BOCCADIFERRO, Gerolamo
Nacque a Bologna nel 1552 da Francesco e Giovanna Fasanini e fu nipote del filosofo Ludovico. Avviatosi nel 1566 agli studi di lettere e filosofia, ebbe per maestro di logica Paolo Muzzoli. Iscrittosi poi all'università bolognese, passò a seguire i corsi di giurisprudenza di Ferrante Vezza e Antonio Giovannini. Laureatosi nel 1577 in utroque, tenne quell'anno il corso di istituzioni nel pubblico Studio, su designazione del Senato cittadino.
Dalla cattedra di istituzioni passò nel 1581 alla lettura mattutina ordinaria del Vetus che alternò per un quarantennio alla lectura Codicis. Si dedicava intanto assiduamente all'attività forense: iscritto fin dal 1580 al Collegio pontificio, sostenne cause importanti, come quella nel 1598, assieme a Guido Panciroli, per il cardinale Federico Borromeo, contro il governatore di Milano (cfr. del B. i Consilia sex pro Immunitate Ecclesiastica, Bononiae 1607); nel 1599 per il duca di Mantova e nel 1601 per il duca di Savoia. Della sua consulenza si valse anche il cardinal Maffeo Barberini, prima della elezione a papa, specie in materia giurisdizionale.
Di questa sua attività di forense furono raccolti dal figlio Francesco i più importanti consilia, in due volumi a stampa (Responsa, Bononiae 1645): sono di scarsa originalità scientifica, per la pedissequa applicazione dei moduli della giurisprudenza consulente, ma non privi di incisive formulazioni che ripropongono con chiarezza espositiva la tradizionale linea esegetica della dottrina italiana, come l'osservazione, in tema di dominio diviso, che "consolidato utili cum directo directum efficitur plenius, et commoda, quae resultant, adscribuntur directo et non utili dominio" (f. 134v).
Più interessanti gli scritti legati alla sua attività di docente, per l'eclettica commistione di tradizionalismo dogmatico e di spunti eruditi (J. B. Mencke, De charlataneria eruditorum, Lucae 1726, pp. 346 s.), specie le Explicationes in titulorum Institutionum..., Bononiae 1601, e il Tractatus de differentiis intra iudicia civilia et criminalia, riportato da G. V. Marchesi (Monumenta virorumillustrium..., II, Forolivi 1727, p. 75). Il Tomasini (p. 124) accenna anche a una raccolta manoscritta andata perduta di Lectiones in omnes ordinarias iuris civilis materias.
Ricoprì anche cariche amministrative e giudiziarie: più volte eletto tra gli Anziani, fu nel 1589 avvocato di Camera e nel 1600 consultore del S. Uffizio, e in diverse occasioni giudice del Foro dei Mercanti.
Nel 1589 aveva sposato Orinzia Cattaneo, da cui ebbe cinque figli, fra cui Francesco Maria, che, vestito l'abito ecclesiastico, fu protonotario apostolico, e nel 1635 successe a Camillo, Gessi nella carica di avvocato dei poveri e tenne presso lo Studio bolognese, dopo la morte del padre, la cattedra onoraria di ius civile.
Il B. morì a Bologna il 1º marzo 1623, e fu sepolto nella chiesa di S. Giorgio.
Bibl.: G. F. Tomasini, Elogia virorum..., Patavii 1644, pp. 124 s.; P. S. Dolfi, Cronologia delle famiglie nobili di Bologna, Bologna 1670, p. 171; A. Fontana, Bibliotheca legalis, Parmae 1688, p. 151; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 3, Brescia 1762, pp. 1371 s.; G. Fantuzzi, Not. degli scrittori bolognesi, II, Bologna 1782, pp. 206-210; I rotuli... dello Studiobolognese, a cura di U. Dallari, Bologna 1884-1924, ad Indicem (IV, p. 98, s. v. Buccaferreus Hyeronymus); G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, XIX, Venezia 1824, p. 111; S. Mazzetti, Rep. di tutti i prof. della Univ. e dell'Ist. delle scienze di Bologna, Bologna 1848, nn. 508 (Francesco), 509 (Gerolamo); P. Fiorelli, La tortura giudiziaria nel diritto comune, II, Varese 1954, p. 166 n. 28.