GERMANO, vescovo di Auxerre, Santo
Nato di nobile famiglia ad Auxerre circa il 380, studiò diritto a Roma e, con l'appoggio dell'imperatore Onorio, entrò nella carriera pubblica, dalla quale (come S. Ambrogio, al quale può, per certi aspetti, essere riavvicinato) passò a quella episcopale in circostanze rese oscure dalla leggenda. Prefetto di Auxerre, alla morte del vescovo Amatore fu chiamato a succedergli (7 luglio 418). In questa situazione, nuova per lui, G. si distinse talmente che, quando l'episcopato della Gallia decise d'inviare una missione in Britannia per combattere la diffusione in quell'isola del pelagianesimo, G., forse con l'autorizzazione dello stesso papa Celestino, fu incaricato della bisogna. La duplice missione di G. in Britannia (429-431, 447-448; la prima volta in compagnia di Lupo di Troyes, la seconda di Severo di Treviri) ebbe effetti decisivi per il cristianesimo bretone: il pelagianesimo fu quasi definitivamente debellato, il monachismo ricevette larghissimo impulso e la diffusione stessa del cristianesimo se ne avvantaggiò notevolmente; può darsi che a G. si possa anche far risalire l'introduzione in Britannia della liturgia locale. Non chiari i rapporti di G. con Palladio e Patrizio, i due apostoli dell'Irlanda, anche perché si è qualche volta pensato che i due possano essere identificati; né si può dire se e fino a che punto G. sia entrato nel patrocinare le missioni dei due: certo è che Patrizio, nel suo lungo soggiorno ad Auxerre, fu per molto tempo al fianco di G., che con tutta probabilità lo consacrò vescovo. G. morì a Ravenna, il 31 luglio 448, durante una missione alla corte di Valentiniano III. Le sue spoglie furono trasportate ad Auxerre.
Bibl.: Sulla Vita Germani attribuita a Costantino di Lione, discepolo di G. (in Acta Sanctorum, luglio, VII, Anversa 1731, pp. 184-304), v.: Levison, in Neues Archiv für die ältere deutsche Geschichtskunde, XXIX, p. 96 segg. Sull'opera di G. v.: L. Gougaud, Les chrétientés celtiques, Parigi 1911, passim. La biografia di G. più recente, ma forse eccessivamente fedele ai dati tradizionali, è quella di L. Prunel, Saint Germain d'Auxerre, Parigi 1929.