DOU [pron. dạu], Gerrit (Gerardo)
Pittore, nato a Leida il 7 aprile 1613, ivi sepolto il febbraio 1675. Dal 1628 al 1631 allievo del Rembrandt, il D. gli fu poi, con Jan Lievens, fedele compagno. I tre pittori lavoravano nel medesimo stile, spesso coi medesimi modelli e le loro opere giovanili difficilmente si distinguono. Più tardi però seguirono ognuno la propria strada. Del Rembrandt il D. conservò la preferenza per la luce fusa, per le ombre dense ma trasparenti; la sua tecnica è accuratissima, sottile ed affilata, non raramente fino alla stanchezza; il verismo è convincente, il colorito assai gradevole, ma la perfezione esteriore finisce per essere tale da lasciar quasi indifferente l'amatore moderno. Nei suoi quadri migliori il D. non manca di spirito, per la pittura olandese dell'epoca rimane sempre un artista dei più rappresentativi, anzi nel quadretto da gabinetto è l'iniziatore di un genere nuovo.
Fu nel 1648 uno dei fondatori della nuova corporazione dei pittori di Leida e godé grandissima fama. Quando nel 1660 i direttori della Compagnia delle Indie Orientali vollero fare un regalo al re d'Inghilterra ordinarono al D. un quadro per il quale pagarono 4000 fiorini; si tratta del capolavoro La giovane madre, ora nella Pinacoteca dell'Aia. Cosimo, principe di Toscana, visitò lo studio di D. nel 1669 e vi fece anche qualche acquisto: La venditrice di frittelle, ora agli Uffizî. Ivi si trova pure un bell'autoritratto del 1656. Altri capolavori del maestro: la Scuola Serale, nel Rijksmuseum a Amsterdam (replica con variazioni agli Uffizî); La donna idropica al Louvre; altri a Monaco di Baviera, Leningrado, ecc. Volentieri il D. rappresenta le sue figure incorniciate da una finestra aperta (vedi la Giovane che si affaccia, nella Pinacoteca di Torino), motivo che i seguaci ripeterono all'infinito.
Bibl.: W. Martin, Het Leven en de Werken van Gerrit Dou (Vita e opere di G. D.), Leida 1901; ed. inglese del 1902 (Londra); Hofstede de Groot, Verzeichnis der Werke holländischer Meister, I, Esslingen e Parigi 1907; W. Martin, G. D., des Meisters Gemälde (Klassiker der Kunst), Stoccarda e Lipsia 1910; id., in Thieme-Becker, Künstler-Lex., IX, Lipsia 1913 (con bibl.).