GHELDRIA (oland. Gelderland; A. T., 44)
Provincia dell'Olanda, confinante con la Germania, con le provincie olandesi del Limburgo, del Brabante Settentrionale, dell'Olanda Meridionale di Utrecht e dell'Overijssel; a NO. è bagnata dallo Zuider Zee. Ha una superficie di 5091 kmq. e 829.121 ab. (1930), 163 per kmq. Vi si distinguono varie piccole regioni naturali, tra cui la Veluwe, dal suolo sabbioso diluviale, coperto da numerosi boschi; il Graafschap, dal suolo sabbioso e argilloso; l'IJsselstreek, il Lijmers, la Betuwe, ecc., dal suolo quasi interamente argilloso. La Gheldria è attraversata da fiumi importanti: il Reno vi entra a Lobith e la traversa con direzione E.-O.; dopo pochi chilometri dal confine con la Germania esso si biforca formando il Waal e il Basso Reno (Neder Rijn); il Waal è la principale arteria di comunicazione fluviale tra la Germania e il Mare del Nord. Dal Basso Reno si divide, presso Westervoort, l'IJssel, che sbocca nello Zuider Zee. Il Basso Reno scorre parallelamente al Waal. A mezzodì la Gheldria è bagnata dalla Mosa, che scorre anch'essa verso O. quasi parallela al Waal.
Della superficie totale della provincia, 132.600 ettari sono occupati da coltivazioni, 178.000 ettari da prati e pascofi, 80.800 ettari da foreste e 74.400 ettari sono incolti. I principali prodotti dell'agricoltura sono segala, avena, patate, frutta (ciliegie, prugne, mele e pere). L'allevamento è fiorente: la provincia possiede circa 300.000 bovini, 50.000 cavalli, 300.000 porci e 380.000 pecore. Numerosissimo è il pollame, e quindi ragguardevole la produzione di uova. L'industria è rappresentata da una fabbrica di seta artificiale (Ede), da fonderie di ferro, fabbriche di articoli di gomma, di ferro e di altri metalli, fabbriche di tessuti, di sigari, di carta, cantieri navali. A Wageningen c'è una scuola superiore d'agricoltura e a Nimega un'università cattolica. Capoluogo della provincia è Arnhem, con 78.200 ab.; altri centri: Nimega (81.700 ab.), Apeldoorn (60.330 ab.), Zutfen (19.730 ab.), e Tiel (circa 12.000 abitanti).
Storia. - Abitata già nell'epoca preistorica da stirpi celtiche, la Gheldria era occupata al tempo della pacifica penetrazione romana dai Batavi (v.). È quasi certo che quando i Romani nel sec. III lasciarono le foci dei fiumi germanici, anche i Batavi latinizzati, emigrarono verso il sud, così che la pianura, da loro resa feconda, ritornava una malsana palude quasi disabitata. Resisteva invece la civiltà assai più primitiva delle terre terziarie più alte e sabbiose e le popolazioni, che già in tempi preistorici avevano abitato la Gheldria, tornavano a padroneggiare il paese. Batavi, Romani e Franchi lasciarono poche tracce e il vero fondo del popolo della Gheldria era ed è sassone. Con Pipino di Heristal (635-714) e Carlo Martello (689-741) tutta l'odierna Gheldria venne in possesso del regno dei Merovingi, prima, dei Carolingi poi; col trattato di Verdun dell'843, passò al regno di Germania.
Intorno al 1000 gran parte delle terre a oriente dell'episcopato di Utrecht fu concessa dal conte Wichman di Hamaland a un convento di sua fondazione: Elten. Wichman aveva due figlie: Liudgardis, pia abbadessa di Elten, e Adela, crudele e avida di potere, maritata a un conte sassone. Dopo la morte di Liudgardis, probabilmente avvelenata da Adela, questa occupò le terre conventuali contro la volontà di Ottone III: e sposò in seconde nozze il più battagliero vassallo del convento, Balderik. In guerra con l'imperatore e il vescovo di Utrecht, dopo un assedio nel castello di Uplade, Balderik e Adela dovettero lasciare la Gheldria, la quale fu donata in feudo non si sa se da Enrico II (1002-24) o da Enrico III (1039-56) a due fratelli, nativi dalle Fiandre: Gerhard (di Wassenberg) e Rutger (di Cleve), fondatori rispettivamente delle dinastie di Gelre e di Cleve. Avendo una delle due figlie del quarto conte di Wassenberg, Gherardo III, sposato il duca Walram di Limburgo, il castello di Wassenberg venne al Limburgo; e da quel momento i conti presero nome dal castello di Gelre (odierno Gelder in Germania). Così generalmente si fissa la fondazione della contea nel 1090. Le terre proprie di Gelre non erano molto importanti; ma i conti avevano altri possedimenti sparsi nel Teisterbant, nella fertilissima Betuwe e nella terra fra la Mosa e la Waal. Matrimonî e successioni ingrandirono i possedimenti dei Gelre a tutto danno dei vescovi di Utrecht, i quali videro i loro territorî quasi divisi in due parti (odierne provincie di Utrecht e Overijssel) da Gelre. Nel 1190 la contea di Zutphen si unisce con Gelre; poi lentamente i conti seppero far valere diritti sulla Betuwe, che in un primo tempo apparteneva al vescovo di Utrecht. Il conte Ottone II (1229-1271) liberò parte dei servi della gleba, e favorì lo sviluppo di una borghesia cittadina, elevando molti paesi a città, fondando mercati, ecc. Nel 1248 il re dei Romani, Guglielmo II d'Olanda gli donò la città di Nimega e dintorni. Il conte Rainaldo I (1271-1326) sostenne una guerra col duca Giovanni di Brabante per il possesso del Limburgo; ma fu battuto nel 1288. Il figlio, Rainaldo II, accrebbe i suoi dominî a spese del vescovo di Utrecht (quasi tutto l'Overijssel); poi venne in aiuto di suo cognato Edoardo re d'Inghilterra, contro la Scozia e più tardi contro i Francesi. Per quest'aiuto re Edoardo indusse l'imperatore Ludovico il Bavaro a nominare Rainaldo duca; e così nel 1339 la Gheldria divenne ducato. Quando nel 1343 Rainaldo II morì, il paese era fiorente per commerci e industrie; ma i suoi due figli, Rainaldo III, e il più giovane Eduardo, s'indebolirono frammischiandosi nelle lotte tra due famiglie nobili; gli Heekerens e i Bronkhorsten. Il conte d'Olanda e il duca di Brabante invasero la Gheldria e quando nel 1371 ambedue i fratelli morivano senza eredi maschi, il paese era impoverito. Nel 1377 l'imperatore donò il ducato a Guglielmo di Jülik, figlio della sorella minore dell'ultimo duca. Finì la guerra degli Heekerens e dei Bronkhorsten. Guglielmo combatté nella Prussia orientale contro i Lituani e nel Nord-Africa contro i sultani moreschi. Morì nel 1402, lasciando il ducato a suo fratello: Rainaldo IV. Nel 1418 i nobili e i notabili del popolo si riunirono ad Arnhem, all'insaputa del duca, per stabilire di scegliere da sé un nuovo duca alla morte di Rainaldo. Così la Gheldria ebbe i suoi Stati che da allora in poi influirono molto sul governo. Alla morte di Rainaldo (1423) venne scelto il tredicenne Arnoldo di Egmond, pronipote di Rainaldo II; ma gli Stati decisero che il duca dovesse sempre consultare un consiglio di 16 nobili. Il governo di Arnoldo, uomo bellicoso, fu un disastro per il paese. S'accrebbero i torbidi interni, gli Stati diminuirono sempre più il potere ducale; finalmente Arnoldo, nel 1452, inimicatosi il potente duca di Borgogna, Filippo il Buono, fu travolto in nuovi torbidi, suscitatigli contro dal suo nemico. Lo stesso figlio di Arnoldo, Adolfo, si mise a capo del movimento contro il padre e lo fece prigioniero (1465). Adolfo fu riconosciuto duca; il fratello di Arnoldo, Guglielmo, unitosi con molti signorotti invase il ducato. La situazione peggiorò ancora quando, dopo la morte di Filippo il Buono, Guglielmo ottenne l'aiuto di Carlo il Temerario contro Adolfo. Arnoldo fu liberato e ridivenne duca (1471); ma gli Stati elessero Carlo, il giovane figlio di Adolfo, che era prigioniero in Borgogna. Allora Arnoldo impegnò per 300.000 fiorini l'intero ducato a Carlo il Temerario (7 dicembre 1472); pochi mesi dopo morì. Il suo lungo governo aveva rovinato la Gheldria. Il Temerario prese possesso del ducato; solo Nimega oppose lunga resistenza e dovette pagare 80.000 fiorini di riscatto. Carlo il Temerario si fece duca senza badare ad alcun privilegio, e impose tributi rovinosi.
Dopo la morte di lui, si accese il conflitto fra i partigiani di Carlo di Gheldria, e Massimiliano, che nel 1480, avuto in feudo dall'imperatore, suo padre, il ducato, ne aveva occupato le città, una dopo l'altra. Quando Carlo, ch'era rimasto come paggio alla corte borgognona, venne fatto prigioniero dai Francesi nella battaglia di Béthune, i suoi fautori lo riscattarono ridonando un capo al loro movimento; e così nel marzo 1492 egli entrò in Roermond. Prese subito molte città, finché Massimiliano, divenuto imperatore, mandò contro di lui due grandi generali: Alberto di Sassonia e Floris di Egmond. Tre grandi eserciti invasero la Gheldria (1497) ma la discordia tra i capi salvò Carlo e si venne a un armistizio. Nel 1503 Filippo il Bello, succeduto nei Paesi Bassi a Massimiliano, dichiarò di nuovo guerra a Carlo; l'esercito burgundo-castigliano prese molte città e nel 1506 Carlo, a cui non rimaneva che Zuften, si sottomise al re impegnandosi a seguirlo per tre anni nella Spagna. Il trattato venne violato da entrambe le parti e dopo una romanzesca fuga da Bruxelles a Nimega Carlo si decise a una resistenza estrema. Poco dopo Filippo morì e sotto il secondo governo di Massimiliano Carlo seppe riconquistare gran parte del ducato, invase l'Olanda e minacciò Amsterdam. Allestì una flotta sullo Zuiderzee, di modo che poteva pagare la guerra con i guadagni poco onesti dei suoi pirati. Assalì il vescovo di Utrecht, imparentato alla casa di Borgogna, e gli prese molte città dell'Overijssel. Nel 1514 seppe farsi riconoscere anche signore di Groninga e nello stesso anno cominciò a liberare la Frisia dai Sassoni (v. frisia; groninga). Solo nel 1523 i generali di Carlo V riuscirono a occupare la Frisia interamente, ma Groninga, Drenthe e Overijssel rimasero ancora al duca di Gheldria. Nel 1525 Carlo perdé anche l'Overijssel; e allora il suo valente generale Maarten van Rossum, assalì lo statolder di Carlo V sul territorio del vescovo di Utrecht e prese, tra altre, anche la città vescovile. Da Utrecht fece una memoranda incursione su L'Aia, che saccheggiò il 5 marzo 1528. Ma il congiungimento dei due eserciti imperiali, quello di Overijssel e quello di Utrecht, rese critica la situazione di Carlo, tanto più che il vescovo di Utrecht abdicò al potere temporale in favore di Carlo V. Si venne a una pace nella quale Carlo venne riconosciuto duca di Gheldria, signore di Groninga, Zuften e Drente. Nel 1536, a causa di un aiuto dato a re Cristiano II di Danimarca contro l'imperatore, Groninga e Drente si ribellarono e passarono a Carlo V. Due anni dopo Carlo morì ad Arnhem, dopo aver nominato suo successore Guglielmo di Cleve. Era questo un atto illegale, poiché, con la pace del 1528 si era deciso che alla morte di Carlo il ducato sarebbe stato riunito alle terre borgognone; e scoppiò nuovamente la guerra. In un primo tempo, Maarten van Rossum invase il Brabante, e minacciò Anversa, pur subendo poi una disfatta presso Breschaet; ancora nella primavera del 1543 Guglielmo ottenne notevoli successi e Maarten van Rossum prese e saccheggiò molte città del Brabante. Ma nell'agosto 1543 Carlo V in persona assediò e prese la città di Duren V, ne fece uccidere tutti gli abitanti e ne devastò fino all'ultima casa. Il 7 settembre dello stesso anno Guglielmo, a cui veniva a mancare l'appoggio dei sudditi, abdicò in favore di Carlo V, che così divenne signore dell'ultimo dei diciassette Paesi Bassi. La storia del ducato dopo il 1543 si confonde con quella dell'Olanda (v.).
Bibl.: J.J. Pontanus, Historiae Gelricae Libri XIV (fino al 1581), Hardewijk 1639; W.A. van Spaen, Histoire van Gelderland (fino al 1343), Utrecht 1814. Ne uscì solo il primo volume; Ingenhoven, Übersicht über die Gesch. des gerldernschen Landes von der Zeit Christi bis zum Jahre 1815, Gelder 1894; J. Real, Das ehmalige Herzoghtum Geldern, Gerldern 1900; P.J. Blok, Gesch. der Niederlande, voll. 6, Gotha 1902-1918 (trad. dall'orig. olandese); I. H. Gosses e N. Japikse, Handbok tot de staatekundige geschiedenis van Nederland, L'Aia 1920. V. anche Gelderland, Arnhem 1926, e cfr. P. Gouda Quint, Grondslagen voor de bibliog. van Gelderland, Arnhem 1910, suppl. 1927.