GHAZNĪ (o Ghaznīn, ant. Ghazna; A. T., 92)
Città dell'Afghānistān, a 68° 18′ di long. E., 33° 44 di lat. N., a 2220 m. s. m., centro principale fra Qandahār e Kābul, domina l'importante passo di Gomal, che immette nell'India. È posta sulla sponda sinistra del fiume omonimo ed è circondata di mura turrite del perimetro di 1600 metri, con cittadella elevata nell'angolo N., e case a più piani. Popolazione oscillante nel 1906 fra 8000-3000 (secondo il movimento delle carovane), nel 1926 sui 15.000 individui. È il centro della tribù dei Ghilzā'ī, che ogni anno vi forma le carovane dirette in India. Vi risiedono circa 200 commercianti indù. Circondata da una regione agricola e pastorale, esporta cereali, frutta, robbia, lana. Clima rigido, neve da novembre a marzo, venti polverosi; la mortalità è elevata. Ebbe importanza nel sec. X-XII quale sede della dinastia dei Ghaznevidi (v.).
Monumenti. - Nel sec. XI era una delle più belle città d'oriente: ma ne rimangono solo pochissime rovine. La grande moschea fu edificata da Mahmūd, utilizzando avanzi d'un tempio giaina, in un nuovo stile indo-islamico, sulla pianta tradizionale agli oratorî maomettani, ma con elementi decorativi ispirati all'ornamentazione indiana. Della celebre medresa di Ghazna, l'esempio più tipico di questo genere d'edificio, non rimangono tracce. Varie torri, a pianta poligonale, con ricca decorazione a fregi orizzontali, ricordano le torri sepolcrali in mattoni del Khorāsān; creduti minareti, forse erano piuttosto monumenti onorarî. Si conserva pure il mausoleo di Mahmūd, a cupola, modificato più tardi: le porte in legno, decorate con arabeschi e iscrizioni, sono ora in Agra. Da tutte le parti del suo regno Maḥmūd aveva fatto venire degli artisti: nelle costruzioni, tutte in mattoni, predominò l'elemento iranico.
Bibl.: Vigne, G. and Afghanistan, Londra 1840; E. Diez, Islam. Baukunst in Churasan, Hagen 1923; A. Godard e G. Fleury, G., in Syria, VI (1925), pp. 58-90; O. Reuther, in Wasmuths Lex. d. Baukunst, II, Berlino 1930.