GEOPOLITICA
. Questa disciplina di contatto fra la geografia e le scienze politiche, assurta a grande sviluppo dopo la guerra mondiale specialmente in Germania, è stata definita da uno studioso tedesco, il Maull, con espressione mal traducibile "die Lehre von der Erdgebundenheit der politischen Vorgänge", ossia, in sostanza, lo studio delle condizioni spaziali nelle quali si verificano i fatti politici, lo studio delle necessità spaziali della vita e dello sviluppo degli stati. Il nome "geopolitica" fu creato tuttavia dal sociologo svedese R. Kjellén con un significato più ristretto. Egli infatti, nella sua dottrina generale dello stato considerato come un organismo vivente, chiamava geopolitica lo studio dello stato nei suoi elementi spaziali o territoriali, mentre dava il nome di demopolitica ed etnopolitica allo studio degli elementi demografici ed etnici, quelli di ecopolitica e sociopolitica allo studio delle condizioni della sua vita economica, sociale e culturale, di cratopolitica allo studio del regime e delle manifestazioni della potenza ed energia espansiva dello stato. Le opere del Kjellén (Fondamenti di un sistema di politica; Lo stato come forma di vita; Le grandi potenze attuali; Problemi politici della guerra mondiale) ebbero grande diffusione in Germania, le prime tre già alla vigilia della guerra mondiale e poi insieme con la quarta durante e dopo di essa; talune idee fondamentali, che si riallacciavano a dottrine esposte da F. Ratzel nella sua "Geografia Politica", trovarono perciò un terreno favorevole; e tutta una scuola di studiosi venne a poco a poco costruendo su esse l'edificio di una scienza empirica, che considera insomma lo stato come un organismo, superiore ai comuni organismi viventi, così nel tempo come nello spazio. Lo stato può pertanto nascere con caratteri di maggiore o minore vitalità; se vitale, cresce e si sviluppa seguendo norme o tendenze che possono essere diagnosticate e anche, fino ad un certo punto, prognosticate e indirizzate; è soggetto a processi di malattia, di risanamento, di deperimento, di irrobustimento, può andare incontro a perdita o indebolimento di organi, più o meno vitali, ad espansioni talora irregolari e nocive, tal'altra dovute a sani processi di sviluppo. La perdita di organi vitali può condurre lo stato al dissolvimento. Lo studio di tutti questi fenomeni, in relazione alle condizioni naturali ed umane, costituisce, secondo gli attuali concetti prevalenti in Germania, il campo di studio della geopolitica, la quale, in tal modo concepita, può essere naturalmente soprattutto utile guida agli uomini di governo, ai capi di stato, ecc.
Il caposcuola attuale dei geopolitici tedeschi, K. Haushofer, ha, col concorso di molti collaboratori, rielaborato e ampliato l'opera del Kjellén, Le grandi potenze attuali, trasformandola in un trattato in tre volumi intitolato Macht und Erde (1935-36). Un'apposita rivista, la Zeitschrift für Geopolitik, fondata nel 1924, espone e discute soprattutto i problemi geopolitici di attualità; ad essa si affianca dal 1936 una serie di monografie divulgative che ha pure il titolo di Macht und Erde (Hefte zum Weltgeschehen).
Bibl.: R. Hennig, Geopolitik. Die Lehre vom Staat als Lebewesen, Berlino-Lipsia 1928; M. G. Schmidt e Haack, Geopolitischer Typen-Atlas, Gotha 1929; R. Hennig e L. Körholz, Einführung in d. Geopol., Lipsia 1935; O. Maull, Das Wesen d. Geopol., Lipsia-Berlino 1936; A. Ancel, Géopol., Parigi 1936.