GERMISONI (Cermisone), Filippo, detto il Moletta
Nacque a Roma il 26 maggio 1664 da Giovanni Alberto e Marta Mola, sorella del pittore Pier Francesco Mola, dal quale derivò il soprannome (Pio, p. 39; Pascoli, p. 128).
Apprese l'arte del disegno dall'accademico G. Bonatti e nell'autunno del 1681 partecipò al concorso di terza classe di pittura bandito dall'Accademia di S. Luca, risultando vincitore del primo premio. Nello stesso 1681 morì il suo primo maestro e il G. passò alla scuola di C. Maratta, nella quale rimase per tredici anni. Il periodo di apprendistato, spesso affiancato a lunghe pause di inattività, lo condusse a specializzarsi nella decorazione di finti arazzi e di tele con colori ricavati da "sughi d'erba", nonché in "bellissimi lavori di carozze" (Pio, p. 39).
Prima del 1703 il G. doveva essersi sposato con Apollonia Mazzi, visto che il 5 luglio di quell'anno una loro figlia, Teresa, venne battezzata in S. Lorenzo in Damaso (Bonaccorso - Manfredi, p. 90). Il 10 nov. 1709 il G. venne ammesso a far parte della Congregazione di S. Giuseppe di Terrasanta, o dei Virtuosi al Pantheon. A partire dal 1711 si data l'inizio della società con M. Benefial: secondo G.B. Ponfredi, il G. si occupava di raccogliere le commissioni e di condurre la fase intermedia del lavoro, mentre Benefial si assumeva l'onere dell'ideazione e della rifinitura dei dipinti, ma alla stesse condizioni remunerative del socio. L'unica testimonianza rimasta di questa collaborazione, e una delle poche opere oggi conservate del G., è la pala d'altare della distrutta chiesa romana dei Ss. Nicola e Biagio, detta dei Cesarini, con la Visione di s. Nicola (ora nella chiesa del collegio di S. Alberto a Roma): se le tipologie delle figure, che richiamano l'opera di analogo soggetto di G.B. Gaulli, detto il Baciccia, nella chiesa della Maddalena (1698), segnalano la mano di Benefial, i due angeli vicino al santo, così simili ai putti decorativi dipinti sugli emblemi, e l'adesione superficiale alla moda marattesca, evidente nella parte alta della tela, sono riferibili a un intervento diretto del G. (Petraroia, pp. 374 s.). Il sodalizio pittorico durò sino al febbraio del 1713, quando Benefial cominciò a lavorare per i principi Pamphili.
Il resto della produzione del G. è purtroppo legato soltanto alle testimonianze della letteratura artistica. Pio (p. 40) ricorda suoi finti arazzi nelle dimore Pamphili, Altieri, Massimi e Carpegna e nella cappella di S. Anna in S. Carlo ai Catinari, due tavole d'altare nella chiesa dei padri minori a Montefiascone e una Caduta di Lucifero sopra la porta della chiesa dell'ospedale di S. Giovanni in Laterano. In qualità di progettista di decorazioni il G. avrebbe poi realizzato per la cappella Sistina, su incarico di Clemente XI, una serie di "finti arazzi a oro in rabeschi", collocati fra gli zoccoli dei finti pilastri di entrambe le pareti lunghe (Chattard).
Meglio documentata è la sua attività di collezionista e ordinatore di disegni e stampe antiche, un'occupazione cui egli si era dedicato fin dagli anni della giovinezza, perfezionando col tempo le competenze tecniche e maturando un occhio attento da conoscitore: dopo aver messo in ordine i fogli di G. Guerrero, abate generale dell'Ordine cistercense, il G., che forse ereditò la raccolta di Mola, fu preposto da N. Pio a sistemare la sua collezione di stampe e disegni che peraltro comprendeva dieci ritratti di artisti di mano del G. (Clark, 1967; Bjurström).
Nel 1725 la figlia Teresa, destinata al monastero di S. Lucia, poté usufruire di una delle doti per giovani nubili messe a disposizione dalla Congregazione del Pantheon.
Nella seduta dei Virtuosi del 6 marzo 1729 si annunciò che il G. aveva fatto fare "l'arma del Ricamatore per metterla nel paliotto rigalato dall'Eminentissimo signor Cardinal Ottoboni nostro protettore nell'anno scorso, qual paliotto è ricamato d'oro, e fiori naturali" (Bonaccorso - Manfredi, p. 97).
Il coinvolgimento all'interno del gruppo del Pantheon è testimoniato dalle cariche che il G. assunse nei primi anni Trenta: secondo aggiunto nel 1730, provveditore nel 1731 e primo aggiunto nel 1732, anche se non riuscì mai a ottenere il ruolo di reggente (ibid., pp. 99, 102). Dopo il 1735 il G. non compare più tra i partecipanti alle riunioni dei Virtuosi.
Niente altro si sa di lui fino alla morte, avvenuta a Roma il 17 apr. 1743 (Lanzetta). Il suo ritratto fu disegnato da A. Masucci (Stoccolma, Museo nazionale, inv. N.M.H. 3042/1863).
Fonti e Bibl.: N. Pio, Le vite di pittori scultori et architetti (1724), a cura di C. Enggass - R. Enggass, Città del Vaticano 1977, pp. III, X, 13, 16, 19, 21, 35, 39 s., 93, 100, 113, 120, 132, 166, 180, 244, 302, 399; L. Pascoli, Vite de' pittori, scultori ed architetti moderni, I, Roma 1730, pp. 128 s.; F. Titi, Descrizione delle pitture, sculture e architetture esposte al pubblico in Roma, Roma 1763, p. 154; G.B. Ponfredi, Lettera al signor conte Nicola Soderini (Roma 1764), in G.G. Bottari - S. Ticozzi, Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura, V, Milano 1822, p. 13; G.P. Chattard, Nuova descrizione del Vaticano, II, Roma 1766, p. 38; G.K. Nagler, Neues allgemeines Künstlerlexikon, V, München 1837, pp. 115 s.; G. Lafenestre - E. Richtenberger, Rome. Le Vatican. Les églises, Paris 1903, p. 143; F. Noack, Marco Benefial, ein Bahnbrecher des Klassizismus, in Monatshefte für Kunstwissenschaft, XII (1919), p. 126; H. Voss, Die Malerei des Barock in Rom, Berlin 1925, p. 638; E. Borea, Benefial, Marco, in Diz. biogr. degli Italiani, III, Roma 1966, p. 467; A.M. Clark, Manners and methods of Benefial, in Paragone, XVII (1966), 199, pp. 22 s.; Id., The portraits of artists drawn for N. Pio, in Master Drawings, V (1967), pp. 6 s., 12, 15, 17, 19 s., 23; B. Riccio, Ancora su Mola, in Arte illustrata, V (1972), 51, p. 404; S. Prosperi Valenti Rodinò, Note storiche sulle collezioni Corsini e Pio del Gabinetto nazionale delle stampe, in Immagini da Tiziano (catal.), Roma 1976, p. 24; P. Petraroia, Contributi al giovane Benefial, in Storia dell'arte, 1980, nn. 38-40, pp. 374-377, 379; I disegni di figura nell'Archivio storico dell'Accademia di S. Luca, I, a cura di A. Cipriani - E. Valeriani, Roma 1988, pp. 85, 87; S. Prosperi Valenti Rodinò, Le collezioni di stampe di N. Pio, in Boll. d'arte, LXXIII (1988), 52, pp. 67, 69 s., 72 n. 26; L. Barroero, in La pittura in Italia. Il Settecento, Milano 1989, I, p. 393; II, p. 621; E. Debenedetti, La pittura del Settecento a Roma. I. Da Clemente XI a Benedetto XIV, Roma 1991, p. 83; W.M. Griswold, Guercino, in Bulletin of the Metropolitan Museum of art, XLVIII (1991), 4, pp. 4 s.; L. Lanzetta, in L. Pascoli, Vite de' pittori…, ed. critica dedicata a V. Martinelli, Perugia 1992, pp. 190 n. 1, 194 n. 34; G. Sestieri, Repertorio della pittura romana della fine del Seicento e del Settecento, I, Torino 1994, p. 24; P. Bjurström, Nicola Pio as a collector of drawings, Stockholm 1995, pp. 84-93; G. Bonaccorso - T. Manfredi, I Virtuosi al Pantheon 1700/1758, Roma 1998, pp. 26, 71-74, 76-82, 84-99, 101-105, 142; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIII, p. 479; Diz. enciclopedico Bolaffi…, V, p. 343.