Vedi Ghana dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
La Repubblica del Ghana è uno stato dell’Africa occidentale, affacciato sul Golfo di Guinea. All’epoca delle lotte per l’indipendenza il Ghana si è guadagnato il nome di ‘stella d’Africa’: non solo è stato il primo paese dell’Africa nera a conquistare l’indipendenza nel 1957 (dal Regno Unito), ma il presidente ghanese, Kwame Nkrumah, è stato un esponente di spicco del panafricanismo. Nkrumah, per tutta la sua carriera politica, si è fatto promotore della fondazione di un’unione politica tra gli stati africani che andasse oltre la semplice struttura intergovernativa creata con l’Organizzazione dell’unità africana. Negli anni di instabilità politica seguiti al colpo di stato che nel 1966 pose fine alla sua presidenza, il Ghana, assorbito da questioni interne, non è però riuscito a conservare il ruolo di portabandiera dell’Africa nelle relazioni internazionali. Solo con il regime di Jerry John Rawlings e poi con il ritorno alla democrazia nel 1992 il paese è tornato a rivestire un ruolo di avanguardia nel continente. A partire dal 1982, Rawlings - poi eletto presidente nel 1992 e nel 1996 - ha normalizzato i rapporti con i donatori internazionali, aderendo ai piani di stabilizzazione e aggiustamento strutturale del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, anticipando in modo convinto quanto avrebbero fatto alcuni anni dopo, e in alcuni casi svogliatamente, molti regimi africani strozzati dal debito.
Questi sforzi per rientrare a pieno titolo nell’ordine internazionale sono stati riconosciuti anche dal presidente americano Barack Obama, che ha scelto il Ghana come destinazione dell’unica visita di stato nell’Africa subsahariana nel corso del suo primo mandato.
Il Ghana ha tutte le caratteristiche di un caso di successo: un’economia gestita in modo virtuoso e in crescita, un governo stabile, poco corrotto e molto attivo nel campo della lotta alla povertà e un sistema democratico ben funzionante. Questi elementi lo rendono un paese ben visto dai maggiori donatori internazionali, in particolare Stati Uniti e Regno Unito, anche se ultimamente a giocare un ruolo di primo piano in questo campo è stata soprattutto la Cina.
Per quanto riguarda i rapporti con i paesi vicini, permangono alcuni attriti con la Costa d’Avorio e la Nigeria. Nel primo caso, al centro della disputa vi sarebbero il contrabbando di cacao e la sovranità sugli idrocarburi che giacciono lungo il confine marittimo tra i due paesi; nel secondo caso, l’oggetto del contendere sarebbe l’elevato numero di lavoratori nigeriani presenti in Ghana, che priverebbero la popolazione locale di posti di lavoro.
Il Ghana è membro attivo dell’Unione Africana (l’ex presidente John Kufuor ne è stato il presidente di turno nel 2008) e dell’Ecowas, l’organizzazione economica regionale la cui commissione è stata presieduta tra il 2010 e il 2012 da James Victor Gbeho, ambasciatore ghanese. Anche l’ex segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan è ghanese.
Il Ghana è considerato uno dei sistemi democratici più maturi e stabili dell’Africa e ha già superato senza traumi due alternanze per effetto degli esiti elettorali. La morte improvvisa del presidente John Atta-Mills, avvenuta nel luglio 2012, è stata l’occasione per dare prova della solidità delle istituzioni democratiche: a differenza di quanto successo in molti paesi confinanti in occasioni simili, la successione al potere è avvenuta nei modi e nei tempi previsti dalla Costituzione. Reintrodotte nel 1992, le elezioni multipartitiche si sono tenute con regolarità, migliorando a ogni tornata elettorale il clima del voto. I due principali partiti, che si sono alternati al governo, si rifanno alle tradizioni politiche del Ghana post-indipendenza, ovvero al pensiero di Nkrumah (il National Democratic Congress, Ndc) e a quello dell’ex primo ministro Kofi Busia (il New Patriotic Party, Npp). Con qualche approssimazione, il primo si può definire di sinistra e il secondo di destra. La stabilità politica va contestualizzata da un lato nel caos cronico vissuto tra il 1966 e il 1992, con ben nove colpi di stato, e dall’altro nel clima di violenza instaurata dai governi militari in molti stati confinanti. Attualmente, a governare è l’Ndc guidato dal presidente John Mahama.
Il paese è ritenuto tra i più avanzati dell’Africa per quanto riguarda le libertà di stampa, di espressione e di partecipazione politica.
Il paese sta attraversando una fase di transizione demografica: il tasso di crescita della popolazione va declinando, a causa di una sostanziale stabilità dei tassi di mortalità e a una riduzione dei tassi di fecondità (3,92 figli per donna, tra i più bassi nell’Africa subsahariana). I tassi di mortalità infantile e la speranza di vita alla nascita (61,1 anni) risentono positivamente dei bassi tassi di diffusione dell’hiv (circa l’1,3%). La popolazione va urbanizzandosi, e si concentra nella regione di Accra e nell’Ashanti (dove si trova la seconda città del paese, Kumasi). L’impatto non è stato indolore: il sobborgo di Accra, Agbogbloshie, un’immensa discarica di prodotti tecnologici a cielo aperto, è uno dei luoghi più inquinati del mondo.
Circa il 68,8% della popolazione è di religione cristiana, il 15,8% musulmana (soprattutto nelle regioni settentrionali), mentre l’8,5% pratica culti tradizionali (soprattutto nelle aree rurali). Il restante 6,8% appartiene ad altri gruppi religiosi. È in aumento l’influenza del fondamentalismo evangelico.
Il governo si è reso protagonista di grossi sforzi per la lotta alla povertà e per raggiungere gli ‘Obiettivi del millennio’ fissati dalle Nazioni Unite per il 2015, soprattutto in relazione alla scolarizzazione primaria universale. La scolarizzazione è dell’87,1%. Il Ghana, così come molti paesi della regione, ospita rifugiati e immigrati dai paesi vicini, anche in virtù delle condizioni economiche relativamente favorevoli.
Il Ghana è classificato dal 2011 come un paese a medio reddito: un risultato simbolico importante che comporta però anche un diverso costo del debito che il paese ha contratto con la Banca mondiale. I giacimenti di petrolio, il cui sfruttamento è iniziato nel dicembre del 2010, sono solo l’ultima delle risorse naturali che si trovano in Ghana, oltre a oro (il paese nel periodo coloniale era conosciuto come Costa d’Oro), diamanti, manganese (di cui è uno dei principali produttori mondiali) e bauxite. La disponibilità di aree fertili, soprattutto nel nord del paese, permette la produzione di derrate agricole per l’autoconsumo e l’esportazione, che costituiscono il 20,7% del pil. Tra i prodotti alimentari, in Ghana è rilevante il cacao, di cui il paese è il secondo maggior esportatore al mondo, superato solo dalla Costa d’Avorio.
Il settore secondario soffre delle conseguenze della deindustrializzazione degli anni Novanta, ma il governo vorrebbe rivitalizzarlo (in particolare il settore chimico) inserendolo in piani di investimento resi possibili dai proventi del petrolio. Il settore terziario, in continua espansione, compone quasi metà del pil.
Dopo la forte crescita del 2008-2013, a cui hanno contribuito una gestione macroeconomica espansiva e l’innalzamento dei prezzi di petrolio, oro e cacao, nel 2015 il pil del paese è aumentato del 3,5%, rallentato dalla crisi mondiale e dal crollo del prezzo del greggio.
Dalla scoperta dei giacimenti petroliferi derivano per il Ghana grandi responsabilità nella gestione dei proventi. Onde evitare di ricadere negli errori commessi da molti rentier state africani, tra i quali la vicina Nigeria, le misure di politica economica devono essere in grado di gestire le grandi aspettative generate, per esempio l’aumento dei salari. Al tempo stesso, occorre saper affrontare il malcontento popolare provocato dall’aumento del costo della vita e dal rallentamento della crescita. Altrettanto difficile è limitare l’incremento della corruzione. Nell’agosto 2014 l’amministrazione Mahama, per ovviare alla politica fiscale dissoluta degli ultimi anni e accelerare lo sviluppo delle infrastrutture, ha richiesto ufficialmente l’aiuto del Fondo monetario internazionale.
La violenza e le guerre civili che dagli anni Novanta hanno destabilizzato molti stati confinanti non hanno investito il Ghana. Le forze armate ghanesi oggi sono controllate dall’amministrazione civile e partecipano sia alle missioni di pace regionali dell’Ecowas e dell’Unione Africana, sia a quelle delle Nazioni Unite. In particolare, contingenti ghanesi sono presenti in Libano, Liberia, Costa d’Avorio, Repubblica democratica del Congo, Sud Sudan e Mali.
Le elezioni del dicembre 2008 sono state un test importante per verificare la solidità delle istituzioni democratiche in Ghana. Nana Akufo-Addo, il candidato del partito del presidente uscente John Kufuor (Npp), ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali con il 49% dei voti, mentre lo sfidante John Atta-Mills (Ndc) ha ottenuto il 48% dei consensi. Al ballottaggio, Atta-Mills ha vinto con mezzo punto di vantaggio (il 50,23% dei voti). Il risultato è stato subito accettato da Akufo-Addo: la decisione non era affatto scontata, visto che in altre elezioni africane (Kenya, Costa d’Avorio) margini molto meno ridotti hanno dato origine a contestazioni e violenze diffuse.
Il passaggio di potere tra Npp e Ndc, confermato anche nelle elezioni del dicembre 2012, segna un importante passo avanti verso il consolidamento della democrazia: si tratta del secondo caso di trasferimento di potere tra forze politiche antagoniste condotto in modo pacifico, dopo quello avvenuto nel 2000 tra Jerry John Rawlings (Ndc), peraltro personalmente non rieleggibile, e Kufuor (Npp).