GERASA (Γέρασα, Gerăsa)
Antica città della Transgiordania (oggi Gerash) di fondazione ellenistica. In epoca romana è attestato da epigrafi e monete anche il nome di Antiochia ('Αντιόχεια προς τῷ Χρυσορρόᾳ). Conquistata da Alessandro Ianneo nel 78 a. C., fece parte della Decapoli, dal 160 della provincia di Arabia e infine della Palaestina secunda. Era considerata una delle più importanti fortezze della regione; aveva una guarnigione fornita dalla III legione cirenaica. Sede di un vescovato nel sec. V, fu conquistata dagli Arabi sotto il califfato di ‛Omar e decadde rapidamente. Baldovino II nel 1121 occupò e rase al suolo la fortezza costruitavi dai Damasceni. Yāqūt, geografo musulmano del sec. XIII, ne parla come di località deserta. Risorse nel 1878, quando vi fu insediata una colonia di Circassi. Posta un tempo sulle due rive di un corso d'acqua, il Chrysorrhoas (oggi Wādī ed-dēr, o Wādī Gerash), congiunte da tre ponti, in terreno collinoso, Gerasa conserva ancora ruderi imponenti del quartiere occidentale, in gran parte romani e bizantini, ma anche del periodo ellenistico.
Possiede un caratteristico foro recinto da un colonnato a ferro di cavallo, vie ampie, un monumentale ninfeo, e gli accessi a due maestosi propilei che conducevano alla vasta terrazza occupata dal tempio di Artemide; esso domina ancora tutta la zona con le alte muraglie della celle il gruppo compatto delle colonne del pronao, alte circa 14 metri.
Una porta a triplice fornice, di accesso alla città, una naumachia, due teatri, due tetrapili, di cui uno dedicato ai Severi, delle terme, altri due templi attestano lo sviluppo assunto da Gerasa nei primi quattro secoli dell'impero; il cristianesimo vi ha lasciato numerose chiese, tre delle quali, scavate, hanno rivelato mosaici del sec. VI, di grande interesse. Non vi mancava neppure una sinagoga. Completano il quadro delle rovine le opere romane di sistemazione e captazione delle sorgenti del fiume, e la fontana, che ancora fornisce di acqua gli abitanti. Ampî lavori di scavo, condotti in parte da una missione anglo-americana, tendono a fare di questa località, ben collegata ad ‛Ammān e alla Palestina da ottime strade, una ricercata meta di turismo.
Bibl.: Benzinger, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VII, coll. 1242-44; H. Guther, Gerasa, Lipsia 1919; V. Tscherikower, Hellenistische Städtegründungen, in Philologus, Suppl. XIX, i, Lipsia 1927, p. 76 seg.