Fitzmaurice, George
Regista francese, di origine irlandese, nato a Parigi il 13 febbraio 1885 e morto a Los Angeles il 13 giugno 1940. Sebbene non si possa considerare un autore a pieno titolo, non avendo maturato un'idea originale di messa in scena, con la sua innegabile eleganza visiva seppe valorizzare numerose star e affrontare senza alcun disagio creativo o professionale il passaggio dal muto al sonoro. Specializzatosi nei drammi romantici, sebbene fosse a suo agio anche con le commedie, F., da raffinato artista, preferì la composizione dell'inquadratura al montaggio, l'aspetto iconografico del racconto al suo sviluppo. Per questo fu uno dei più prolifici e coerenti registi dello star system.
Dopo essere stato per alcuni anni in India, dove si dedicò al commercio, e aver compiuto viaggi in Cina, Giappone ed Egitto, tornato in Francia cominciò a scrivere soggetti per la Pathé Frères. Emigrato negli Stati Uniti, si dedicò alla pittura e all'attività di scenografo teatrale; quindi si trasferì a Hollywood, che si rivelò contesto congeniale alla sua poliedrica personalità, e vi lavorò dal 1908 come soggettista e sceneggiatore, e dal 1914 come regista. Nel periodo 1916-1918 diresse diversi film di genere patriottico con la celebre ballerina Irene Castle. Nel dopoguerra accompagnò l'inizio della carriera di molte star: negli anni Venti Betty Compson, Pola Negri, Vilma Bánky, Billie Dove, Lupe Velez, Mary Astor, e negli anni Trenta Dolores Del Río, Barbara Stanwyck, Norma Shearer, Jean Harlow, Rosalind Russell. Importante, inoltre, fu il sodalizio artistico con Ronald Colman, del cui charme seppe farsi interprete in ben otto celebri film: Tarnish (1924), The dark angel (1925; L'angelo delle tenebre), His supreme moment (1925), A thief in Paradise (1925; I ladri in Paradiso), The night of love (1927; Feudalismo), The devil to pay (1930), Raffles (1930; Raffles, l'Arsenio Lupin inglese), solo agli inizi diretto da Harry d'Abbadie d'Arrast, e The unholy garden (1931; Nell'oasi del terrore). Ma il suo maggiore successo fu Son of the sheik (1926; Il figlio dello sceicco): oltre a essere uno dei titoli di maggior richiamo nella filmografia di Rodolfo Valentino, si segnala per il continuo avvicendarsi dialettico di suggestivi primi piani e di fluidi campi lunghi, di sequenze movimentate e di parentesi comico-demenziali, che rivelano in F. la capacità di padroneggiare e far interagire diversi registri espressivi. Con l'avvento del sonoro non rinunciò a concentrarsi sul fascino plastico e chiaroscurale del volto degli attori, in particolare di Greta Garbo, come emerge da uno dei più riusciti melodrammi costruiti per la diva, Mata Hari (1931), di cui resta memorabile la sequenza in cui l'ammaliante e algida spia tedesca si esibisce in una seduttiva danza. A causa del suo potenziale contenuto dissacrante, il produttore Irving Thalberg impose al film delle modifiche: F. girò così una nuova sequenza in cui si eludeva la preferenza di Ramon Novarro per l'amore profano, incarnato appunto dalla Garbo. Nel successivo e bizzarro As you desire me (1932; Come tu mi vuoi), tratto da L. Pirandello, l'attrice, i cui abiti attillati suggeriscono un richiamo parodistico all'immagine di Marlene Dietrich, da avvenente cantante di nightclub viene trasformata in bionda e ideale moglie di alto rango.L'ultimo film diretto dal regista fu Adventure in diamonds (1940), secondo e ultimo interpretato negli Stati Uniti da Isa Miranda nel corso della sua breve esperienza americana.