Stout, George Frederick
Psicologo e filosofo inglese (South Shields, Durham, 1860 - Sydney 1944). Insegnò filosofia morale nell’univ. di Cambridge (1894), fu poi (dal 1896) prof. di psicologia comparata nell’univ. di Aberdeen e successivamente (1898) prof. a Oxford, infine (dal 1903) prof. di logica e metafisica nell’univ. di Saint Andrews, dove fondò un laboratorio di psicologia. Diresse per molti anni (1891-1920) la rivista Mind. Esponente di una tradizione illustre, quella della psicologia filosofica, ebbe notevole influenza nell’ambiente psicologico inglese. Allievo di Ward (già acuto critico dell’associazionismo), S. ne sviluppò originalmente alcuni temi teorici. È notevole la sua analisi delle sensazioni e del loro rapporto con il pensiero (in cui negava la possibilità dell’esistenza di sensazioni pure, indipendenti dall’attività di pensiero e dalle categorie concettuali), la critica del dualismo mente-corpo (fisico e mentale sono concepiti come attributi di un’unica entità, il soggetto che ha un corpo), onde la sua nozione di «disposizioni psicofisiche» (in riferimento a istinti, sentimenti, atteggiamenti, ecc.), che precorre taluni spunti di W. McDougall. Di rilievo è anche la sua discussione, nell’ambito della tradizionale tripartizione delle funzioni mentali in conoscenza, sentimento, conazione, dell’attività conativa (studio di processi mentali diretti a uno scopo) pratica e teorica (in partic. dell’attenzione). Si occupò anche di filosofia, soprattutto di etica e di estetica, nonché del problema del finalismo e di Dio. Le sue principali opere sono: Analytic psychology (2 voll., 1896); A manual of psychology (1899; 5a ed. 1938); Studies in philosophy and psychology (1930); Mind and matter (1931); God and nature (post., 1952).