BOSTICHI, Gherardo
Apparteneva a una nobile famiglia fiorentina (il B. viene qualificato in genere come cavaliere), proprietaria di vari palazzi nel sesto di Borgo, dei quali il più famoso era quello sito all'angolo del Mercato nuovo, di altre case nel sesto d'Oltrarno e nel sesto di San Brancaccio e di terre nel contado, famiglia che sin dalla prima scissione della città in guelfi e ghibellini si era schierata dalla parte guelfa. Il B. nacque probabilmente verso la metà del secolo XIII da Pazzino, e ricoprì la prima carica di cui si ha notizia nel 1284: nel primo semestre di quell'anno fu capitano del popolo a Bologna. Senza emergere mai negli anni seguenti, fu eletto podestà di Pistoia nel 1301.
La situazione di questa città rifletteva quella di Firenze, dalla quale dipendeva direttamente, cosicché quando nel 1300 la fazione guelfa fiorentina si scisse nei due tronconi dei neri e dei bianchi, la ripercussione a Pistoia fu immediata. L'equilibrio tra bianchi e neri pistoiesi, garantito da Firenze in un primo momento mediante l'esilio dei capi delle fazioni, fu compromesso però seriamente proprio durante la podesteria del B., quando i bianchi fiorentini, per rafforzare la propria posizione in Firenze stessa, riuscirono a prevalere in Pistoia. Il fiorentino Cantino Cavalcanti, capitano del popolo a Pistoia a partire dal 1º novembre 1300 e collega del B., impose con la violenza il dominio della fazione bianca, costringendo all'esilio i neri. Quale sia stato l'atteggiamento del B. davanti a questi avvenimenti non è noto, né si può ricavare dalla posizione politica della sua famiglia, divisa anch'essa in quel momento tra le due fazioni dei bianchi e dei neri. La circostanza che dopo la sua morte la Signoria fiorentina negò alla famiglia certi onori, "perché", secondo l'affermazione del Compagni, "non era stato così fedele", lascia supporre che egli non abbia opposto troppa resistenza alla cacciata dei neri pistoiesi. Certamente il B. non partecipò alla feroce persecuzione dei bianchi eseguita da alcuni Bostichi, non meglio identificati, durante il soggiorno di Carlo di Valois a Firenze.
Dopo avere ricoperto nel 1304 la carica di podestà di San Miniato, il B. fu eletto nel 1307 podestà di Bologna per il primo semestre e poi confermato per il secondo. L'elezione rientrava nel quadro dei buoni rapporti stabilitisi tra Firenze e Bologna dopo la cacciata dei bianchi bolognesi nel 1306: durante la sua podesteria si registrarono infatti vari scontri con i fuorusciti bolognesi e altri ghibellini romagnoli, e in particolare con i conti di Panico, antichi nemici del Comune di Bologna. Podestà di Ferrara nella prima metà del 1308, il 15 marzo di quell'anno il B. presenziò alla conclusione della pace tra Fresco d'Este da un lato e Verona, Mantova, Brescia, Parma, Modena e Reggio dall'altro, che pose fine a una lunga guerra. Cessata questa carica, nello stesso 1308 fu chiamato come podestà di Città di Castello. Nel 1310 tornò a Bologna come capitano del popolo.
Nel giugno dello stesso anno il B. fu incaricato dal Comune di rappresentare Firenze, insieme con Pino de' Rossi, nell'ambasceria che la lega guelfa mandò ad Avignone per intervenire presso papa Clemente V contro la progettata spedizione in Italia di Arrigo VII di Lussemburgo. Durante questa missione, che non ebbe il successo sperato, il B. morì ad Avignone, seguendo la sorte del suo collega Pino de' Rossi. Non è tramandata la data di morte, che avvenne tuttavia dopo il marzo del 1311, quando venne a mancare il Rossi, e certo prima dell'inizio del 1313.
Fonti eBibl.: Diario di Ser Giovanni di Lemmo da Comugnori dal 1299 al 1320, a cura di C. Minutoli, in Documenti di storia ital., VI, Firenze 1876, p. 163; Acta Henrici VII Romanorum Imperatoris, a cura di F. Bonaino, Florentiae 1877, II, n. XX, p. 17; Documenti per la storia delle relazioni diplomatiche fra Verona e Mantova nel sec. XIV, a cura di C. Cipolla, in Miscellaneadi storia veneta, s. 2, XII, 1, Venezia 1907, pp. 118, 125, 126, 164; Matthaei de Griffonibus Memoriale historicum de rebus Bononiensium, in Rer. Ital. Script., 2 ed., XVIII, 2, a cura di L. Frati e A. Sorbelli, pp. 24, 31; La cronica di Dino Compagni,ibid., IX, 2, a cura di I. Del Lungo, ad Indicem; Storie pistoresi,ibid., XI, 5, a cura di S. A. Barbi, pp. 10, 16; Corpus Chronicorum Bononiensium, a cura di A. Sorbelli, ibid., XVIII, I, 2, pp. 279 s., 284, 305 s., 311; Italienische Analekten zur Reichsgeschichte des 14. Jahrhunderts, a cura di T. E. Mommsen, in Schriften der Monumenta Germaniae Hist., XI, Stuttgart 1952, pp. 1 s.; R. Davidsohn, Forschungen zur Gesch. von Florenz, IV, Berlin 1908, pp. 573, 579; Id., Gesch. von Florenz, III, Berlin 1912, p. 387.