FORD, Gerald Rudolph
Uomo politico statunitense, nato a Omaha, Nebraska, il 14 luglio 1913. Studiò all'università del Michigan e alla scuola di giurisprudenza dell'università di Yale. Dopo aver prestato servizio nella Marina, fu eletto per la prima volta al Congresso nel 1948; rieletto 12 volte consecutive, fece parte di importanti commissioni parlamentari. Fu un "falco" durante la guerra del Vietnam, conservatore in materia di diritti civili. Capogruppo del partito di minoranza al Congresso, presiedette ambedue le Convenzioni del Partito repubblicano che nominarono Nixon come candidato alla presidenza degli SUA. Il 12 ottobre 1973 Nixon lo nominò vice-presidente al posto di Spiro T. Agnew, che era stato costretto a dimettersi in seguito ad accuse di evasione fiscale. Da vicepresidente dichiarò nei suoi discorsi di non ritenere che Nixon fosse coinvolto nello scandalo del Watergate. Dopo le forzate dimissioni di Nixon, F. divenne il 9 agosto 1974 il 38° presidente, scegliendo come vicepresidente il governatore dello stato di New York N. Rockefeller. Molto criticata fu la sua decisione dell'8 settembre 1974, di concedere il perdono a Nixon per evitare lo scatenamento di "nocive passioni", nel caso che il presidente dimissionario fosse stato processato. I provvedimenti proposti da F. per combattere l'inflazione furono ostacolati dal Congresso, in maggioranza democratico. Per combattere l'aumento della disoccupazione egli aveva proposto ai primi del 1975 un vasto programma di riduzione delle tasse; altre misure per combattere la crisi petrolifera non furono approvate dal Congresso. Nella primavera del 1975, il Congresso si oppose pure a misure militari di emergenza, da lui suggerite per aiutare i governi del Vietnam del Sud e della Cambogia a resistere alle offensive comuniste; e quando ambedue i governi crollarono, F. ordinò un'operazione aeronavale che trasse in salvo 140.000 uomini tra americani ed elementi anticomunisti del Vietnam del Sud e della Cambogia.
Nel novembre 1974 F. visitò il Giappone e la Corea del Sud, e a Vladivostok s'incontrò con L. Brežnev per cercare di concordare una limitazione delle armi nucleari strategiche. Alla fine di maggio e ai primi di giugno del 1975 F. si recò in Europa. Presenziò a Bruxelles a una conferenza dei capi della NATO, visitò la Spagna e l'Italia e s'incontrò in Austria col presidente egiziano Sadat. In seguito ad accuse di attività illegali della CIA, F. nominò una commissione d'inchiesta, presieduta da Rockefeller che confermò dette accuse. Il materiale così raccolto fu consegnato al ministero della Giustizia e a una speciale commissione del Senato. Il prestigio del presidente, di cui l'opinione pubblica parve apprezzare la correttezza e l'onestà, sembrò aumentare nella prima metà del 1975, sicché l'8 luglio F. annunciò la sua intenzione di presentarsi candidato alle elezioni presidenziali del 1976. Nominato dalla Convenzione del suo partito, F. svolse un'intensa campagna elettorale sostenendo, tra l'altro, un famoso duplice dibattito televisivo col suo rivale Carter, il quale risultò vincitore nelle elezioni del novembre 1976 con 297 voti elettorali negli stati e col 51% dei voti popolari, contro 241 voti elettorali negli Stati e il 48% dei voti popolari ottenuti da Ford.