MOORE, George Edward
Filosofo, nato a Londra il 4 novembre 1873, morto a Cambridge il 25 ottobre 1958. Fu lecturer in scienza morale (1911-25) e professore di filosofia (1925-39) nell'università di Cambridge, direttore (1921-47) della rivista Mind.
Con il suo saggio Refutation of idealism (in Mind, 1903), il M. è considerato l'iniziatore del neorealismo inglese. Contro la tesi berkeleyana che l'esse est percipi, affermò l'indipendenza dei fatti fisici e dei fatti di coscienza; concepì quindi l'etica quale disciplina oggettiva, che avrebbe come compito, non. lo studio dell'umano comportamento, bensì l'analisi delle asserzioni concernenti quelle qualità reali delle cose che si dicono beni. L'impostazione metodologica data dal M. al filosofare, come analisi dell'esperienza e sua determinazione concettuale, libera da presupposti sistematici e metafisici, promosse il sorgere ed affermarsi della cosiddetta "Scuola analitica di Cambridge", impegnata a elaborare metodi di analisi e chiarificazione del linguaggio quotidiano.
Opere principali: Principia ethica, Cambridge 1903; Ethics, Londra 1911; Philosophical studies, ivi 1922 (in cui è ristampata la citata Refutation); Some main problems of philosophy, Londra 1953. Autopresentazione, in Contemporary british philosophy, a cura di J. H. Muirhead, Londra 1924-25 (trad. ital., Milano I939).
Bibl.: P. A. Schilpp, The philosophy of G. E. M., Evanston, Ill. 1942 (contiene anche A reply to my critics del M.); P. Lindblom, Common sense och andamalsetik: G. E. M., Lund 1945; L. Vigone, L'etica di G. E. M., in Riv. filos. neoscol., 1953, pp. 360-66; A. R. Waite, G. E. M. A critical exposition, Oxford 1958; varî, in Philosophy, XXXIII, 1958, dedicato al M.