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GERASA

di Renato Bartoccini - Enciclopedia Italiana (1932)
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GERASA (Γέρασα, Gerăsa)

Renato Bartoccini

Antica città della Transgiordania (oggi Gerash) di fondazione ellenistica. In epoca romana è attestato da epigrafi e monete anche il nome di Antiochia ('Αντιόχεια προς τῷ Χρυσορρόᾳ). Conquistata da Alessandro Ianneo nel 78 a. C., fece parte della Decapoli, dal 160 della provincia di Arabia e infine della Palaestina secunda. Era considerata una delle più importanti fortezze della regione; aveva una guarnigione fornita dalla III legione cirenaica. Sede di un vescovato nel sec. V, fu conquistata dagli Arabi sotto il califfato di ‛Omar e decadde rapidamente. Baldovino II nel 1121 occupò e rase al suolo la fortezza costruitavi dai Damasceni. Yāqūt, geografo musulmano del sec. XIII, ne parla come di località deserta. Risorse nel 1878, quando vi fu insediata una colonia di Circassi. Posta un tempo sulle due rive di un corso d'acqua, il Chrysorrhoas (oggi Wādī ed-dēr, o Wādī Gerash), congiunte da tre ponti, in terreno collinoso, Gerasa conserva ancora ruderi imponenti del quartiere occidentale, in gran parte romani e bizantini, ma anche del periodo ellenistico.

Possiede un caratteristico foro recinto da un colonnato a ferro di cavallo, vie ampie, un monumentale ninfeo, e gli accessi a due maestosi propilei che conducevano alla vasta terrazza occupata dal tempio di Artemide; esso domina ancora tutta la zona con le alte muraglie della celle il gruppo compatto delle colonne del pronao, alte circa 14 metri.

Una porta a triplice fornice, di accesso alla città, una naumachia, due teatri, due tetrapili, di cui uno dedicato ai Severi, delle terme, altri due templi attestano lo sviluppo assunto da Gerasa nei primi quattro secoli dell'impero; il cristianesimo vi ha lasciato numerose chiese, tre delle quali, scavate, hanno rivelato mosaici del sec. VI, di grande interesse. Non vi mancava neppure una sinagoga. Completano il quadro delle rovine le opere romane di sistemazione e captazione delle sorgenti del fiume, e la fontana, che ancora fornisce di acqua gli abitanti. Ampî lavori di scavo, condotti in parte da una missione anglo-americana, tendono a fare di questa località, ben collegata ad ‛Ammān e alla Palestina da ottime strade, una ricercata meta di turismo.

Bibl.: Benzinger, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VII, coll. 1242-44; H. Guther, Gerasa, Lipsia 1919; V. Tscherikower, Hellenistische Städtegründungen, in Philologus, Suppl. XIX, i, Lipsia 1927, p. 76 seg.

Vedi anche
Decapoli (gr. Δεκάπολις) Nel mondo greco-romano confederazione di dieci città. In particolare, quella fondata da Pompeo nel 64-63 a.C. riunendo i territori di 10 città della Transgiordania (Damasco, Filadelfia, Rafana, Scitopoli, Gadara, Ippo, Dio, Pella, Gerasa, Canata). Transgiordania Emirato formatosi nel 1921 nei territori a E del Giordano affidati in mandato alla Gran Bretagna; dopo la guerra arabo-israeliana del 1948-49 prese il nome di Giordania (➔). Giordania Stato dell’Asia sud-occidentale, nel Vicino Oriente; il territorio confina a N con la Siria, a NE con l’Iraq, a SE e a S con l’Arabia Saudita, a O con Israele. Fino al 1967 comprendeva la Transgiordania (a E del fiume Giordano) e la Cisgiordania, passata poi sotto il controllo di Israele; dal 1988 il ... foro Presso gli antichi Romani, lo spazio intorno alla casa e alla tomba; più tardi, il centro religioso, commerciale, amministrativo, culturale della città ( foro urbano). Nei centri abitati di maggiore importanza, oltre che piazza del mercato, era soprattutto il centro della vita degli affari. Secondo Vitruvio, ...
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    (gr. Γέρασα) Antica città della Giordania (od. Jarash, nel distretto di Irbid), fondata in età ellenistica da (o in onore di) un re seleucidico di nome Antioco, come mostra l’altro nome, frequente in quest’epoca, di Antiochia al Crisorroa (gr. ̓Αντιόχεια πρὸς τῷ Χρυσορρόᾳ), dal fiume che la traversava. ...
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