BERRUTI, Giacinto
Nacque ad Asti il 29 gennaio 1837.
Il padre, Giovanni, perfezionatosi in medicina a Parigi e a Pisa, godeva fama di buon chirurgo; anche lo zio, Secondo Berruti, era un medico illustre, professore all'università di Torino e, dal 1847, membro della R. Accademia delle Scienze di Torino.
Seguite ad Asti le scuole primarie e secondarie, il B. vinse il concorso per un posto gratuito nel R. Collegio Carlo Alberto, e frequentò così l'università di Torino, presso la quale conseguì nel 1859 il diploma universitario di ingegnere idraulico e di architetto civile. Le sue qualità gli procurarono, durante il periodo universitario, la stima e l'amicizia di Q. Sella, che lo ebbe tra i suoi allievi e, successivamente, tra i suoi collaboratori tecnici in numerose e delicate incombenze. Il B., dopo essersi perfezionato a Parigi all'Ecole des Mines, entrò nel Corpo reale delle miniere; inviato in Germania ed in Belgio per impratichirsi delle tecniche minerarie, nel 1862 fu delegato all'Esposizione universale di Londra, per ordinarvi insieme con l'ingegnere capo E. Grabau la sezione degli espositori italiani.
Egli si trattenne a Londra per seguire i lavori dei geologi alla carta d'Inghilterra, in vista dell'analoga rilevazione che il Sella progettava per l'Italia: rientrato a Torino nel 1863, collaborò, infatti, col Sella e col Gastaldi, ad effettuare, come saggio della carta geologica d'Italia, il rilevamento in scala 1:50.000 dei Biellese, pubblicato nel 1864 in occasione del congresso dei naturalisti italiani, che si tenne a Biella sotto la presidenza del Sella.
Dell'opera del B. il Sella si avvalse ancora nel 1865 per attuare il progetto di dotare lo Stato italiano di una officina governativa, così da por fine alla commessa di carte-valori a ditte estere. Inviato dapprima a Londra per sorvegliare la stampa di francobolli e marche da bollo presso la casa De la Rue e C., il B. fu, incaricato di acquistare il macchinario necessario all'impianto di un'officina carte-valori. Questa entrò in funzione a Torino il 1°ott. 1865, sotto la sua direzione.
Tra le prime attività dell'officina fu l'urgente stampa, nel 1866, scoppiata la guerra con l'Austria, di settanta milioni in biglietti da 10 lire. Dalle accurate relazioni annuali del B. al ministero del Tesoro si può rilevare la mole e l'importanza sempre crescente dell'officina, il cui capitale industriale, nel luglio 1901, era arrivato ad oltre due milioni di lire, mentre il numero degli operai addetti era cresciuto da 15 a 437.
Il B. ebbe poi un ruolo notevole nello studio dei metodi di applicazione della tassa sul macinato. Il progetto di legge presentato dal Sella nel 1865, ripreso poi nel 1867 dal Ferrara e quindi approvato dal Parlamento, si basava sulla possibilità di accertare, mediante un congegno meccanico, la quantità dei cereale macinato, in base al numero dei giri compiuto dalla macina.
La Commissione, istituita il 3 giugno 1868 per stabilire le modalità di applicazione della legge, scelse il contagiri studiato da due capomeccanici dell'officina torinese, Thiabaud e Calzone, sotto la direzione del B. (descrizione nella Relazione della Commissione d'inchiesta sul macinato, in Atti Parlamentari, Camera dei Deputati, Raccolta degli atti stampati, legislatura XI, 1a sessione, prog. n. 132, pp.19-21), e appunto nei locali dell'officina carte-valori si provvide poi, negli anni di applicazione della tassa, al collaudo e alla riparazione dei contagiri suddetti. Poiché l'applicazione di questo contagiri non permetteva tuttavia di stabilire direttamente la quantità del cereale macinato, variando questa in notevole misura a seconda e delle qualità dei cereale e delle condizioni tecniche dell'apparecchio macinante, fu necessario introdurre nel computo della tassa un elemento nuovo, attribuendo ad ogni singolo palmento una quota di tassa più o meno considerevole per uno stesso numero di giri a seconda della sua maggiore o minore produttività. Il B. fornì appunto all'amministrazione del macinato la formula matematica necessaria a determinare tale quota sulla base della misura della potenza degli impianti di macinazione e studiò i miglioramenti da apportarsi agli apparecchi di misurazione di potenza (dinamometri), perfezionando dapprima il freno detto di Prony, e giungendo poi all'invenzione di un termodinamometro.
Nel quadro dell'ordinamento dell'amministrazione del macinato previsto dal decreto 13 marzo 1870, al B. fu affidata la direzione compartimentale dell'Alta Italia, preposta agli uffici provinciali col compito di indirizzare con norme uniformi il servizio tecnico, studiare e definire i lavori di adattamento dei mulini, e provvedere a collaudare, impiantare e mantenere efficienti i contatori. Nel maggio del 1872 venne posto dal Sella a capo dell'amministrazione centrale del macinato.
Divenuto ingegnere capo del distretto minerario di Torino nel 1873, il B. ricevette in quell'anno dal Minghetti, ministro delle Finanze e capo del governo, l'incarico di assumere provvisoriamente le funzioni di amministratore generale dei canali Cavour, che il governo aveva riscattato dalla società concessionaria.Negli anni immediatamente seguenti egli collaborò con lo Spaventa, ministro dei Lavori Pubblici, alla riorganizzazione delle convenzioni tra lo Stato e le società ferroviarie, da questo sistematicamente intrapresa, nonostante l'opposizione di alcuni gruppi della stessa destra.
In questa attività il B. si trovò a collaborare nuovamente col Sella, quando questi fu invitato dal Minghetti a trattare col Rothschild la complessa questione del riscatto della società ferroviaria dell'Alta Italia. Il B. accompagnò infatti il Sella dapprima a Lucerna (settembre 1875), poi a Basilea, dove venne stipulato l'accordo preliminare (17 nov. 1875), e infine a Vienna, dove l'accordo definitivo fu sanzionato ufficialmente dal governo austriaco, in quanto contemplava la separazione delle strade ferrate venete e austriache (la Società Alta Italia continuava a sussistere come concessionaria delle Meridionali austriache, trattato di Vienna del 29 febbr. 1876). Al B. era affidato l'incarico di effettuare stime e conteggi per la cifra del riscatto.
Nel gennaio del 1881, abbandonando a malincuore il Corpo delle miniere, il B. assunse la direzione del Museo industriale di Torino, del quale due anni prima aveva caldeggiato, insieme col Sella e col De Vincenzi, la riorganizzazione in Istituto superiore di istruzione industriale. Contemporaneamente ricevette l'incarico di fungere da direttore della R. Scuola di specializzazione degli ingegneri.
Di minor rilievo, ma tuttavia notevoli, data l'importanza scientifico-economica dei due avvenimenti, le prestazioni del B., in qualità di ingegnere del Corpo delle miniere, alle inchieste del 1861sulle ferriere (preparò le carte ed i prospetti allegati alla relazione conclusiva dei lavori della commissione, redatta da F. Giordano, L'industria del ferro in Italia, Torino 1864) e del 1870-74 sulle condizioni delle industrie in Italia (Atti del Comitato d'Inchiesta Industriale, Torino 1870-74). Per l'esperienza tecnica acquisita in queste occasioni, il B. fece parte della delegazione che nel 1881 trattò col governo francese il rinnovo del trattato di commercio, operazione quanto mai difficile per il contemporaneo inasprimento delle correnti protezionistiche e in Italia e in Francia. Alla delegazione italiana nel suo complesso fu da più parti rivolto l'appunto di aver fatto eccessive concessioni senza ottenere in cambio tutte le facilitazioni che si potevano pretendere per i principali prodotti di esportazione italiana (Atti Parlamentari, Camera dei Deputati, Discussioni, XIV legislatura, sessione unica, tornate dal 2 al 9 maggio 1882, pp. 10393-10739).
Il B. fu membro del consiglio comunale di Torino dal 1887 al 1902. In tale veste riuscì a far approvare nel 1893 il progetto per la sistemazione delle fognature con canali bianchi e neri distinti; fece parte anche del consiglio comunale di Asti dal 1876 al 1889. Dal 1894 al 1899 appartenne al Consiglio superiore delle miniere, nel quale ebbe funzioni di vicepresidente per l'anno 1897. Fu membro del collegio arbitrale per la definizione delle controversie tra il governo e la società di esercizio della Rete mediterranea. Presidente della Società degli ingegneri ed architetti negli anni 1874, 1879 e 1891, appartenne dal 1871 alla R. Accademia delle Scienze di Torino. Le Esposizioni di Torino lo vollero membro delle Commissioni ordinatrici e della giuria. Morì a Torino l'11 febbraio del 1904.
Opere: Intorno agli sforzi trasmessi dalle ruote dentate, in Atti d. R. Acc. delle Scienze di Torino, V (1869-70), pp. 79-89; Descrizione e teoria di un termodinamometro, ibid., VII (1871-72), pp. 485-500; Influenza dei cicloni sulla meteorologia locale, ibid., XXVI (1890-91), pp. 739 s.; Sulla teoria dei vettori scomponibili, ibid., XXIX (1893-94), pp. 115-118, 531-34; Dante e la meteorologia, ibid., XXXIX (1903-1904), pp. 16-21; S. R. V. Mayer, Meccanica del calore, traduz. di G. B., Torino 1870.
Fonti e Bibl.: Q. Sella, Epistolario inedito, a cura di A. Segre, Torino 1930, pp. 240 s., 258 s., 260, 266; P. Boselli, Parole pronunziate al camposanto dando il saluto alla salma del compianto socio G. B., in Atti d. R. Acc. delle scienze di Torino, XXXIX (1903-1904), pp. 413-17; Commem. di G.B., in Ann. del Museo Ind. di Torino, 1904-1905, pp. 43-52; Necrologia di G. B., in Ann. Della Scuola d'Appl. d'Ingegneria di Torino, 1904-1905, pp. 63-67; G. B., in Annali della R. Accad. di agraria di Torino, XLVIII(1905), pp. 13-32; A. Guiccioli, Quintino Sella, Rovigo 1888, II, p. 60; A. Berselli, La questione ferroviaria e la rivoluzione parlamentare del 18 marzo 1876, in Riv. stor. ital., LXX(1958), 2, pp. 188-238; 3, pp. 377-420.