GHIGLIOTTINA (fr. guillotine; ted. Fallbeil)
Macchina tuttora usata in Francia, nel Belgio e in alcuni Länder della Germania per le esecuzioni capitali e consistente in due travi scanalate, unite in cima da una terza trasversale; a questa è assicurato un pesante coltello triangolare, che può scorrere rapidamente nelle scanalature: il condannato ha il collo preso tra due assi.
Macchine simili erano usate da molto tempo: la prima menzione certa e datata è contenuta in una cronaca di Jean d'Authon, là dove parla della decapitazione dell'agitatore Demetrio Giustiniani, avvenuta a Genova nel 1507. Nei secoli XVI e XVII essa era usata in Scozia, dove era chiamata the maiden, in Germania, dove era nota col nome di Diele o di Hobel, in Italia, in Francia.
Parecchie incisioni del Cinquecento di esecuzioni capitali, mostrano macchine assai simili alla ghigliottina. Essa è minutamente descritta nell'anonimo Voyage historique et politique de Suisse, d'Italie et d'Allemagne, in cui si parla di un'esecuzione capitale avvenuta a Milano nel 1730, e nel Voyage en Espagne et en Italie en 1730 del padre J.-B. Labat.
Dal primo di questi due libri ebbe notizia della macchina il medico francese J.-F. Guillotin, che propose all'Assemblea costituente il 10 ottobre e il 1° dicembre 1789 la decapitazione come estremo supplizio, e suggerì l'uso di una macchina per rendere istantanea e meno dolorosa la morte. La prima proposta fu adottata il 3 giugno 1791, la seconda il 20 marzo 1792, su parere del chirugo Antoine Louis, di Metz, segretario principale dell'Académie de chirurgie. Il falegname Guédon, fornitore delle forche usate sino allora, chiese 5660 livres per costruire la nuova macchina; ma la richiesta parve esorbitante. Allora il tedesco Tobias Schmidt, fabbricante di clavicembali, si offrì di fabbricarla al prezzo di 329 franchi. La macchina, dopo alcune prove su animali e cadaveri, fu adoperata la prima volta il 25 aprile 1792 per l'esecuzione del grassatore Nicolas-Jacques Pelletier; i primi condannati politici ghigliottinati furono L.-D. Collenot d'Aigremont (21 agosto 1792), l'intendente della lista civile La Porte (24 agosto), e Farmian de Rosoy, redattore della Gazette de Paris (25 agosto). La più illustre vittima della ghigliottina, Luigi XVI, si era occupato a perfezionare la macchina e i suoi disegni si conservano all'Archivio nazionale di Parigi.
Il nome di ghigliottina risale a una canzonetta satirica del giornale realista Les Actes des Apôtres; ma nei primi tempi era prevalso quello di louison o louisette, dal nome del suo vero ideatore.