gesuiti
Membri della Compagnia di Gesù, ordine religioso di chierici regolari fondato nel 1534 da Ignazio di Loyola e riconosciuto da Paolo III nel 1540. Le costituzioni furono poi redatte fra il 1547 e il 1550 e pubblicate alla vigilia della prima Congregazione generale (1558). Il motto dell’ordine (Ad maiorem Dei gloriam) indica la ricerca della perfezione dell’anima, attraverso un continuo impegno ascetico basato sugli Esercizi spirituali del fondatore e sulla perfetta obbedienza. Tra i compiti ai quali si dedicano vi sono l’educazione dei giovani, la formazione del clero, l’attività missionaria ed ecumenica. Alla morte di Ignazio (1556) i g. contavano più di 1000 religiosi con circa 100 tra collegi e case dispersi in 12 province in Europa, in Africa, nelle Indie e nell’America Meridionale. La vigorosa attività della Compagnia, soprattutto nelle maggiori corti e nelle scuole, sollevò presto controversie teologiche (per es. sull’efficacia della grazia) e scontri politici (in Francia, ma anche nella penisola); inoltre altri ordini, ma anche istanze centrali della Chiesa di Roma reagivano con esasperazione alla forte autonomia dei gesuiti. Alla metà del sec. 18° le tensioni arrivarono al massimo e la Compagnia fu scacciata dal Portogallo (1759), dalla Francia (1764), dalla Spagna e dalle Due Sicilie (1767), da Malta e da Parma (1768), e infine soppressa da Clemente XIV (1773). Allora contava 49 province con un totale di circa 24.000 religiosi. Gli ex membri diedero in molti casi origine ad associazioni di sacerdoti zelanti (Padri della fede, Amicizia cattolica ecc.), che continuarono le tradizioni dell’ordine. Inoltre alcuni collegi gesuitici seguitarono a sussistere in Prussia e Russia bianca. Nel 1814 Pio VII ristabilì i g. nel loro primitivo stato e li trasformò nello strumento per la restaurazione culturale, con particolare attenzione di nuovo alle scuole, ma anche alla stampa e all’editoria. La ripresa fu rapidissima e le iniziative missionarie e culturali superarono presto quelle anteriori alla soppressione, nonostante le ostilità cui l’ordine fu soggetto, soprattutto in Italia, in Francia e nella Penisola Iberica. Con l’andare del tempo venne quindi elaborata una vera e propria leggenda nera, che riprendeva elementi dell’antigesuitismo sei-settecentesco e descriveva l’ordine come una setta segreta, giocando sulla sua tendenza alla separazione e all’obbedienza ai superiori. Nel corso del Novecento la Compagnia ha sviluppato una duplice tendenza. L’obbedienza al pontefice l’ha portata a offrirsi spesso come portaparola semiufficiale di quest’ultimo (è stato il ruolo soprattutto del quindicinale La civiltà cattolica, fondato nel 1850). L’attività missionaria nel Terzo mondo l’ha spinta al fianco dei diseredati, talvolta avvicinandola a movimenti anti-imperialisti.