ACCARISI, Giacomo
ACCARISI (Accarigi), Giacomo. -Nacque a Bologna da Giovanni nel 1599 e si dedicò agli studi filosofici e letterari, abbracciando contemporaneamente la carriera ecclesiastica.
Nell'orazione tenuta a Mantova nel 1625 in morte di Carlo, arciduca d'Austria, che è la prima sua opera nota, l'A. si qualifica "e Societate Iesu"; poiché però questa qualifica non fu da lui mai più adoperata, è legittimo dedurne che egli non sia rimasto nella Compagnia.
Il 9 luglio 1626 si laureò in filosofia e, dopo aver tenuto nel 1627 un corso di logica, passò ad insegnare per quattro anni retorica nell'Accademia di Mantova fondata dal duca Ferdinando I Gonzaga.
Venuto poi a Roma, si legò al cardinale G. Bentivoglio, del quale divenne segretario delle lettere latine. A Roma fu qualificatore del Santo Uffizio e nel 1636 iniziò alla Sapienza un ciclo di lezioni di filosofia sul De coelo di Aristotele, durante il quale combatté il sistema copernicano. Nel 1637 pubblicò a Roma la Disputatio tenuta nel novembre del 1636 alla Sapienza come prolusione al suo corso.
Delle lezioni dell'A. fu informato anche Galileo da B. Castelli in una lettera da Roma del 15 apr. 1636 (G. Galilei, Opere,ediz. naz. XVI, p. 418). Sempre dall'epistolario galileiano apprendiamo che un ingegnere residente a Venezia, Francesco van Weert, scrisse fra il 1637 e il 1638 una confutazione in francese del saggio dell'A., che però non fu pubblicata (G. Galilei, op. cit., XVII, p. 287).
L'A. insegnò a Roma filosofia sino al 1641. Con lui va sicuramente identificato l'autore della Vita Gregorii XV,il cui manoscritto è nell'Archivio Boncompagni di Roma (B. 7). Ottenne infine l'assegnazione di un vescovato da Urbano VIII e la nomina da Innocenzo X nell'ottobre del 1644; ma la sede assegnatagli, Vieste, sulla punta del Gargano, lontana da ogni centro culturale e mondano, lo deluse. Da Vieste l'A. si trasferiva spesso, per le sue non buone condizioni di salute, a Vico Garganico, località più alta e salubre, e ivi morì l'11 maggio 1653. Fu sepolto nella chiesa di Vico e il cardinale V. M. Orsini curò che sulla sua tomba fosse posta una lapide commemorativa.
Tra le sue opere si ricordano: Oratio de renovatione pacis et studiorum habita Bononiae 1626 (Bononiae 1626); De Academia sapientissima fundata Mantuae anno 1625 a Ser. Ferdinando Mantuae et Montisferrati duce (Mantuae 1628); In funere anniversario Gregorii XV, oratio habita Romae...(Romae 1629); De Deo trino et uno, oratio... ad S. D.N. Urbanum VIII P. M.(Romae 1631); Terrae quies solisque motus, demonstratus primum theologicis, tum plurimis philosophicis rationibus. Disputatio I. A. habitabeodem 13 Kal. Decembris 1636, qua die aggressus est Romae in almo Sapientiae Gymnasio publice explicare librum Aristotelis de caelo (Romae 1637); Praelectiones philosophicae et orationes (Bononiae 1641); Vindicationes tum nonnullarum Gregorii XV constitutionum...(Romae 1641); Oratio ad cardinales conclave ingressuros (Romae 1644); Esortazione detta nella cattedrale di Vieste al suo popolo e clero...(Napoli 1645).
Fonti e Bibl.: I rotuli dei lettori legisti e artisti dello Studio bolognese,a cura di U. Dallari, II, Bologna 1889, p. 374; G. Galilei, Opere,ediz. naz., XX, p. 361; C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus,I, Paris-Bruxelles 1890, col. 27; L. v. Pastor, Storia dei Papi,XII, Roma 1930, p. 97; XIII, ibid. 1931, p. 600; P. Gauchat, Hierarchia catholica...,IV, Monasterii 1935, p. 366 e n. 7;N. Spano, L'Università di Roma,Roma 1935, p. 338; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés.,I, col. 260.