O'KEEFFE, Georgia
Pittrice statunitense, nata a Sun Praire (Wisconsin) il 15 novembre 1887, morta a Santa Fe il 6 marzo 1986. Compiuti gli studi all'Art Institute di Chicago (1905-06) e, con W.M. Chase e K. Cox, presso l'Art Students League di New York (1907-08), viaggiò attraverso gli Stati Uniti, affiancando a una breve esperienza come graphic designer l'attività didattica svolta nelle scuole pubbliche del Texas (1912-18) e presso la Summer Art School dell'università di Virginia (1913-16). Stabilitasi a New York, tra il 1914 e il 1916, frequentò la Columbia University entrando rapidamente in contatto con l'ambiente d'avanguardia e in particolare con A. Stieglitz, che sposò nel 1924 e assieme al quale diresse, fino al 1946, la 291 Gallery di New York. Viaggiatrice instancabile, visitò l'Europa (1953), l'Asia (1960), il Medio Oriente (1963), trascorrendo tuttavia lunghi periodi ad Abiquiu, in Nuovo Messico, dove nel 1949 fissò la propria residenza. La O'K. ha ottenuto, oltre all'attenzione internazionale attraverso le ampie retrospettive realizzate presso il Withney Museum di New York (1970) e la National Gallery di Washington (1987, presentata poi a Chicago, New York, ecc.), importanti riconoscimenti, tra cui la Presidential Medal of Freedom (1977) e la National Medal of Arts (1985).
Pur rivelando fin dal principio un linguaggio estremamente personale, le prime opere della O'K. − in particolare i carboncini e gli acquerelli eseguiti tra il 1915 e il 1920 − presentano soluzioni contrastanti che alternano ai paesaggi e ai nudi dai vivaci cromatismi, d'ispirazione orientale, serie di immagini astratte e monocrome evocanti le forme naturali (Abstraction, 1919, New York, Collezione E.G. Halpert). Negli anni Venti la ricerca appare più coerentemente orientata verso un maggior realismo che, ricollegandosi alle soluzioni precisioniste, si traduce nelle serie di paesaggi urbani dalle nitide e rigorose forme geometriche (East River from Shelton, 1928, Washington, National Gallery) o nelle opulente immagini floreali che, ingigantite in dettagli macroscopici, suggeriscono un immaginario erotico ed enigmatico (Black iris, 1926, New York, Metropolitan Museum; Pink sweet peas, 1927, Chicago, Art Institute). Nel successivo ventennio il linguaggio iconografico si arricchisce di nuovi elementi − ossa e conchiglie sbiancate, turgidi germogli, rocce, canyons e simboli religiosi − desunti dai vasti panorami desertici del Nuovo Messico (Black Cross, New Mexico, 1929; Cow's skull and calico roses, 1931, Chicago, Art Institute; Near Abiquiu, 1941, New York, Collezione D. Bry) mentre riaffiora la tendenza a una maggiore astrazione, evidente soprattutto nelle opere degli anni Sessanta, che presentano forme estremamente semplificate immerse in ampi sfondi colorati (Wall with green door, 1952, Collezione dell'artista). Vedi tav. f.t.
Bibl.: G. O'Keeffe, The work of Georgia O'Keeffe, portfolio 1937; Id., Some memories of drawings, New York 1974; Id., Georgia O'Keeffe, ivi 1976; L. Lisle, Portrait of an artist: a biography of Georgia O'Keeffe, ivi 1980; J. Castro, The life and works of Georgia O'Keeffe, ivi 1985; C.C. Eldredge, Georgia O'Keeffe, ivi 1991; J. Hogrefe, O'Keeffe: the life of an American legend, ivi 1992; C.T. Patten, A. Cardona-Hine, Georgia O'Keeffe, Santa Fe 1992; B.B. Lynes, Georgia O'Keeffe, ivi 1993.
Cataloghi di mostre: A. Stieglitz, 100 pictures, oils, water-colors, pastels and drawings by Georgia O'Keeffe, New York 1923; D. Catton Rich, Georgia O'Keeffe: 40 years of her art, Worchester (Massachusetts) 1960; L. Goodrich, D. Bry, Georgia O'Keeffe, New York 1979; E. Munro, Originals: American women artists, ivi 1979; B. Haskell, Georgia O'Keeffe, Santa Fe 1985; J. Cowart, J. Hamilton, Georgia O'Keeffe, 1887-1986, Washington 1987; A. Arrowsmith, T. West, Two lives, Georgia O'Keeffe and Alfred Stieglitz: a conversation in paintings and photographs, New York 1992.