STARNINA, Gherardo
Pittore. Era iscritto alla Compagnia di S. Luca a Firenze nel 1387. Recatosi in Spagna, è ricordato a Valenza dal 1398 al 1401 intento a dipingere tavole e affreschi: negli stessi anni lavorò anche nella cattedrale di Toledo. Tornato a Firenze, nel 1409 dipingeva a Empoli in S. Stefano una cappella di cui nulla rimane. Morì prima del 1413, forse ancora in piena virilità. L'Albertini (1510), l'Anonimo Magliabechiano, il Gelli, prima del Vasari, ricordarono concordemente sue opere a Firenze dopo il ritorno dalla Spagna: gli affreschi della cappella di S. Girolamo al Carmine, ch'erano già compiuti nel 1404, e dei quali non restano che pochi avanzi; il S. Dionigi (circa 1406) sopra la scala del Palazzo di parte guelfa, affresco di cui furono da poco distrutte le ultime tracce. Il Vasari, che lo disse scolaro di Antonio Veneziano e maestro di Masolino, ne asserì anteriori alla dimora nella Spagna gli affreschi della cappella Castellani in S. Croce, e lo presentò come pittore "intento alle cose della natura", cioè realista, vago di ritrarre le fogge esotiche, conosciute nei suoi viaggi.
Negli affreschi della cappella Castellani, opera di Agnolo Gaddi e dei suoi aiuti, si trovano parti distinte da un fare più semplice e dal comporre più spazioso: ma non vi è argomento per riconoscerle dello St. I troppo scarsi avanzi, ora ritrovati, della decorazione della cappella del Carmine mostrano un pittore che si attarda nella tradizione trecentesca fiorentina, poco risentendo di Lorenzo Monaco; invece, le tracce dell'affresco del Palazzo di parte guelfa, nel complicato fluente drappeggio, accennavano a un estremo goticheggiare. Resta perciò incerta, fra i dati contraddittorî di tali opere, la figura dello St.; né la rende più consistente l'attribuire al pittore la tavola con la Vita Eremitica, agli Uffizî, opera di schietta derivazione senese e probabilmente di Lorenzo Monaco. Nemmeno i dipinti italiani, o italianeggianti, finora conosciuti a Toledo e a Valenza, di artisti diversi e non identificati, hanno dato qualche caposaldo per conoscere l'arte dello St.
Tra le supposte opere dello St. in Spagna è il trittico del museo di Valenza, già della Certosa di Porta-Coeli, nel quale su qualche reminiscenza di A. Gaddi (specie nella rappresentazione dei Sacramenti) prevalgono stretti rapporti col misterioso "maestro del Bambino Vispo" ma esso, appartenendo già in tutto allo "stile gotico internazionale" (v. gotica, arte), di cui forse fu partecipe anche lo St., non ha rapporto con gli affreschi della chiesa del Carmine.
Bibl.: Per notizie e per ragionata bibl.: U. procacci, Gherardo S., in Rivista d'arte, 1933, pp. 151-190; 1935, pp. 77-94; inoltre: E. P. Baker, in The Burlington Magazine, LXVI (1935), p. 83.