gesta
Presente solo in If XXXI 17 Dopo la dolorosa rotta, quando / Carlo Magno perdé la santa gesta, il termine appare derivazione dall'alto francese geste, passato nella lingua due-trecentesca dal significato di " impresa " (si pensi alle Chansons de geste) o " cronaca d'impresa " (cfr. Chanson de Roland 1444 " Il est écrit en la geste française "), a " significare il complesso degli uomini di cui la cronaca narrava le imprese, ossia la schiatta, la famiglia: non qualunque peraltro, ma quella soltanto che si fosse resa famosa per imprese celebrate nei romanzi " (Scartazzini).
Una delle prime testimonianze di questa mutazione, destinata a consolidarsi nel linguaggio dei poemi cavallereschi (cfr., con cadenza assai affine, L. Pulci Morg. XXV 106 " Baldovin mio figliol vi raccomando, / il qual verrà colla Cristiana gesta "), sembra il passo dantesco, ove pare implicita anche un'identificazione della " santa schiera " con i paladini, come concordi annotano gli antichi commentatori: " Appella l'A. li preditti XII Pari gesta santa, imperzò che illi combateano per la fe' cum li Saraxini " (Lana); e " Karolus devictus fuit cum omnibus duodecim paribus " (Pietro). Interessante un'attestazione del Serventese dei Geremei e dei Lambertazzi (v. 158; in Contini, Poeti I 853), probabilmente tra le primissime in volgare, ove si parla del " conte da Montefeltro e la soa gesta ", ancora però con la commistione, che in D. pare risolta, tra " schiatta " e " schiera ".