SQUARZAFICO (Squarciafico), Gerolamo (Girolamo)
SQUARZAFICO (Squarciafico), Gerolamo (Girolamo).– Nacque ad Alessandria da una famiglia genovese. La ricerca allo stato attuale non permette di ricostruirne le vicende biografiche, e, in assenza di fonti d’archivio, nemmeno di stabilirne le date di nascita e di morte.
Promotore e collaboratore di importanti stampe di testi classici e volgari, è noto dunque attraverso le edizioni alle quali collaborò, con un’attività documentata tra il 1471 e il 1503, intrapresa con il nome Squarzafico, con il quale egli si firma, malgrado spesso venga citato come Squarciafico. Le poche notizie sulla sua vita sono disseminate nei suoi scritti: nella Vita di Giovanni Boccaccio afferma di aver visitato a Certaldo il sepolcro del poeta; a Pavia visionò la notizia della morte di Laura nel codice virgiliano di Francesco Petrarca; nella Vita di Petrarca dichiara di aver avuto una magna consuetudo con Pier Candido Decembrio, mentre nella dedica all’edizione di Giuseppe Flavio riferisce di un suo viaggio in Grecia, anteriore quindi al 1481. Nell’epistola che accompagna l’edizione della Storia naturale di Plinio del 1501 dice di essere tornato ad Alessandria dopo un’assenza di trentaquattro anni; vi afferma inoltre di essere stato vittima di pirati durante il suo viaggio di ritorno da Cipro e di essere rimasto in seguito otto anni in Puglia, per poi venire spogliato, al suo rientro in patria, di tutti i suoi beni dai soldati francesi.
Probabilmente fu amico, o forse allievo, di Francesco Filelfo, che appoggiò nella sua polemica contro Giorgio Merula. I dedicatari delle edizioni da lui promosse sono spesso personaggi di rilievo, ma non è quasi mai possibile ricostruire la natura delle relazioni che intratteneva con loro. Fu attivo a Milano e a Venezia e partecipò a edizioni di grande importanza per la cultura sia umanistica sia volgare in qualità di correttore, revisore e prefatore, ma appare spesso difficile determinare la natura esatta e l’estensione del suo contributo.
Nel 1471 partecipò alla stampa della Bibbia volgare di Nicolò Malerbi (1471, Venezia, Vendelino da Spira) alla quale premise un poemetto di elogio dell’arte della stampa. Per la riedizione del 1477, egli sottomise il testo a un’ampia revisione e aggiunse una prefazione, nonché la lettera d’Aristea nella traduzione di Bartolomeo Fonzio. Nel 1472 uscì l’edizione del Filocolo (Filippo e Gabriele di Piero) con un’epistola dedicatoria e una Vita di Boccaccio scritte da lui.
Questa biografia è la prima, dopo quelle incentrate sul Boccaccio umanista di Filippo Villani e Giannozzo Manetti, a mettere in risalto le opere volgari e i presunti amori del poeta. Sul versante umanistico menziona l’impegno del Certaldese nello studio del greco e accenna all’edizione della Genealogia deorum e del Bucolicum carmen di Vendelino da Spira del 1472 (GW 4475), alla quale egli forse pure collaborò.
Nel 1472 pubblicò con Antonio Moretto l’Epistolario di Leonardo Bruni; nel 1475 redasse le Vite di Catullo, Tibullo e Properzio (per l’edizione di questi poeti e delle Silvae di Stazio: GW 6387) parafrasando sostanzialmente le relative biografie di Sicco Polentone.
Una fitta attività è documentata tra il 1477 e il 1481: collaborò all’editio princeps di Asconio e a quella del volgarizzamento trecentesco di Giustino, a cui è acclusa una sua epistola dedicatoria al condottiero Niccolò da Campobasso (entrambe le stampe, Venezia, presso Giovanni da Colonia e Giovanni Manthen, 1477), nonché all’edizione di Sallustio (Filippo di Piero, 1478) accompagnata da una Vita dell’autore redatta da lui stesso, già pubblicata anonimamente nel 1474 (GW M39595). Nel 1479 apparve la princeps del De vita Christi ac omnium pontificum del Platina con una lettera dedicatoria di Squarzafico indirizzata all’autore. Nel 1481 contribuì con una biografia dell’autore, ricavata da San Gerolamo, all’edizione del De bello judaico di Giuseppe Flavio, nella traduzione di Rufino di Aquileia, e collaborò all’edizione di Diodoro Siculo nella versione di Poggio Bracciolini, accludendovi una premessa in cui rende omaggio a Francesco Filelfo.
Promozione delle letterature classiche e della letteratura volgare s’intrecciano nell’attività di Squarzafico: nel 1484 infatti uscì l’Elegia di madonna Fiammetta (Venezia, Filippo di Piero), alla quale fece seguire un’Epistola alle donne innamorate che propone una lettura moralistica dell’opera boccacciana, come messa in guardia contro i pericoli della passione; dello stesso anno è anche l’edizione del Petrarca volgare di Piero de Plasiis, che comprende i Trionfi con il commento dell’Illicino e il Canzoniere corredato del commento incompiuto di Francesco Filelfo, portato a termine da Squarzafico. Il commento fu più volte ristampato assieme a quello detto di Antonio da Tempo. Nel 1485 premise una lettera di dedica, indirizzata a Pierre de Aubusson, all’edizione del De oratore di Cicerone (accompagnato da altri testi retorici antichi; GW 6750).
Dal 1485 fino al 1501 non si ha nessuna traccia di una sua attività, salvo forse una eventuale collaborazione all’edizione illustrata del Decameron (1492, Venezia, De Gregori), che contiene peraltro la sua Vita del Boccaccio. Al 1501 risale la Vita del Petrarca che accompagna l’edizione delle opere latine del poeta (Venezia, Andrea Torresani). Questa biografia conobbe una larghissima diffusione, anche europea, soprattutto grazie alle edizioni basilesi delle opere petrarchesche (1554 e 1581, Henric Petri).
Squarzafico operò essenzialmente una compilazione delle biografie di Vergerio e di Sicco Polentone privilegiando pertanto un Petrarca umanista, ma accolse anche elementi narrativi e aneddotici, spesso senza fondamento, come il presunto possesso di una villa a Linterno e la polemica contro gli studi giuridici che Petrarca avrebbe indirizzato a Cino da Pistoia.
Sempre nel 1501 uscì la Storia naturale di Plinio nel volgarizzamento di Cristoforo Landino con un’epistola dedicatoria di Squarzafico indirizzata a Paolo Valier. Del 1502 è invece l’edizione delle Vite di Plutarco (Venezia, Donino Pincio), alla quale accluse tre vite (Socrate, Epaminonda, Attila). Dopo il 1503, anno in cui uscì una nuova edizione del Filocolo con una dedicatoria a Francesco Contarini, non si hanno più sue notizie e non sono attestate edizioni a cui avrebbe collaborato.
Opere. I testi di Squarzafico che accompagnano le edizioni a cui collaborò (prefazioni, epistole di dedica, vite) sono pubblicati da Allenspach - Frasso, 1980, a eccezione della vita di Boccaccio (pubblicata da A. Solerti, Le vite di Dante, Petrarca e Boccaccio scritte fino al secolo decimosesto, Milano 1904, e, in modo più affidabile, da Quarta, 1909) e quella di Petrarca (in Solerti, 1904). Il poemetto d’elogio della stampa è ripubblicato in Stampa meretrix, 2011, pp. 36-42. Edoardo Barbieri (1989, p. 456) trascrive il testo di una preghiera, inserita nella seconda edizione della Bibbia volgare dopo i Salmi, che può essere attribuita a Squarzafico. Oltre ai testi legati alla sua attività di editore e di commentatore, ci restano due distici contro papa Sisto IV, trascritti nel codice Marciano XIV, 267 (Cian, 1891, p. 296), e due lettere, di cui una indirizzata a Jacopo Bracciolini, conservate in un codice braidense (Kristeller, 1963, p. 357).
Francesco Filelfo gli mandò due biglietti (J. De Keyser tuttavia esprime dei dubbi sulla loro autenticità nella sua edizione critica: F. Filelfo, Collected Letters. Epistolarum Libri XLVIII, III, Alessandria 2015, p. 1496).
Fonti e Bibl.: Per la conoscenza della vita e degli scritti di Squarzafico risulta fondamentale J. Allenspach - G. Frasso, Vicende, cultura e scritti di Gerolamo Squarzafico, alessandrino, in Italia medioevale e umanistica, XXIII (1980), pp. 233-292. Le notizie biografiche ricavabili dai suoi scritti sono raccolte da Nino Quarta (1905, pp. 282-287) e presentate in modo più approfondito da Allenspach - Frasso, 1980. La più antica notizia biografica, fortemente elogiativa, contenuta nel Teatro di uomini letterati aperto dall’abate Girolamo Ghillini (Venezia, 1647, p. 127), non può essere considerata affidabile, poiché fa di Squarzafico addirittura un contemporaneo del Petrarca.
V. Cian, Gioviana. Di Paolo Giovio poeta, fra poeti, e di alcune rime sconosciute del secolo XVI, in Giornale storico della letteratura italiana, XVII (1891), pp. 277-357; N. Quarta, I commentatori quattrocenteschi del Petrarca, in Atti della Reale Accademia di archeologia, Lettere e belle arti in Napoli, XXIII (1905), pp. 269-324; Id., A proposito delle relazioni del Petrarca con Cino da Pistoia, in Bullettino storico pistoiese, XI (1909), pp. 89-102; P.O. Kristeller, Iter italicum, I, London-Leiden 1963; W. Handschin, Francesco Petrarca als Gestalt der Historiographie. Seine Beurteilung in der Geschichtsschreibung vom Frühhumanismus bis zu Jacob Burckhardt, Basel 1964; C. Dionisotti, Fortuna del Petrarca nel Quattrocento, in Italia medioevale e umanistica, XVII (1974), pp. 61-113; M. Ferrari, Dal Boccaccio illustrato al Boccaccio censurato, in Boccaccio in Europe, a cura di G. Tournoy, Leuven 1977, pp. 111-133; G. Billanovich, Nuovi autografi (autentici) e vecchi autografi (falsi) del Petrarca, in Italia medioevale e umanistica, XXII (1979), pp. 223-238; M. Lowry, «Nel Beretin Convento»: the Franciscans and the Venetian press (1474-78), in La Bibliofilia, LXXXV (1983), pp. 27-40; E. Barbieri, La fortuna della Bibbia vulgarizata di Nicolò Malerbi, in Aevum, LXIII (1989), pp. 419-500; C. Pedretti, The Mock sepulchre, in Achademia Leonardi Vinci, II (1989), pp. 127-130; P. Trovato, «Con ogni diligenza corretto». La stampa e le revisioni editoriali dei testi letterari italiani (1470-1570), Bologna 1991; E. Barbieri, Le Bibbie italiane del Quattrocento e del Cinquecento, Milano 1992, I, pp. 199-205; B. Richardson, Print culture in Renaissance Italy, Cambridge 1994; J. Bartuschat, Les “Vies” de Dante, Pétrarque et Boccace en Italie (XIVe-XVe siècles). Contribution à l’histoire du genre biographique, Ravenna 2007; E. Curti, Prime ricerche sugli incunaboli dell’«Elegia di madonna Fiammetta», in Studi sul Boccaccio, XXXV (2007), pp. 69-83; R. Daniels, Boccaccio and the book: production and reading in Italy 1340-1520, London 2009, pp. 113 s.; Stampa meretrix. Scritti quattrocenteschi contro la stampa, a cura di F. Pierno, Venezia 2011; C. Busjan, Petrarca-Hermeneutik. Die Kommentare von Alessandro Vellutello und Giovan Andrea Gesualdo im epochalen Kontext, Berlin 2013; J. Bartuschat, Vie du poète et paratexte: G. S., les éditions de Boccace à la Renaissance et les enjeux de la biographie, in Vies d’écrivains, Vies d’artistes. Espagne, France, Italie (XVIe-XVIIIe siècles), a cura di M. Residori et al., Paris 2014, pp. 21-35; F. Pierno, «In nostro vulgare dice». Le glosse lessicali della Bibbia di Nicolò Malerbi (Venezia, 1471): tra lingua del quotidiano, tradizione lessicografica e Parola di Dio, in Studium, II (2015), pp. 176-197. Si veda inoltre il catalogo on-line (GW) di tutti gli incunaboli esistenti nelle biblioteche del mondo a cura della biblioteca statale di Berlino, https://www.gesamtkatalogderwiegendrucke.de.