GEOGRAFIA (XVI, p. 602; App. II, 1, p. 1029)
Nell'ultimo decennio ha fatto nuovi grandi progressi l'esplorazione del globo terracqueo. Essa riguarda in prima linea l'Antartide dove, soprattutto in connessione con l'Anno Geofisico Internazionale, è stato effettuato uno sforzo collettivo, con programmi coordinati, per risolvere tutti i maggiori problemi (v. antartide, in questa App.). Molte esplorazioni sono state eseguite auche nell'Artide, con risultati di prim'ordine sia per la conoscenza della configurazione del bacino artico del quale oggi si conoscono a sufficienza le condizioni batimetriche generali, sia per quella delle terre che lo circondano (specialmente per la Groenlandia e l'Arcipelago americano artico, v. alle voci groenlandia; artiche, regioni). Numerosissimi i sorvoli anche in vista della effettuazione, ormai regolare, di rotte aeree polari. Il Mare Artico è stato anche traversato da sommergibili (v. artiche, regioni, in questa App.).
Rilevantissimi progressi hanno fatto le conoscenze della morfologia del fondo sottomarino, mediante il moltiplicarsi degli scandagli acustici: se ne sono avvantaggiati soprattutto il Pacifico, dove nella Fossa delle Marianne è stato accertato anche un abisso profondo oltre 11.100 m, massima profondità finora misurata, e un altro nella Fossa delle Kermadek di ltre 10.000 m, l'Oceano Atlantico settentrionale, il Mediterraneo, la corona oceanica che circonda l'Antartide. Nell'abisso delle Marianne è disceso anche fino quasi alla massima profondità il batiscafo "Trieste" di Piccard. Della carta batimetrica intemazionale a 10 milioni elaborata dal Bureau hydrographique di Monaco, è in corso una edizione interamente rinnovata.
Notevoli progressi sono stati fatti anche per le conoscenze di regioni desertiche (Sahara) e di plaghe disabitate della Siberia e del Canada settentrionale, soprattutto in seguito a prospezioni eseguite a scopo minerario e a rilievi dall'aereo. Infine sono da menzionare le ricognizioni aeree di alta montagna anche in concomitanza con ascensioni alpinistiche (Everest, K2, ecc. nell'Himalaya; picchi delle Ande peruviane, argentine, cilene, fuegine, ecc.).
Non si delineano con sicurezza nuovi orientamenti nel campo della metodica geografica. Si può segnalare una tendenza a considerare i fatti e i problemi antropologico-etnografici (razze, popoli, culture) da un punto di vista decisamente geografico: ne è indice la grande opera Razze e popoli della Terra di R. Biasutti della quale è uscita (1958-59) una terza edizione in 4 volumi.
Problemi demografici, sociali, economici vengono considerati come materia di una g. applicata, che peraltro non ha ancora trovato una precisa definizione metodica. In grande sviluppo è la geografia umana e soprattutto quella parte di essa che oggi si denomina g. urbana.
Una nuova collezione generale col titolo Orbis è in corso di pubblicazione in Francia: essa comprende tanto volumi regionali, quanto monografie dedicate ad argomenti e problemi di attualità nel campo della Geografia generale.
È terminata, con la pubblicazione di un volume dedicato all'Africa e di un altro dedicato all'Italia, la Geografia Universule diretta da R. Almagià. Tra le opere di g. generale è da menzionare anche il Lehrbuch der allgemeinen Geographie in otto volumi, in corso di pubblicazione per opera di diversi collaboratori a cura dell'editore De Gruyter di Berlino. Numerosi anche i nuovi atlanti mondiali. Tra essi il Grande Atlante (Atlas Mira) sovietico, del quale sono usciti quattro volumi, e il Times Atlas in 5 volumi (1955-59). Si moltiplicano anche gli atlanti nazionali. La Bibliographie géographique internationale ha continuato le sue pubblicazioni con nuovo ordinamento; al principio del 1960 è comparso il volume relativo al 1957. Ad essa si affianca dal 1946 una Bibliographie cartographique internationale, anch'essa in volumi annuali.
L'Union géographique internationale raccoglie un numero sempre maggiore di stati; dal 1950 essa dà notizie della sua attività periodicamente in un bollettino (due fascicoli l'anno). Essa continua ad organizzare i congressi geografici internazionali dei quali il 16° ebbe luogo a Lisbona nel 1949, il 17° a Washington nel 1952, il 18° a Rio de Janeiro nel 1956, il 19° nei paesi scandinavi nel 1960. In questi congressi hanno sempre più largo posto iniziative e problemi di interesse mondiale, come la elaborazione di una carta della utilizzazione del suolo al milionesimo, una della distribuzione della popolazione alla stessa scala, lo studio delle regioni aride, quello dei fenomeni carsici, dei fenomeni periglaciali, ecc. Queste attività si esplicano mediante l'opera di commissioni internazionali. L'Union géographique international (UGI) è rappresentata nei singoli stati aderenti dai rispettivi comitati geografici, o dai consigli delle ricerche o da altri enti culturali.