MOORE, George Foot
Storico delle religioni e semitista americano, nato a West Chester (Pennsylvania) il 15 ottobre 1851, morto a Cambridge (Massachusetts) il 16 maggio 1931. Studiò nello Yale College, conseguendovi il grado di baccelliere nel 1872 e quello di magister artium nel 1883, dopo essersi dedicato per varî anni a studî classici e di ebraico ed essere stato (1878-83) ministro presbiteriano a Zanesville (Ohio); divenne quindi professore di ebraico (1883-1901) e lecturer di storia delle religioni (1893-1901) nell'Andover Theological Seminary, di cui fu anche presidente (1899-1901); quindi di teologia (1902-04) e di storia delle religioni nella Harvard University; nel 1909-10 tenne un corso nell'università di Berlino, per scambio con Eduard Meyer. Fu presidente dell'American Oriental Society (1911-13) di cui diresse il Journal (1896-1900); dell'American Academy of Arts and Sciences (1921-24); condirettore principale della Harvard Theological Review (1908-14, e 1920-31), e dei Harvard Theological Studies (1917-31).
Il M. è uno dei più cospicui rappresentanti, nella storia delle religioni, dell'indirizzo filologico (filologia intesa in senso largo e come scienza storica). Dedicatosi dapprima allo studio delle antichità ebraiche (Commentary on the Book of Judges, Edimburgo 1895; ed. del testo ebraico, 1900, nella "Bibbia policroma"; articoli nell'Encyclopaedia Biblica del Cheyne, ecc.), continuò ad occuparsi della Bibbia (The Literature of the Old Testanent, Londra 1913; trad. it., Bari 1924), ma venne sempre più allargando la sfera dei suoi interessi, che si polarizzarono poi intorno a due argomenti principali: il sincretismo religioso dell'epoca ellenisticoromana, e lo sviluppo del giudaismo rabbinico (da lui detto "normativo") nella stessa epoca. Lo spingeva a questo forse anche una segreta propensione spirituale, che specie negli ultimi anni tendeva verso un teismo moralizzante, ond'era indotto a dare anche un'interpretazione prevalentemente etica dell'insegnamento di Gesù. Anche i problemi religiosi gli si presentavano soprattutto dal punto di vista storico, ed è caratteristico a tale riguardo, nella sua History of Religions (I, New York 1913; 2ª ed., 1920; II, ivi 1919; trad. ital., Bari 1922), l'avere - a differenza delle altre opere del genere - omesso ogni trattazione di fenomenologia religiosa e intorno ai Primitivi, e compreso il cristianesimo, dedicando così interamente l'opera alle religioni storiche. Dei Primitivi e di fenomenologia si occupò invece in una serie di conferenze (The Birth and Growth of Religion, New York 1923; trad. it., Bari 1925); mentre allo studio della formazione del giudaismo rabbinico, ch'egli considerò dal punto di vista dello sviluppo interno, staccandosi così dagli scrittori che ne avevano trattato prevalentemente come sfondo al sorgere del cristianesimo, dedicò una serie di articoli nella Harvard Theological Review e i tre poderosi volumi Judaism in the First Centuries of the Christian Era (Cambridge, Mass., 1927-1931).