TURAZZA, Giacinto
– Nacque a Padova il 20 luglio 1853 da Domenico (v. la voce in questo Dizionario) e da Laura Piazza.
Sposò Maria Albertina Ferrai, fiorentina di origine e di lui più giovane di cinque anni, figlia del filologo e docente universitario Eugenio Ferrai.
Turazza fu uno dei primi laureati, nel 1876, della nuova Regia Scuola di applicazione per ingegneri dell’Università di Padova, fondata e diretta dal padre Domenico. La carriera accademica di Turazza si sviluppò interamente a Padova nel solco dell’antica tradizione idraulica veneziana e degli studi più recenti della generazione alla quale erano appartenuti il padre e l’ingegnere Gustavo Bucchia, suo maestro. Turazza fu assistente di Bucchia alla cattedra di costruzioni idrauliche fin dal 1878 e dal 1888 fu incaricato dell’insegnamento della disciplina. Conseguì la libera docenza per il corso di idraulica pratica nel 1880. Nel 1892 divenne professore straordinario della materia e nel 1902 professore ordinario.
Dal 1907 Turazza collaborò alla realizzazione e allo sviluppo del corso specialistico di studi in discipline idrauliche, introdotto presso la Regia Scuola di applicazione per ingegneri per volontà dell’università e del magistrato delle Acque per le province venete. Nella sezione idraulica Turazza ricoprì vari insegnamenti specialistici, oltre all’insegnamento generale di idraulica. Tra il 1909 e il 1919 egli fu incaricato del corso di idraulica agricola e bonificazioni, un insegnamento che apparteneva a un settore di ricerca allora fondamentale per lo sviluppo economico del territorio veneto. Insegnò anche idraulica tecnica e costruzioni idrauliche e fluviali (1919-21).
In linea con le proprie competenze specialistiche, Turazza prestò la propria consulenza a varie istituzioni e amministrazioni locali nell’ambito della modernizzazione dei servizi idrici urbani e della regolazione del sistema fluviale.
Nel gennaio del 1896 fece parte della commissione giudicatrice per il progetto di acquedotto della città di Siena; nel febbraio del 1899 ebbe l’incarico di progettare un nuovo canale di derivazione dell’acqua per l’acquedotto di Udine. Studiò la realizzazione della rete fognaria di Padova e il riordino del sistema fluviale Agno-Guà-Frassine. Nel 1899 fece parte della commissione costituita dall’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti per l’esame di un riassetto della laguna veneta, insieme ai colleghi di università Manfredo Bellati, Enrico Bernardi, Giovanni Bordiga, Luigi Vittorio Rossi, al senatore Giuseppe Veronese e agli ingegneri del genio civile. Ne derivò un testo pubblicato nel 1904 a due mani con Luigi Vittorio Rossi dal titolo Intorno all’aforisma idraulico «gran laguna fa gran porto»: studio preliminare teorico sul problema lagunare (Venezia).
Fu collaboratore di varie riviste tecniche e membro effettivo nel 1923 della Reale Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova, della quale era stato socio corrispondente sin dal 1908. Tra le sue pubblicazioni, il lavoro più noto è il Trattato di costruzioni idrauliche (Milano 1900). Le sue monografie, alcune più volte riedite, riguardarono la fisica dei fiumi, la derivazione e il trasporto d’acqua a scopo industriale, gli acquedotti e la conduttura forzata delle acque, le bonifiche, la navigazione interna, il controllo delle piene (per l’elenco completo si veda Marzolo, 1925). Dei suoi rapporti con il mondo tecnico internazionale fa fede, in particolare, la partecipazione al X Congresso internazionale di navigazione tenutosi a Bruxelles nel 1905. Turazza fu inoltre uno dei fondatori del Collegio padovano degli ingegneri, al cui Consiglio direttivo partecipò per molti anni. Tra i suoi allievi vi fu Francesco Marzolo.
All’insegnamento universitario e all’attività scientifica e professionale Turazza affiancò un’intensa attività pubblica, svolta a Padova all’interno di istituzioni politiche e non. Dal 1888 al 1895 fu consigliere comunale e per vari anni assessore. Dal 1895 fu a più riprese consigliere provinciale e tra il 1913 e il 1916 rappresentò la Provincia di Padova presso il Consorzio ferroviario Padova-Treviso-Vicenza. Dal 1905 al 1920 fu consigliere dell’Istituto dei ciechi.
Nell’ambito dell’attività politica e dell’ambiente universitario patavino – al quale appartenne il giurista Alfredo Rocco, professore ordinario di diritto commerciale a Padova tra il 1910 e il 1925 –, va collocato il rapporto di Turazza con il nazionalismo, che ripete, va sottolineato, un percorso comune ad altri ingegneri italiani del tempo. Il 29 gennaio 1914 Turazza partecipò all’assemblea per l’elezione del Consiglio direttivo del Gruppo nazionalista padovano. E nella fase bellica che precedette l’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale collaborò con Il Dovere nazionale, il settimanale diretto proprio da Rocco. Nel 1914 Turazza si candidò alle elezioni amministrative a Padova nell’Unione dei partiti nazionali, nelle quali venne eletto con una larga adesione di voti. Alle elezioni politiche dell’aprile del 1924 sostenne la candidatura di Vitale Gallina, un militare pluridecorato fascista.
Morì a Padova il 20 ottobre 1925.
Il decreto di nomina a commendatore della Corona d’Italia porta la data del 22 ottobre 1925.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione generale dell’Istruzione superiore, 2o versamento, Fascicoli personali dei professori ordinari, 1900-1940, b. 160; 1o versamento, Personale 1860-1880, b. 2151.
F. Marzolo, Prof. ing. G. T., Padova 1925; M. Minesso, Tecnici e modernizzazione. La Scuola dell’Università di Padova e la professione dell’ingegnere (1806-1915), Trieste 1992; G. Simone, Il guardasigilli del regime. L’itinerario politico e culturale di Alfredo Rocco, Milano 2012, pp. 111 s.