GERME e GERMINALE (dal lat. germen "germe, germoglio, germogliamento, pollone")
Con la parola germe, oggi quasi in disuso in biologia, si suole significare il primo stadio di sviluppo dell'embrione (v.), o uno stadio (spora) del ciclo vitale di organismi semplicissimi quali i batterî (v.), o gli stessi batterî, ad es. i germi patogeni, mentre si chiama germogeno, quel protoplasma che dà origine, negli organismi, alle cellule riproduttrici o germinali. L'appellativo di germinale caratterizza, nella terminologia biologica, qualsiasi elemento o fatto inerente ai primissimi stadî dello sviluppo d'un organismo sia prima, sia dopo la fecondazione dell'uovo. Si chiama infatti (Purkinje, 1825) vescicola germinale (o germinativa) il nucleo del gamete femminile (uovo) prima della maturazione e macula germinale il nucleolo; gli stessi gameti maschile e femminile (spermio e uovo) si dicono elementi germinali che sono prodotti (Waldeyer) dall'epitelio germinale delle gonadi o ghiandole germinali (testicoli e ovarî). Il nome di nuclei germinali (O. Hertwig) è stato adottato, nell'uso comune, per indicare i pronuclei d'origine paterna e materna nell'uovo dopo la fecondazione. (Per la maturazione degli elementi germinali: spermatogenesi e oogenesi: v. fecondazione; genetica).
Si chiama linea germinale la successione degli stadî che attraversano gli elementi germinali dalle prime fasi dello sviluppo di un organismo al loro differenziamento definitivo. Questa discendenza delle cellule germinali da cellule capostipiti o cellule germinali primordiali - talora distinte fin dallo stadio in cui l'uovo si divide in due blastomeri - e che accade indipendentemente dal differenziamento (v.) istologico delle cellule costituenti l'organismo (soma), ha permesso di fare ammettere (A. Weismann) in ogni organismo l'esistenza di un plasma germinale e di un somatoplasma, il primo essendo trasmesso di generazione in generazione, quale determinante dei caratteri ereditarî (v. determinazione). Su tale continuità del plasma germinale e sulla sua indipendenza di origine e di differenziamento dalle cellule del soma si basa la teoria di A. Weismann sui fenomeni di eredità (v.) e dello sviluppo (v. embriologia), secondo la quale l'eredità è trasmessa ai discendenti attraverso questa particolare sorta di plasma, oggi identificato con la cromatina del nucleo e più precisamente con i cromosomi che lo compongono. Nel plasma germinale, e nei determinanti in cui esso si suddivide, risiederebbero dunque, secondo tale concezione, i fattori dello sviluppo di un organismo. Il concetto del Weismann era già stato tracciato, nelle sue linee generali, nella teoria di Nägeli, secondo la quale un particolare plasma (idioplasma) contenuto nelle cellule germinali, ma non bene identificato, e trasmesso con la fecondazione alla discendenza, sarebbe stato la causa determinante e la base dell'eredità. Gli studî più moderni di citologia e di embriologia sperimentale permettono invece di sostituire al termine vago di idioplasma quello di plasma germinale ed estendono il valore e il significato di questo a tutti quei costituenti del complesso nucleo-plasmatico che hanno una particolare importanza come fattori dei fenomeni di determinazione sia nello sviluppo sia nell'eredità.
Si parla infine di prelocalizzazioni o di localizzazioni germinali, in embriologia, volendo alludere all'esistenza nell'uovo di particolari regioni, spesso identificabili, che dànno origine, con l'ulteriore sviluppo, a parti determinate del futuro organismo. La presenza di queste localizzazioni, che era stata ammessa ipoteticamente fin dalla prima teoria delle prelocalizzazioni nel germe, oggi è un fatto indiscusso, poiché si è potuto dimostrare sperimentalmente che, asportando particolari parti dell'ooplasma o rendendo difettoso in vario modo l'uovo in determinate regioni, si produce lo sviluppo di un organismo o di una larva che risultano difettosi o addirittura privi di quelle parti, di quegli organi e di quelle strutture che si differenziano nello sviluppo normale da queste regioni localizzate nell'uovo. Questa serie di ricerche sperimentali ha quindi condotto a estendere la teoria dello sviluppo a mosaico a tutte le uova nelle quali le localizzazioni germinali si stabilizzano più o meno precocemente e a modificare l'idea epigenetica (v. epigenesi) dello sviluppo sulle basi di una preformazione, non più intesa nel vecchio significato (v. embriologia).
Bibl.: A. Weismann, Das Keimplasma, Jena 1893.