Sanders, George
Attore cinematografico inglese, nato a Pietroburgo il 3 luglio 1906 e morto suicida a Barcellona il 25 aprile 1973. Raffinato e affascinante, con il suo naturale atteggiamento di aristocratica noncuranza interpretò personaggi per lo più caratterizzati da una moralità ambigua, nei quali il cinismo e la freddezza si fondono con la signorile eleganza dei modi. Nel 1951 vinse l'Oscar come miglior attore non protagonista per il film All about Eve (1950; Eva contro Eva) di Joseph L. Mankiewicz.
Tornato con la famiglia in Gran Bretagna durante la Rivoluzione di ottobre, S., dopo essersi occupato di com-mercio e aver lavorato nel cabaret e alla radio, interpretò alcuni piccoli ruoli nel cinema, non accreditato. Ottenne però la notorietà soltanto a Hollywood: lo stesso anno del suo arrivo, nel 1936, apparve infatti in Lloyds of London (I Lloyd di Londra) di Henry King, nel ruolo del rivale del protagonista (Tyrone Power); due anni dopo interpretò uno dei coraggiosi fratelli di Four men and a prayer (Il giuramento dei quattro) diretto da John Ford. Nel 1940 partecipò a due film di Alfred Hitchcock, Foreign correspondent (Il prigioniero di Amsterdam) e Rebecca (Rebecca, la prima moglie) nei ruoli, rispettivamente, di un corrispondente inglese che aiuta il protagonista a svelare un complotto e di un malvagio ricattatore. In questo periodo S. divenne molto popolare come protagonista della serie The saint (1939-1941), e successivamente, fino al 1942, recitando accanto a suo fratello, l'attore Tom Conway, in alcuni episodi di The falcon. Gli anni Quaranta videro consolidarsi il suo successo personale: nel 1941 interpretò Man hunt (Duello mortale) di Fritz Lang; nel 1942 Tales of Manhattan (Destino, noto anche come Destino su Manhattan) di Julien Duvivier e The Moon and sixpence (La Luna e sei soldi) di Albert Lewin; per quest'ultimo recitò anche in The picture of Dorian Gray (1945; Il ritratto di Dorian Gray) e fu il protagonista di The private affairs of Bel Ami (1947; Il disonesto). La partecipazione a due film di Otto Preminger (Forever Amber, 1947, Ambra; The fan, 1949, Il ventaglio) accompagnò S. verso il meritato Oscar, ottenuto con il ruolo, particolarmente congeniale al suo naturale e raffinato distacco, dello sprezzante e malevolo critico teatrale di All about Eve. Apparve inoltre in alcuni kolossal in costume (Samson and Delilah, 1949, Sansone e Dalila, di Cecil B. DeMille; Ivanhoe, 1952, di Richard Thorpe; Solomon and Sheba, 1959, Salomone e la regina di Saba, di King Vidor) e in due opere di F. Lang (il film di avventura Moonfleet, 1955, Il covo dei contrabbandieri, e il poliziesco While the city sleeps, 1956, Mentre la città dorme). Efficace nel restituire un'inquieta atmosfera matrimoniale, segnata dall'incomprensione e dal rancore, fu la sua interpretazione del gelido e indifferente marito protagonista del drammatico e intenso Viaggio in Italia (1954) di Roberto Rossellini, accanto a Ingrid Bergman. Nel 1957 lavorò come conduttore della serie televisiva The George Sanders mistery theater, mentre sempre più rare, e meno rilevanti, divennero, dalla fine degli anni Cinquanta, le sue apparizioni cinematografiche. Del 1960 è l'inquietante thriller fantascientifico Village of the damned (Il villaggio dei dannati) di Wolf Rilla, in cui S. è il padre di uno dei tanti bambini alieni, intelligenti e crudeli, misteriosamente nati in una cittadina inglese. Altre interpretazioni significative, sebbene non nel ruolo da protagonista, furono quelle nell'esilarante A shot in the dark (1964; Uno sparo nel buio) di Blake Edwards e nel film di spionaggio The Kremlin letter (1970; Lettera al Kremlino) di John Huston. Tre anni prima S. aveva doppiato, con voce morbida e insinuante, la perfida tigre Shere Khan nel film di animazione della Disney The jungle book (Il libro della giungla) di Wolfgang Reitherman.
Nel 1960 aveva pubblicato l'autobiografia, Memoirs of a professional cad, da cui emerge una vita ricca e movimentata anche dal punto di vista sentimentale: si sposò infatti quattro volte, una delle quali con l'attrice Zsa Zsa Gabor. Le circostanze del suo suicidio ‒ annunciato molti anni prima all'attore David Niven ‒ sembrano essere sinistramente in linea con il suo personaggio scettico e noncurante: S. lasciò alcune ironiche righe indicando nella noia il motivo del suo gesto.
R. Van Der Beets, George Sanders; an exhausted life, Maryland 1990.