BUFALINO, Gesualdo
Scrittore, nato a Comiso (Ragusa) il 15 novembre 1920. Per molti anni si è dedicato all'insegnamento superiore, e solo nel 1980 ha esordito curando un volume di fotografie, Comiso ieri. Ha poi pubblicato Diceria dell'untore (1981, premio Campiello), lungo racconto ambientato in un sanatorio siciliano nel secondo dopoguerra, in cui sono presenti gli elementi costitutivi della sua scrittura di tono alto, impreziosita da arcaismi, forme letterarie, neoformazioni, e sostenuta da una sintassi di impianto classico.
In Museo d'ombre (1982) B. ha riunito una collezione di memorie della Comiso d'un tempo, registrando, prima della loro scomparsa, antiche locuzioni, nomi di mestieri, di luoghi, di personaggi, "contro il plurimo scempio della natura, dei manufatti, dei linguaggi e costumi che si consuma senza tregua sotto i nostri occhi". Attivo anche nella saggistica, ha composto il Dizionario dei personaggi di romanzo (1982), centrotrentadue ritratti di protagonisti di romanzi celebri.
In Argo il cieco ovvero i sogni della memoria (1984), da lui definito "diario-romanzo", in uno sdoppiamento dell'io narrante tra due età diverse, B. rievoca la giovinezza e la vecchiaia, la malattia, la caduta delle illusioni. Nel 1984 ha pubblicato Cere perse (premio Elba), brevi elzeviri nella forma di un diario generazionale; del 1986 è L'uomo invaso, ventidue racconti in cui B. si allontana dalle memorie autobiografiche e costruisce intorno a personaggi della storia, della mitologia, della letteratura, del folclore, narrazioni in cui tornano motivi a lui cari: l'imprevedibilità del caso, l'inverosimiglianza del vivere, il difficile dialogo col soprannaturale; temi tutti che, velati di ironia e pessimismo, sono presenti negli aforismi de Il malpensante, lunario dell'anno che fu (1987). Alla Sicilia sono dedicati La luce e il lutto (1988), che riunisce articoli scritti per quotidiani e periodici, e il saggio introduttivo a Le saline di Sicilia (1988). Nello stesso anno è tornato al romanzo con Le menzogne della notte (1988, premio Strega), fantasia storica, libera mimesi dello stile ottocentesco, da lui definita "parole in costume d'epoca". Del 1989 è Il matrimonio illustrato, scritto con la moglie Giovanna, una raccolta di massime e aforismi sul matrimonio, tratti da vari scrittori, dalla classicità ai nostri giorni.
Fin dagli anni giovanili B. si è dedicato anche alla poesia (nel 1946 aveva pubblicato nella rivista L'Uomo poesie di sapore ermetico e montaliano). Nel 1982 ha pubblicato L'amaro miele, che trae ispirazione dalle memorie del tempo di guerra, dalla solitudine dopo il ritorno nel Sud, dai brevi momenti di felicità; è stato ripubblicato nel 1989 con l'aggiunta di due sezioni e anche con traduzioni da poesie di Rimbaud, Hugo, Borges, Trenet. B. ha tradotto inoltre Terenzio, M.me de Lafayette, Baudelaire, Toulet e Giraudoux.
Bibl.: E. Pellegrini, Narrativa italiana oggi: un grafico per l'immaginario, in Il Ponte, 38 (1982), pp. 214-30; L. Sciascia, in L'Espresso, 23 dicembre 1984; S. Cardini, G. Bufalino, in Narratori italiani del secondo Novecento, a cura di G. Luti, Roma 1985, pp. 55-56; G. Amoroso, G. Bufalino, in La realtà e il sogno. Narratori italiani del Novecento, a cura di G. Mariani e M. Petrucciani, i, Roma 1987, pp. 95-108; N. Zago, G. Bufalino, Marina di Patti 1987; G. Manacorda, Letteratura italiana (1965-85), Roma 1987, pp. 364-65; V. Della Valle, La lingua di G. Bufalino, in AA.VV., Cultura letteraria e realtà sociale, ivi 1990.