GEOFFROY de Saint-Léger
Miniatore e libraio attivo a Parigi tra il 1315 e il 1337. Il suo nome compare due volte, come Geufroi de S. Ligier e Gefroi de S. Ligier, nei bas-de-page di una Bible historiale (Parigi, Bibl. Sainte-Geneviève, 22, cc. 37v, 56r), in cui numerose illustrazioni sono accompagnate da una lettera G (Boinet, 1921, p. 74). È stato identificato con il G. ammesso tra i librai giurati dell'Università di Parigi (Boinet, 1921), grazie al giuramento, da lui stesso prestato il 26 novembre 1316, in cui promette di esercitare con lealtà il suo compito e in cui sono indicati i suoi beni: una casa a Parigi a "porte de Nicolas dit Huidelon", la terra nel territorio di Saint-Léger nella diocesi di Bayeux, oltre a una somma di cento livres parisis (Chartularium, 1891, nr. 732, p. 188; Delalain, 1891, pp. 14-16). Nello stesso anno G. è inoltre menzionato negli Statuti dell'Università di Parigi relativi ai libraires et stationnaires (Chartularium, 1891, nr. 733, p. 190), in cui si dice che il 6 dicembre dimorava in vico novo (Delalain, 1891, p. 24).È stato proposto di identificare G. con il Maestro del Roman de Fauvel (Les fastes du Gothique, 1981, p. 298). Il manoscritto contenente il Roman de Fauvel (Parigi, BN, fr. 146) è costituito da una serie di testi redatti poco dopo il 1316 da vari autori dell'ambito della cancelleria reale; il primo e il più importante di questi, il solo dotato di illustrazioni, eseguite a penna e inchiostro con acquarellature, è appunto il Roman de Fauvel, un poema satirico scritto da Gervais du Bus, notaio al servizio di Filippo il Bello, che unicamente in questo codice risulta interpolato con brani lirici e aggiunte attribuiti a messire Chaillou de Pesstain (c. 23v), forse da identificare con Raoul de Chaillou, al seguito del re tra il 1313 e il 1324. Le miniature di quest'opera rivelano talento per l'esecuzione di composizioni di grande formato e abilità nel tradurre in immagini alcune delle vicende più animate del poema, come lo Charivari (c. 34r) - serenata burlesca organizzata durante la notte di nozze dell'asino Fauvel e di dame Vaine Gloire - e la Fontana della gioventù (c. 42r). L'autore appare un artista molto originale, che affronta soggetti inusuali con grande immaginazione e risorse stilistiche; il suo stile non deve nulla a Maître Honoré e non ha nulla di cortese, ma rivela un temperamento decisamente borghese (Sterling, 1987).Alla fase iniziale dell'attività di G. viene assegnato anche l'Ovide moralisé di Rouen (Bibl. Mun., 04), illustrato dall'artista e da un collaboratore. Allo stesso momento cronologico vengono attribuiti alcuni codici (Parigi, BN, fr. 574; fr. 2615; fr. 24365; lat. 12726; lat. 13963; Parigi, Arch. nat., JJ5) e un messale (Londra, BL, Harley 2891).Negli anni trenta la mano di G., o almeno l'impronta della sua maniera, si ritrova in una serie di manoscritti in volgare dall'esecuzione rapida e trascurata, come la citata Bible historiale di Parigi, dovuta senza dubbio al successo dell'artista e dell'atelier in quel periodo. Una versione più tarda dell'Ovide moralisé (Parigi, Ars., 5069) appare più rozza di quella di Rouen, ma le varianti originali nelle composizioni e nell'interpretazione dei temi antichi portano ad attribuire a G. i disegni e a uno stretto collaboratore l'esecuzione (Sterling, 1987).La funzione di libraio, all'epoca non incompatibile con quella di miniatore, può spiegare la produzione sovrabbondante della maturità di G. - alla cui bottega sono stati infatti attribuiti quarantotto manoscritti (Roman de Fauvel, 1990, p. 46) -, rappresentativa della produzione commerciale che invase il mercato parigino tra il 1320 e il 1335.
Bibl.: Fonti. - Chartularium Universitatis Parisiensis, a cura di H. Denifle, F. Chatelain, II, Paris 1891; Roman de Fauvel in the Edition of Mesire Chaillou de Pesstain. A Reproduction in Facsimile of the Complete Manuscript Paris, Bibliothèque Nationale, Fonds français 146, a cura di E.H. Roemer, F. Avril, N. Freeman Regalado, New York 1990 (ed. in facsimile).Letteratura critica. - A.J.V. Leroux de Lincy, L.M. Tisserand, Paris et ses historiens aux XIVe et XVe siècles, Paris 1867; P. Delalain, Etude sur le libraire parisien du XIIIe au XVe siècle d'après les documents publiés dans le Cartulaire de l'Université de Paris, Paris 1891; Histoire littéraire de la France, XXXII, Paris 1898, pp. 109-153; A. Långfors, Le Roman de Fauvel (Société des anciens textes français), Paris 1914-1919; A. Boinet, Les manuscrits à peintures de la Bibliothèque Sainte-Geneviève de Paris, Bulletin de la Société française de reproduction des manuscrits à peinture 5, 1921, pp. 1-155: 73-75; Manuscrits à peintures en France du XIIIe au XVIe siècle, cat., Paris 1955, p. 28, nr. 46; C. Lord, Three Manuscripts of the Ovide Moralisé, ArtB 57, 1975, pp. 161-175; F. Avril, L'enluminure à la cour de France au XIVe siècle, Paris 1978, p. 11; Les fastes du Gothique. Le siècle de Charles V, cat., Paris 1981, pp. 284-286, 298, nrr. 230-231, 244; C. Sterling, La peinture médiévale à Paris. 1300-1500, Paris 1987, I, pp. 62-66.