geodiritto
Disciplina che studia il rapporto tra la previsione giuridica e lo spazio in cui essa si attua, analizzandone le condizioni e le conseguenze sulla società e sull’ordinamento. Questa materia, che ha origine nella tradizione giuridica della Geojurisprudenz tedesca del primo Novecento, in Italia è oggetto di studi approfonditi soltanto dall’inizio degli anni 2000, ovvero da quando N. Irti ne ha introdotto la definizione nella sua opera Norma e luoghi. Problemi di geodiritto (2001). Il problema della sede delle relazioni giuridiche appare quindi, almeno inizialmente, legato a doppio filo ai concetti di territorio e di Stato: il rispetto della norma è infatti garantito da un apparato statale che insiste, inevitabilmente, su un dato territorio, entro dati confini e con una estensione che ne copia fedelmente l’ambito di vigenza. Fenomeni a elevato impatto economico, quali i processi di integrazione europea (➔ Unione Europea p) o di globalizzazione (➔), tendono però a dissolvere il concetto di confine, o quantomeno a ridurne fortemente la portata, con effetti importanti anche sull’applicazione delle norme di settore. Tali effetti sono oltretutto favoriti e amplificati dalla contemporanea affermazione della comunicazione telematica, ormai mezzo di trasmissione pressoché esclusivo nella moderna società capitalista (➔ capitalismo p), ovvero in quell’ambito di riferimento votato al massimo profitto e alla massima diffusione degli scambi commerciali e finanziari. L’estrema conseguenza è allora quella di un mercato globale e globalizzato che ha ormai superato i confini statuali, recidendo i legami con il territorio e interessando il diritto e le garanzie del suo rispetto: la legge, pur mantenendo a livello statale compiti di tutela della proprietà e del buon andamento dei più diffusi negozi giuridici, si trova necessariamente a misurarsi con fenomeni artificiali ultranazionali e globali, in cui l’arsenale normativo deve protendersi oltre il distretto di appartenenza, oltre le realtà regionali, fino a mescolarsi, fondersi e spesso rinnovarsi con altre norme di produzione condivisa (trattati internazionali) o imposta (normative UE). Il g., quindi, presenta un carattere ambivalente: per un verso, l’istituto appare ancora collocato in una matrice spaziale e geografica legata al gruppo sociale e al concetto territoriale nazionale, regionale e locale; per l’altro, esso sembra avviato verso il definitivo superamento della condizione iniziale e diretto, ormai, verso la piena operatività nel non luogo del mercato economico globalizzato e informatizzato.