BATTAGLIA, Giacinto
Nacque a Milano il 10 sett. 1803; laureatosi in medicina all'università di Pavia, non esercitò tuttavia la professione. Dopo aver collaborato alla rivista I Teatri, di G. Barbieri, dove fece le sue prime esperienze letterarie, il B. fondò e diresse, un giornale satirico-umoristico, La Vespa (1827). Due anni più tardi lanciava l'Indicatore lombardo, rivelatosi presto uno dei più importanti fogli liberali; il B., uomo di viva intelligenza, discepolo del Romagnosi, fu una delle figure più rappresentative del giornalismo lombardo. Dalla fusione dell'Indicatore con il Ricoglitore italiano e straniero nasceva la Rivista europea (1838), diretta erede della tradizione del Conciliatore, amministrata e diretta, pur tra notevoli difficoltà economiche, dal B. fino al 1844, quando egli uscì dall'amministrazione e la direzione passò a G. Calvi.
Il B. aveva anche esordito nel campo della narrativa, invero con scarso successo, pubblicando La Lega Lombarda (Milano 1832), romanzo storico che rivela, in dosi eccessive, inesperienza e ingenuità; né migliore risultato otteneva con Giovanna di Provenza (Milano 1835), ricavato da un episodio della storia del regno di Napoli del sec. XIV.
Il B. veniva intanto sempre più attirato dal mondo teatrale, dove aveva combattuto le sue prime battaglie, con Il Barbiere di Siviglia, diventato poi Il Figaro, giornale di musica, teatro e varietà (1834). Rivelandosi fecondo drammaturgo, egli fu tra i più notevoli autori di drammi storici, entrati nel repertorio dei migliori attori dell'epoca. Maturava in lui la convinzione della necessità di un rinnovamento del teatro italiano, che, dopo il vigoroso impulso degli inizi del secolo, attraversava un periodo critico.
Davvero intensa è l'attività del B. in questi anni: pubblicò il Museo drammatico (Milano 1837), traduzioni delle migliori opere del teatro europeo; con F. Ambrosoli dirige Galleria contemporanea, raccolta di biografie degli uomini più rappresentativi dell'epoca (1841); con P. Turati tiene la direzione della Bibliothèque choisie; più tardi assumerà la direzione della Gazzetta musicale di Ricordi. Frutto delle sue esperienze nel mondo teatrale, il B. pubblicava Delle attuali condizioni del Teatro drammatico italiano in Italia e dei mezzi per promuoverne il perfezionamento (Milano 1838), dove metteva in luce alcune cause della crisi teatrale. Nel 1845raccolse alcuni suoi saggi di critica teatrale in un volume pubblicato a Milano col titolo Mosaico. Saggi diversi di critica drammatica.Frattanto, non scoraggiato dagli insuccessi delle sue prime commedie, drammi di ambiente borghese tratti da A.-E. Scribe, si cimentava nel dramma storico con Giovanna I di Napoli (1838), Luisa Strozzi (1839), Filippo Maria Visconti (1840), Famiglia Foscari (1844)e Marchese Annibale Porrone (scritto nel 1845, ma pubblicato a Milano nel 1859).Benché con questa sua vasta e meritoria attività in campo editoriale avesse contribuito a portare in Italia la voce dei grandi drammaturghi europei, il B. non seppe tradurre in pratica quell'ansia di rinnovamento, ereditata dalle precedenti esperienze giornalistiche; i suoi drammi continuano piuttosto la tradizione del teatro patetico di S. Pellico. Anche la sua opera migliore, Luisa Strozzi, il cuinotevole successo è dovuto all'interpretazione dei più grandi attori dell'epoca (Marchionni, Ristori, Vestri), rivela la sua incapacità di uscire dall'equivoco di un genere a mezzo tra la tragedia e il melodramma. Ben più meritoria doveva risultare la sua attività di generoso mecenate nel campo della direzione artistica, per il contributo che portò alla riforma scenica.
La sua ambizione principale fu infatti la costituzione di una compagnia stabile che rispondesse ai suoi ideali e che, più segreta aspirazione, potesse portare sulla scena i suoi drammi meglio di quanto non facessero allora le altre compagnie, mal dirette e peggio amministrate. Assunta l'impresa del vecchio Teatro Re di Milano (aprile 1844), il B., lanciando una campagna di abbonamenti, pubblicava un coraggioso manifesto Agli amatori del teatro drammatico italiano (marzo 1845). G. Modena veniva in aiuto cedendogli la sua compagnia di giovani attori, la cui direzione artistica era affidata a F. A. Bon: nasceva così la Compagnia drammatica lombarda (1846), di cui il B. tenne la supervisione fin quando essa cessò di essere stabile (1853). I grandi avvenimenti di quegli anni contribuirono a distogliere il B. dall'ambiente teatrale, attirandolo nell'attività politica. Generoso patriota, chiamato nel primo consiglio comunale di Milano liberata, il B. progettava la pubblicazione di una ambiziosa Storia del Risorgimento italiano nelle vicende politiche d'Europa dagli anni 1848-49 al 1859, che s'interruppe al III fascicolo, per la sua morte improvvisa avvenuta in Milano il 15 nov. 1861.
Il figlio Giacomo, nato a Milano nel 1831 seguendo l'esempio paterno si distinse giovanissimo nel mondo della cultura milanese. Assiduo collaboratore del Crepuscolo, diretto da C. Tenca, vi scrisse, oltre ad alcune novelle, interessanti lavori di critica letteraria, tra i quali notevole un saggio anonimo, Del romanzo in Italia, attribuito erroneamente allo stesso C. Tenca, lucida analisi della situazione letteraria italiana in quel periodo (Il Crepuscolo, IV[1853], nn. 33-35, 41-42). Si cimentò in campo teatrale con una tragedia storica Gerolamo Olgiato, di modello alfieriano, rappresentata con discreto successo (Milano, Teatro Re, 1857) e pubblicata a Milano nel 1858. Esperto di economia, si distinse con un approfondito studio Sulla crescente produzione dell'oro.Morì prendendo parte, tra i cacciatori delle Alpi, allo scontro di San Fermo il 27 maggio 1859.
Fonti e Bibl.: A. Brofferio, Il Messaggiere torinese. Prose scelte, II, Alessandria 1839, pp. 267-69, 435-446, 501 s.; G. Modena, Epistolario, a cura di T. Grandi, 1826-1861, Roma 1955, nn. 66-69, 78, 353-354, 356, 361; G. Sabbatini, Drammi storici e memorie, Torino 1864, p. 354; F. Bonazzi, Gustavo Modena e l'arte sua, Città di Castello 1884, p. 32; G. Costetti, La Compagnia Reale Sarda e il teatro italiano dal 1821 al 1855, Torino 1893, pp. 114, 119-121, 153, 223; L. Pullè, Penna e spada. Memorie patrie d'armi..., Milano 1899, ad Indicem; G. Costetti, Il teatro italiano nel 1800, Rocca San Casciano 1901, pp. 145 s.; G. Cosentino, L'Arena del Sole, Bologna 1903, p. 75; T. Massarani, Carlo Tenca e il pensiero civile del suo tempo, Firenze 1907, pp. 22, 26, 194; M. Ferrigni, Il teatro romantico, in Storia del teatro italiano, a cura di S. D'Amico, Milano 1936, pp. 255, 257; K. G. Greenfield, Economia e liberalismo nel Risorgimento, Bari 1940, ad Indicem; G. Mazzoni, L'Ottocento, Milano 1949, ad Indicem; I.Sanesi, La Commedia, in Storia dei generi letterari italiani, II, Milano 1954, p. 347; G. Casati, Diz. degli scrittori d'Italia, Milano s. d., ad vocem; Encicl. Ital., VI, p. 381; Encicl. dello Spettacolo, II, col. 48.
Sul figlio Giacomo si veda G. Vollo, recens. a Girolamo Olgiato, trag. di G. B., in Riv. contemp., XVII (1859), pp. 428-430; C. Trevisani, Delle condiz. della letter. drammatica ital., Firenze 1867, pp. 42 s.; L. Pullè, Penna e spada. Memorie patrie d'armi, di lettere e di teatri, Milano 1899, pp. 34 s., 43-46; D. Mantovani, Il Poeta soldato, Milano 1900, p. 155; T. Massarani, Carlo Tenca e il pensiero civile del suotempo, Firenze 1907, pp. 82, 194-197, 230, 248; R. Barbiera, Il salotto della Contessa Maffei, Milano. 1925, pp. 235 s.; G. Mazzoni, L'Ottocento, Milano 1949, p. 947.