FAGIOLI (Fagellus), Gherardo (Gaddo)
Nacque a Pisa dal più noto giurista Giovanni, probabilmente verso la metà del sec. XIII. Studiò legge a Bologna e ivi appare il 9 genn. 1274 come "procurator domini Ugolini Cerviani de Pisis" nell'atto di vendita di due manoscritti giuridici. Anche se più volte, in varie circostanze, è detto "iuris civilis professor", mancano testimonianze di un suo insegnamento universitario e l'unico scritto a lui attribuito è il Consilium Guidonis Maschae et Gerardi Facelli iuris professoris datum a domino Antaldo vicario magnifici viri domini Galassi comitis Montis Feltri Pisani Dei gratia potestatis nel 1296.
La notorietà del F. è dovuta soprattutto all'attività pubblica che svolse al servizio del Comune. Negli atti egli è spesso chiamato "iudex"; il Breve vetus testimonia ch'egli fece parte del Collegio degli anziani nel periodo dal 1289 fino al febbraio-marzo 1330, complessivamente 19 volte con una sola assenza più prolungata tra giugno 1320 e novembre 1328.
Dopo il marzo 1330 non si hanno più notizie del F., che potrebbe essere morto subito dopo.
Il F. fu anche membro del Collegio dei savi e sembra aver avuto legami con la Sardegna: il 6 sett. 1304 infatti figurava nella commissione per eleggere il rettore e i notai di Iglesias. Considerato tra quelli che "più savi erano tenuti a Pisa", fu impiegato spesso in missioni diplomatiche. Fu tra gli ambasciatori di Pisa che giurarono la pace di Fucecchio, che poneva fine ai sei anni di guerra con i guelfi (13 luglio 1293); fu inviato a Barcellona per trattare il difficile problema della Sardegna con la corte aragonese (16 nov. 1308-21 giugno 1309). Il 25 nov. 1314 fu autorizzato dal Comune a condurre le trattative con Roberto d'Angiò, trattative che si concluderanno il 12 ag. 1316 a Napoli. La sua ricchezza doveva essere notevole, se gli consentiva di prestare denaro al Comune; possedeva anche appezzamenti di terreni. Era sposato con Minga figlia di Bonvicino de' Sismondi, nominata in un diploma del 1316. Si hanno notizie di due suoi figli: Andrea, nominato in un documento del 24 febbr. 1300, e Giovanni, anch'egli giurista.
Giovanni, personaggio notevole, fu menzionato come "legum doctor" a Bologna nel 1286, anziano in Pisa nel periodo tra luglio-agosto 1294 e aprile-maggio 1329, per ben dodici volte membro del Consiglio del popolo, elettore della commissione dei Cinquanta per designare gli ufficiali, e tra gli ambasciatori pisani alla corte d'Aragona nell'estate del 1309. Il Fabbrucci parla anche di un Giovanni Fagioli, inserito nel '300 tra gli avvocati del Comune e capo della commissione per correggere gli statuti dei notai: questo Giovanni, chiamato "iudex", "legum doctor" e "professor iuris", è forse quel "Johannes Faseolus de Pisis doctor legum" che il 29 nov. 1310 veniva annoverato tra i consiglieri di Enrico VII e successivamente era presente al giuramento di fedeltà prestato dai cittadini di Asti (4 dic. 1310), all'omaggio dei Lodigiani (22 apr. 1311) ed ai negoziati di Arezzo (17 giugno-19 luglio 1311). La probabilità che si tratti della stessa persona è avvalorata dal fatto che Giovanni non è menzionato nei documenti pisani tra l'estate 1309 e il settembre 1312. Manca invece un punto d'appoggio per vedere in lui l'autore delle Additiones al Digesto nuovo nel manoscritto della Biblioteca Laurenziana Medicea di Firenze, S. Croce, plut. VI Sin. I firmate "Jo. Fazeolus" ed ispirata ai giuristi del tardo '200 e della prima metà del '300 come Dino del Mugello, Cino da Pistoia, Iacopo Bottrigari e Uberto da Cremona.
Fonti e Bibl.: F. Dal Borgo, Raccolta di scelti diplomi pisani, Pisa 1765, pp. 221, 227-230; F. Bonaini, Breve vetus seu Chronica antianorum civitatis Pisarum…, in Arch. stor. ital., VI (1845), I, ad annos; Cronaca di Pisa di Ranieri Sardo, a cura di O. Banti, Roma 1963, p. 119 e n. 6; F. Dal Borgo, Dissertazione epistolare sull'origine della università di Pisa, Pisa 1765, pp. 118 ss.; A. Fabroni, Historiae Academiae Pisanae, II, Pisis 1791, p. 40; M. Sarti-M. Fattorini, De claris Archigymnasii Bononiensis professoribus, a cura di A. Albicini - C. Malagola, I, Bononiae 1888-1896, p. 187; G. Landogna, Maestri e scolari pisani nello Studio di Bologna tra il sec. XII e la metà del XIV, in Arch. stor. ital., s. 7, LXXXV (1926), 1, pp. 155, 196, n. 36, 213 n. 158; V. Salavert y Roca, Cerdeña y la expansión mediterránea de la Corona de Aragón, Madrid 1956, I, p. 424; II, pp. 369, 400, 451, 459, 496; E. Cristiani, Nobiltà e popolo nel Comune di Pisa dalle origini del podestariato alla signoria dei Donoratico, Napoli 1962, pp. 207, 213, 218, 256, 267, 282, 286, 293, 455; G. B. Picotti, Lo Studio di Pisa dalle origini a Cosimo duca, in Boll. stor. pisano, XI-XIII (1942-44), ora in Scritti vari di storia pisana e toscana, Pisa 1968, p. 18.
Per il figlio Giovanni si vedano inoltre: Monumenta Germaniae Historica, Legum sectio IV, Constitutiones et acta publica imperatorum et regum, IV, 1, a cura di J. Schwalm, Hannoverae-Lipsiae 1904-1906, pp. 443, 574, 601; F. Bonaini, Acta Henrici VII Romanorum imperatoris, Florentiae 1877, pp. 96, 177; Id., Breve Vetus..., cit., sub voce; R. Davidsohn, Storia di Firenze, III, Firenze 1960, p. 567; S.M. Fabbrucci, Dissertatio storico-critica qua certius quam antea Pisanae universitatis initium constituitur, in Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici, a cura di A. Calogerà, Venetiis 1740, pp. 12-17; V. Salavert y Roca, Cerdeña y la expansión mediterránea..., cit., I, p. 424; II, pp. 471, 505 s., 511; E.M. Meijers, Etudes d'histoire du droit..., a cura di R. Feenstra - H. F. W. D. Fischer, III, Leiden 1959, p. 160 n. 24; E. Cristiani, Nobiltà e popolo..., cit., p. 284.