BUGLIONE, Giacomino (Iacobus, Iacobinus, Iacominus, Buglonus, Buionus, Bullione, Buglione, Bullionis, Bulglionis, Zamboglone de Lambertaciis, Giacopino detto Buglione)
Apparteneva a una nobile famiglia bolognese che nel sec. XIII si scisse da quella, ghibellina, dei Lambertazzi per costituire un ramo autonomo. La tradizione locale fa risalire il soprannome "Buglione" della famiglia a un crociato, da individuarsi probabilmente nello stesso B. o in suo fratello Guidone Capello. Il B. appare nei documenti per la prima volta nel 1234, quando già era membro del Consiglio del Comune di Bologna. In quell'anno egli giurò, insieme con altri rappresentanti della sua città, il patto in forza del quale i signori di Frignano si sottomettevano al Comune. Nel gennaio dell'anno 1239 fu testimone al sindacato cui fu sottoposto il podestà uscente Uberto di Correggio. Allorché l'imperatore Federico II intraprese nell'estate del 1239 l'offensiva contro Bologna, il B. difese per un mese, insieme con altri cavalieri bolognesi, il castello di Piumazzo contro il preponderante esercito imperiale, che in luglio riuscì infine ad espugnare la piazzaforte. Tre mesi dopo, nella battaglia presso Vignola (2 sett. 1230, nella quale l'esercito bolognese fu sconfitto da una coalizione di città ghibelline, il B. cadde prigioniero.
Nel rilevamento delle "estimationes equorum" compiuto nel 1249 a Bologna dal podestà Filippo degli Ugoni il B. compare tra i cavalieri bolognesi. La sua breve carriera di podestà di città italiane ebbe inizio solo nell'anno 1252, con l'elezione a una delle due podesterie di Modena. Qui egli rappresentava il partito dei ghibellini Graisolfi, che nel 1249 erano stati costretti a concludere con i guelfi Aigoni la pace che instaurò a Modena una decennale supremazia bolognese. All'inizio del 1253 fu nominato podestà a Siena, tradizionalmente ghibellina. Ebbe al suo fianco quale capitano del popolo il meridionale Ruggero di Bagnolo, la cui presenza rivela chiaramente lo stretto legame politico tra Siena e il re di Sicilia Corrado di Svevia. Nella sua veste di podestà dovette giudicare i reclami presentati da alcuni nobili romani che erano stati depredati nel contado senese. Ma la sua attività fu assorbita principalmente dalla guerra che opponeva Siena, alleata con Pisa, ai Fiorentini. Quando, dopo una serie di azioni offensive coronate da successo, divisero le loro forze, i Senesi ebbero la peggio; non riuscirono a impossessarsi di Montalcino e subirono varie sconfitte. Di questa sfortuna resero responsabile il B. che deposero nell'ottobre del 1251, chiedendo al re Corrado di nominare un successore. Fu designato l'abruzzese Tommaso di Malanotte, ma neanche questi riuscì a evitare la sconfitta. Solo cinque anni dopo (1258) il B. ottenne una nuova carica, quella di capitano del popolo di Forlì. Fece testamento il 19 giugno 1270 e morì, a quanto pare, non molto tempo dopo a Bologna.
La torre di Buglione, nel centro di Bologna, dopo la morte del B. ed il bando dalla città comminato ai Lambertazzi (1274), fu confiscata e venduta all'asta pubblica nell'anno 1275. Nel 1286 il Comune acquistò dagli eredi le case che il B. possedeva presso porta Ravennate, per allargarla.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Modena, Pergam. del man. di S. Pietro, 1252 febbr. 2; Arch. di Stato di Siena, Cons. Gen. 388, ff. 10r-12v;Arch. di Stato di Bologna, Arch. di S. Domenico 17817512 (perg. del 19 giugno 1270); Annales Caesenates, in L. A. Muratori, Rerum Ital. Script., XIV, Mediolani 1729, col. 1102; Matthaei de Griffonibus Memoriale historicum…, ibid., 2 ediz., XVIII, 2, a cura di L. Frati e A. Sorbelli, p. 25; Chronicon Mutinense Iohannis de Bazano,ibid., XV, 4, a cura di T. Casini, p. 29; Cronaca senese di autore anonimo del sec. XIV,ibid., XV, 6, a cura di A. Lisini e F. Iacometti, pp. 54 s.; Cronaca senese... di Paolo di Tommaso Montauro,ibid., a cura di A. Lisini e F. Iacometti, p. 193; C. Mazzi, Documenti dei secc. XIII e XIV riguardanti il Comune di Roma, in Miscellanea storica senese, III (1895), pp. 125-127, nn. 4-5; Libri dell'entrata e dell'uscita della Repubblica di Siena detti… della Biccherna, XIV, Siena 1937, pp. 3, 26, 35, 60, 69, 75, 77, 88 s., 139, 147 s., 156 s., 169, 181, 186 s. (ma cfr. anche pp. 115 e 129); XV, ibid. 1939, pp. 9, 45, 49, 100 s., 108, 152 s., 168 s., 171 s., 174, 191, 200 s., 205; XVIII, in Pubblicazioni degli Archivi di Stato XLII, Roma 1961, p. 32; L. A. Savioli, Annali bolognesi, I, 1, Bassano 1784, p. 122 (albero genealogico); III, 1, ibid. 1795, pp. 60, 149 s., 260, 268; III, 2, ibid. 1795, pp. 143-153 n. 603, 170-179 n. 617; G. Gozzaffini, Delle torri gentilizie di Bologna..., Bologna 1875, pp. 335 s., 600 s. n. 99; R. Davidsohn, Geschichte von Florenz, II, 1, Berlin 1908, pp. 421 s.; G. Zaccagnini, Le scuole e la libreria del convento di S. Domenico in Bologna..., in Atti e mem. della R. Deput. di storia patria per le prov. di Romagna, s. 4, XVII (1927), p. 266; E. P. Vicini, I Podestà di Modena, I, Roma 1913, pp. 99 s.; M. Ohlig, Studien zum Beamtentum Friedrichs II. in Reichsitalien von 1237-1250unter besonderer Berücksichtigung der süditalienischen Beamten, Kleinheubach 1936, p. 17.