Pseudonimo dello scrittore tedesco Georg Hermann Borchardt (Berlino 1871 - Birkenau, presso Worms, 1943). Fratello dell'egittologo Ludwig, all'avvento del nazismo preferì non emigrare, ma fu ben presto ridotto al silenzio. Morì in campo di concentramento. Seguendo la tradizione avviata da Fontane, scrisse una lunga serie di delicati romanzi berlinesi, in particolare incentrati nell'ambiente giudaico borghese dell'epoca Biedermeier. Da ricordare: Jettchen Gebert (1906), Henriette Jacoby (1909), Kubinke (1910), Schnee (1921), Träume der Ellen Stein (1929), Ruths schwere Stunde (1934), Der etruskische Spiegel (1936), M. B., der unbekannte Fussgänger (1936).