De Marsico, M. Longhena); A. De Marsico, Voci e volti di ieri, Bari 1948, pp. 18-46; S. Mobilio, G. B. iniziatore di una nuova forma di oratoria, Napoli 1959; N. Graziani, G. B. e l'oratoria forense nella Romagna del suo tempo, Forlì 1975.