Acerbo, Giacomo
Politico (Loreto Aprutino 1888-Roma 1969). Professore di economia e politica agraria nell’univ. di Roma (dal 1927). Più volte decorato al valor militare, deputato fascista (1921), dopo la marcia su Roma fu sottosegretario alla presidenza del Consiglio fino al 1924. Preparò il testo della nuova legge elettorale che, approvata nel luglio del 1923, prevedeva un forte premio di maggioranza per la lista che avesse ottenuto il maggior numero di voti, allo scopo di garantire a Mussolini un’ampia maggioranza parlamentare. In realtà, nelle successive elezioni dell’aprile 1924, dopo una campagna elettorale segnata dall’illegalità e dalle azioni violente dei fascisti, le liste governative ottennero quasi il 65% dei voti e i tre quarti dei seggi senza che scattasse il premio di maggioranza. In quell’anno fu creato barone dell’Aterno. Fu inoltre vicepresidente della Camera (1920), ministro dell’Agricoltura e Foreste (1929-35) e delle Finanze (dal 5 febbraio al 25 luglio 1943). Membro del Gran consiglio del fascismo, il 25 luglio 1943 votò contro Mussolini e quindi fu condannato a morte in contumacia dal tribunale fascista di Verona (genn. 1944). Arrestato sotto il governo Bonomi, fu condannato a 30 anni per «atti rilevanti», ma poi amnistiato.