CHAPMAN, George
Poeta e drammaturgo inglese, nato presso Hitchin (Hertfordshire) circa il 1559; frequentò, pare, tanto l'università di Oxford quanto quella di Cambridge. Poco è noto della sua vita, ma da allusioni contenute nei suoi drammi traspare ch'egli viaggiò sul continente e prese parte ad una campagna militare in Olanda. Nel 1605 fu imprigionato per allusioni politiche offensive contenute in una commedia. Morì nel 1634.
Insieme col Ben Jonson, il Ch. è il drammaturgo elisabettiano più imbevuto di cultura classica e di gusti umanistici. Più che ai suoi drammi la sua fama è infatti affidata alla magistrale traduzione di Omero, che il Keats celebrò in un immortale sonetto. Nel 1611 appariva la versione dell'Iliade, e nel 1616 quella dell'Odissea, in versi di quattordici e di dieci sillabe rispettivamente. Tradusse anche i Sette salmi penitenziali del Petrarca. L'Omero del Ch. è un'opera classica nella letteratura inglese, per l'efficacia e l'energia dello stile e per la ricchezza e varietà della lingua, malgrado la frequente enfasi e la sovrabbondanza che qualche volta ingenerano oscurità. La prima commedia del Ch. è probabilmente The Blind Beggar of Alexandria, recitata nel 1596, a cui seguirono, con cronologia incerta, le commedie All Fools, Eastward Ho (in collaborazione con Marston e Ben Jonson), The Gentleman Usher, Monsieur d'Olive e altre. Le commedie del Ch. sono caratteristiche per vivacità e mirabile fantasia di intreccio, e per una sempre nuova varietà d'incidenti, piuttosto che per una fine ricerca di caratterizzazione. In All Fools, basata in parte sull'Heaulontimorumenos di Terenzio, si notano evidenti tracce della commedia dell'arte. Un'altra commedia, il May Day, è tratta dall'Alessandro del Piccolomini, che è a sua volta basato sulla Zingana del Giancarli. Delle tragedie del Ch. emergono quelle tratte dalla storia di Francia; più che tragedie da teatro, sono poemi di raffinata elaborazione letteraria, e ci si meraviglia che potessero venir rappresentate, come furono, nei popolari ritrovi del Globe e del Blackfriars. Le due maggiori sono The Revenge of Bussy D'Ambois, e The Conspiracy and Tragedy of Charles Duke of Biron, Marshal of France. Il Ch. tratta in tali drammi di avvenimenti recentissimi, quali la notte di San Bartolomeo, ed esprime su tali fatti giudizî arditi e spesso strani e paradossali. Il maggior valore di tali tragedie sta negli abbondanti frammenti di carattere gnomico; tanto che molti versi di esse sono rimasti proverbiali. Il Ch. completò anche il poema Ero e Leandro, lasciato interrotto dal Marlowe.
Tra i drammaturghi elisabettiani il Ch. fu non solo uno dei più dotti, ma. anche dei più gravi, solenni, religiosi, pieni di dignità e talvolta anche di pesante oscurità. Pare probabile che lo Shakespeare alluda al Ch. quando fa cenno a un rivale nei suoi sonetti.
Edizioni: The Works, ed. da R.H. Shepherd, con un saggio introduttivo di A.C. Swinburne. voll. 3, Londra 1874; rist. nel 1889; principali commedie a cura di W.L. Ed. Phelps, Londra 1895.