GHERA (galla: Gērā)
Staterello galla musulmano dell'Ovest Etiopico, conquistato e annesso all'Abissinia nel 1887.
Il Ghera era anticamente occupato da popolazioni Sidama e faceva parte del regno (Sidama) di Ennarea. La grande invasione galla, iniziatasi nel sec. XVI, ridusse l'Ennarea a queste sue regioni meridionali che resistettero lungamente; tanto che ancora nel 1703 il negus Iyāsu I tentò di soccorrere l'Ennarea contro i Galla, comune nemico degli Abissini e dei Sidama. Caduto poi nelle mani dei Galla, il Ghera ne costituì a nord del Gogebb l'estrema monarchia sud-occidentale a contatto e, quindi, spesso in guerra col Cafa. Nel 1859 monsignor Massaia giunse nel Ghera e ottenne dal re Abbā Magāl un terreno nella regione Afallò dove fondò una missione più tardi affidata al savoiardo padre Léon des Avanchers. Nel 1879 Giovanni Chiarini e Antonio Cecchi entrarono nel Ghera e vi furono trattenuti prigionieri dalla regina (gennē) Gumitti. Il padre Léon des Avanchers (sembra, avvelenato dai Galla) e il Chiarini morirono in prigionia; e il Cecchi riuscì nel 1881 a liberarsi (v. cecchi, antonio). Nel 1884 il Ghera fu raggiunto da Augusto Franzoi, che riportò in Italia i resti del Chiarini. Nel 1927 e 1928 il Cerulli attraversò due volte il Ghera, rintracciando e onorando nella boscaglia di Afallò la tomba del padre Léon des Avanchers, già oggetto di pie tradizioni dei Galla.
Bibl.: G. Massaia, I miei trentacinque anni di missione nell'Alta Etipia, Milano 1885 seg.; A. Cecchi, Da Zeila alle frontiere del Caffa, Roma 1886; A. Franzoj, Il continente nero, Torino 1885; E. Cerulli, Etiopia occidentale, I, Roma 1930; id., The folkliterature of the Galla of Southern Abyssinia, Cambridge Mass. 1922.