GESÙ figlio di Sirac (ebr. Ben Sira)
Autore del libro biblico detto volgarmente Ecclesiastico (v.), fiorito circa il 200 a. C. Unica fonte di sue notizie è il libro stesso, col prologo premesso dal nipote alla sua traduzione greca. Il Talmūd, che lo cita spesso, il cosiddetto Secondo Alfabeto di Ben Sira, che intorno alla persona di lui aggruppa favole e leggende, le fantastiche combinazioni d'autori cristiani, provano solo la stima e la popolarità da lui godute.
Gli fu patria Gerusalemme, padre un Eleazaro; Sira si chiamava il nonno o meglio la famiglia. Dalla prima gioventù si diede allo studio della "sapienza", che nel concetto giudaico abbraccia religione e morale. Viaggiò all'estero, acquistando cognizioni di uomini e di costumi, ma correndo pure gravi pericoli (Eccles., XXXIV, 11 segg., LI). Dal contatto con la cultura greca trasse finezza di concepire, di esprimersi, di comporre. Ma nell'animo rimase profondamente giudeo, attaccatissimo alla fede e alla memoria degli avi. Imbevuto della lettura degli autori biblici, ne infiorò il suo libro conscio di continuarne la missione. Quando invita alla sua scuola (LI, 23), non usa solo una metafora, ma ricorda, probabilmente, il suo insegnamento orale.