TYRRELL, Georce
Teologo modernista inglese nato a Dublino il 6 febbraio 1861, morto a Storrington (Sussex) il 15 luglio 1909. Anglicano, si convertì al cattolicismo nel 1879, e l'8 settembre 1880 entrò nella Compagnia di Gesù nella quale fece la professione il 2 febbraio 1898. Dedicatosi per qualche tempo al ministero pastorale, passò nel 1894 a insegnare teologia morale nel collegio di Stonyhurst, dove rimase fino al 1896. Temperamento schiettamente sacerdotale e apostolico, animato da un interessamento per la vita umana ben più intenso che per l'umano pensiero, si dedicò alla direzione spirituale e trasse certo dal vivente contatto con tante anime religiose motivo di profonda riflessione. Già le sue prime opere (Nova et vetera, 1897, Hard sayngs, 1898; On external religion, 1899; Oil and wine, 1900, quest'ultimo ammesso solo alla circolazione privata, avendo la curia di Westminster negato l'imprimatur) come anche gli articoli che egli andava pubblicando fin dal 1896 sulla rivista, dei gesuiti inglesi, The Month (articoli poi riuniti nel volume The faith of the millions, Londra 1901), rivelano in T. la preoccupazione di mostrare che la fede cattolica può accordarsi con le giuste esigenze del pensiero moderno. Ma questa preoccupazione e l'ansia di trarre al cattolicismo gli antichi suoi correligionarî, lo fecero sempre più aderire al cosiddetto "minimismo" teologico. Lo studio delle opere di Newmann aveva molto contribuito a trasformare il primitivo intellettualismo scolastico del T. in una forma di misticismo, che faceva largo posto all'intuizione religiosa, e che mostrava sempre più netta la tendenza ad affermare quello che sarà uno dei cardini dell'esperienza religiosa del T.: la convinzione che le dottrine religiose posseggono il loro spirituale valore non già in virtù di una pura validità teoretica, ma in virtù della loro aderenza a quella verità che è una manifestazione di vita e, sul terreno religioso, della vita divina.
La lenta evoluzione che si andava operando nell'animo di T. fu certo affrettata dai rapporti, che rimontano a questi anni, col barone F. von Hügel (v.), dalla lettura delle opere di L. Laberthonnière e di M. Blondel, dal contatto con i risultati della critica biblica, soprattutto con gli scritti di A. Loisy.
Nel novembre 1899 la rivista Month pubblicava un articolo di T., essenziale all'intelligenza del suo pensiero, sui rapporti fra teologia e pietà, nel quale alla critica della conoscenza intellettuale, soprattutto nell'ordine metafisico, e della conoscenza religiosa, si accompagnava l'affermazione che le vere realtà sono quelle di cui si alimenta l'esperienza intima delle anime, e l'altra che il carattere primitivo, fondamentale della rivelazione è quello di una lex orandi prima che di una lex credendi.
Nelle opere che seguirono (Religion as a factor of life, Exeter 1902, pubblicata per la circolazione privata sotto lo pseudonimo "Dr. Ernest Engels", ripubblicata, nel 1903, 2a ed. 1904, con il nihil obstat della Compagnia sotto il titolo di Lex orandi, con poche differenze di forma; The Church and the future, s. l. 1903, pubblicata sotto lo pseudonimo "Hilaire Bourdon"; Lettera a un professore di antropologia, anonima, ripubblicata firmata col titolo A much abused letter, Londra 1906), il T. riportava la religione a un fattore puramente extrarazionale e affermava che solo in un secondo momento questa esigenza primordiale, autonoma, immanente del nostro spirito è tradotta in simboli concettuali che hanno un valore puramente pragmatico. Applicando questi concetti al cattolicismo (il T. veniva implicitamente a identificare il cristianesimo con una pura e semplice manifestazione storica del sentimento religioso) egli, contestando qualsiasi assolutezza all'intellettualismo teologico cattolico, affermava essere la chiesa "un organismo spirituale alla vitalità del quale noi partecipiamo, mentre la teologia non è che un tentativo di questa vitalità per formularsi e comprendersi essa stessa, tentativo che può mancare in tutto o in parte, senza diminuire il valore o la realtà di questa vita". Come la coscienza è guidata dalle forze insondabili del subcosciente, così la massa dei fedeli esprime dal proprio seno il proprio governo rappresentativo. Sicché le decisioni dei vescovi e del papa stesso valgono solo in quanto esprimono questo consensus fidelium, unico depositario della vera autorità della Chiesa.
Questa attività del T. non poteva mancare di conseguenze disciplinari ecclesiastiche. Una richiesta di secolarizzazione (6 agosto 1905) avanzata dal T. sembrava dover naufragare di fronte alle resistenze dell'ordine, quando una indiscrezione giornalistica (Corriere della sera, 31 dicembre 1908) rivelò in T. l'anonimo autore della lettera a un professore di antropologia: T. fu espulso dalla Compagnia (19 febbraio 1906) e sospeso a divinis. La riacquistata libertà diede nuovo impulso all'attività aperta del T. (Lex credendi, Londra 1906; Through Scylla and Charybdis, ivi 1907). L'attiva partecipazione del T. al movimento modernista, la diffusione larghissima delle sue opere (tradotte quasi tutte in italiano, francese e tedesco), la lunga polemica pubblica ed ecclesiastica seguita alla sua espulsione dall'ordine, portarono quasi di colpo la personalità del T. a fama europea. I provvedimenti ecclesiastici contro il modernismo (decreto Lamentabili ed enciclica Pascendi, tutti e due del 1907) trovarono il T. all'avanguardia della reazione, culminante da parte sua nella risposta del T. al cardinale Mercier (Mediaevalism, Londra 1908). Aveva da poco ultimata una nuova esposizione delle sue idee religiose (pubblicata postuma col titolo di Christianity at the Crossroad, Londra 1909) quando la morte lo colpì. Prima di morire ricevette l'assoluzione, sub conditione, da un prete della diocesi di Southwark, certo Dessoulary, e l'estrema unzione dal priore del convento dei premostratensi di Storrington. Ma essendo mancata da parte del T. una ritrattazione formale, gli fu negata la sepoltura ecclesiastica. Il rev. H. Bremond (v.), che all'atto dell'inumazione recitò le preghiere dei defunti e un elogio funebre dell'estinto, fu sospeso a divinis.
Bibl.: R. Gout, L'affaire Tyrrell, Parigi 1910; M. D. Petre, Autobiography and life of G. T., Londra 1912: id., G. Tyrrell's letters, ivi 1920; id., T., von Hügel e il modernismo cattolico, in Ricerche religiose, III, 1927, pp. 193-204; id., Gli elementi creativi nel pensiero religioso del T., in Ricerche religiose, V, 1929, pp. 164-173; E. Buonaiuti, Le modernisme catholique, Parigi 1927, pp. 128-150 (con numerosissimi estratti di lettere inedite indirizzate dal T. al Buonaiuti); E. Franon, La philosophie religieuse du R. P. Tyrrell, in Bull. litter. eccl., Tolosa 1906; Fr. v. Hügel, Father T.; some memorials of the last twelve years of his life, in Hibbert Journal, 1910, p. 233 segg.; A. Loisy, Mémoires pour servir à l'histoire religieuse de notre temps, III, Parigi 1931, pp. 111-138; v. anche, nell'indice dei nomi.