Ghiberti, Alberti, Dolce, De Dominici
Abbozzati dallo scultore Lorenzo Ghiberti (Firenze 1378-1455) verso la fine della propria esistenza (1447-1455), I commentarii spettano alla mano di un suo copista che pose in bella i materiali e li raccolse in un’unica compagine, poi suddivisa da Julius von Schlosser – che la pubblicò integralmente nel 1912 – in tre Commentari. Il primo di essi tratta la storia dell’arte antica, servendosi come fonti di Plinio il Vecchio e di Vitruvio, il secondo quella dell’età moderna, mentre l’ultimo è dedicato a problemi di ottica e di prospettiva. Benché tramandata solo per via manoscritta (cfr. L. Ghiberti, I commentarii, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, II, I, 333, a cura di L. Bartoli, 1998, pp. 9-12), l’opera di Ghiberti era ben nota presso i suoi contemporanei e successori, come testimonia lo stesso Vasari nella seconda edizione delle Vite (cfr. Le Vite dei più eccellenti pittori, scultori e architettori […], a cura di R. Bettarini, P. Barocchi, 3° vol., 1971, p. 103).
Fu invece redatto sia in latino sia in volgare (1435 e 1436, o viceversa), il De pictura di Leon Battista Alberti (Genova 1404, da padre bandito da Firenze-Roma 1472). È costituito da tre «brevissimi comentari» (De pictura. Redazione volgare, a cura di L. Bertolini, 2011, p. 205), nei quali l’artista espone le sue tesi in merito ai principi matematici utili alla pittura, per poi passare al disegno, alla composizione pittorica e ai colori, e infine alla cultura e alla preparazione generale necessaria alla formazione di un buon pittore. Stampata a Basilea nel 1540, nella versione latina, l’opera godette di ampia fortuna sia in volgare sia in latino, grazie alla ricca tradizione manoscritta che ne fece uno dei testi più citati e influenti del Rinascimento italiano (cfr. L.B. Alberti, Opere volgari. Volume terzo. Trattati d’arte…, a cura di C. Grayson, 1973, pp. 299-304).
Altrettanto importante e pervasiva fu la diffusione del vasto trattato in dieci libri sulla tecnica costruttiva architettonica che, pubblicato postumo nel 1485, dopo aver avuto due edizioni in latino (1512 e 1541), venne stampato a Venezia nel 1546, nel volgarizzamento di Pietro Lauro, e poi a Firenze, nella versione in volgare di Cosimo Bartoli, con la dedica a Cosimo I de’ Medici (cfr. Vasari, gli Uffizi e il Duca, a cura di C. Conforti, F. Funis, F. de Luca, catalogo della mostra, Firenze, Galleria degli Uffizi, 2011, p. 388, scheda XV.17, a cura di C.A. Girotto).
Un decennio più tardi, nel 1557, apparve a Venezia il Dialogo della pittura intitolato l’Aretino di Lodovico Dolce (Venezia 1508-ivi 1568). A un anno dalla morte del suo protagonista (Pietro Aretino era infatti scomparso nella città lagunare nel 1556), l’opera si rivela polemica fin dal sottotitolo in cui programmaticamente si enuncia che «si ragiona della dignità di essa pittura […] e nel fine si fa menzione delle virtù e delle opere del divin Tiziano» (cfr. http://www.memofonte.it/ home/files/pdf/scritti_dolce.pdf, 5 maggio 2013). L’andamento dialogico del testo favorisce la vis polemica di Dolce che, per bocca dell’alter ego Aretino, ha buon gioco nello scardinare le certezze del letterato fiorentino Giovanni Francesco Fabrini, portavoce delle tesi espresse da Vasari nella prima edizione delle Vite, e in particolare della superiorità di Michelangelo. La sconfitta delle posizioni filotoscane è resa evidente dalla decisione di Dolce di assegnare il titolo di ‘divino’ a Tiziano, poiché sopravanza tutti gli altri artisti per la sua abilità di colorista (cfr. Ph. Sohm, Style in the art theory of early modern Italy, 2001, pp. 95-97).
Tra il 1742 e il 1745 il pittore di genere Bernardo De Dominici (Napoli 1683-ivi 1759) pubblicò a Napoli i tre volumi delle Vite de’ pittori, scultori ed architetti napoletani che costituiscono il tentativo di una risposta, spesso non fondata su attendibili basi documentarie, alle Vite di Vasari, colpevole di aver trascurato l’intera area meridionale (cfr. B. De Dominici, Vite de’ pittori, scultori ed architetti napoletani, a cura di F. Sricchia Santoro, A. Zezza, 3 voll., 2003-2008).